Marco Franchi, Il Fatto Quotidiano 11/6/2014, 11 giugno 2014
LA BANCA CHE BALLA LA SAMBA IN ITALIA
Better than Goldman”?
Ovvero, meglio di Goldman? Si chiedeva nel 2012 il settimanale l’Economist giocando sull’acronimo della banca d’affari brasiliana Btg Pactual (che in realtà sta per Banking and Trading Group). Il titolo dell’articolo pare fosse molto piaciuto al fondatore André Esteves che punta proprio a trasformare la sua creatura nella Goldman Sachs del Sudamerica allargando però il mirino degli investimenti anche all’Europa meridionale.
Con un valore di Borsa stimato in 14 miliardi di dollari e sede a San Paolo, sul viale Faria Lima (la Wall Street brasiliana), Btg ha cominciato da qualche mese a fare shopping anche in Italia.
L’esordio è avvenuto a Siena con il 2% del Monte dei Paschi acquistato dalla Fondazione Mps di cui Esteves è diventato anche compagno di viaggio partecipando al patto di sindacato che racchiude il 9% del Monte insieme al fondo messicano Fintech. I brasiliani stanno dunque ballando la samba dell’aumento di capitale da 5 miliardi partito lunedì scorso scompigliando il listino di Piazza Affari e dovrebbero mettere sul piatto circa 100 milioni sottoscrivendo anche l’eventuale inoptato fino al 2 per cento. Di certo l’investimento nell’istituto di Rocca Salimbeni è considerato di medio periodo, “probabilmente un paio d’anni”, ha detto in una recente intervista al Sole 24 Ore lo stesso Esteves. Che in Italia ha deciso di scommettere su più tavoli. La società sudamericana sta infatti trattando in esclusiva con le Generali per la controllata svizzera Bsi ma il nodo è il prezzo: il Leone di Trieste vuole vendere a circa 2,3 miliardi di franchi svizzeri ma negli ultimi tempi l’istituto elvetico ha visto le proprie attività in flessione. E i manager di Btg sono noti per essere negoziatori inflessibili. L’altra partita su cui i brasiliani hanno acceso i riflettori si gioca nel campo Banca Carige. Con un copione molto simile a quello senese, la Fondazione genovese sta cedendo gran parte della sua partecipazione e il gruppo carioca – già accreditato di una quota attorno al 2% - potrebbe salire ancora.
Non è la prima volta che Esteves mette gli occhi sull’Italia. Anzi, prima di acquistare il 2% del Monte dei Paschi il quarantacinquenne brasiliano si è comprato nel 2013 una tenuta a due passi da Montalcino, sborsando 40 milioni di euro alla contessa Noemi Marone Cinzano pur di conquistare un buen retiro nella patria del Brunello. Non solo. Tre anni prima, nel 2010, la Exor guidata da John Elkann (che con i Marone Cinzano è imparentato) decise di partecipare all’aumento di capitale di Btg che serviva per quotarsi sul listino di San Paolo.
Che con il Belpaese non si tratti solo di un colpo di fulmine lo dimostra infine la costituzione, avvenuta il 14 maggio della Btg Pactual Commodities Italia controllata da Btg Pactual Commodities Holding. Con un capitale iniziale di 10 mila euro e sede a Milano, la nuova società sarà attiva nel settore delle cosiddette commodity agricole. Da statuto, si occuperà dell’acquisto, vendita, importazione, esportazione, distribuzione, commercializzazione in Italia e all’estero di prodotti agricoli e derivati, inclusi «cereali, legumi, semi oleari».
Dal business del credito a quello della terra. Quali saranno le prossime mosse? L’occhio dei brasiliani potrebbe finire sulle Poste che si preparano a sbarcare in Borsa e anche sul piano privatizzazioni del governo Renzi. Senza dimenticare la prossima tornata di Ipo che potrebbe offrire qualche occasione interessante di investimento.
Stando bene attenti a evitare incidenti di percorso. Come quello capitato a Esteves nel 2012 quando è stato multato dalla Consob per 288.250 euro per aver comprato azioni della Cremonini avendo saputo in via riservata che il gruppo italiano avrebbe costituito una joint venture con la brasiliana Jbs. Noccioline rispetto all’ultima grana per il banchiere sudamericano che di recente è stato citato in giudizio da un ex dipendente di Btg – tale Zeljko Ivic - che gli ha chiesto un maxi-risarcimento danni di 20 milioni di dollari. La causa è stata depositata presso l’Alta Corte di Hong Kong e i legali di Ivic sono convinti di vincerla. Fra questi, Robert Tibbo che è anche uno degli avvocati di Edward Snowden, la talpa che ha svelato al mondo il programma di sorveglianza segreto della National Security Agency.
Marco Franchi, Il Fatto Quotidiano 11/6/2014