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 2014  giugno 11 Mercoledì calendario

“HO VINTO PERCHÉ LA GENTE HA VOGLIA DI FACCE NUOVE”

[Intervista a Marco Alessandrini] –

ROMA.
«La festa appena cominciata. È già finita». Marco Alessandrini, 43 anni, neosindaco democratico di Pescara, fischietta Sergio Endrigo. «I miei amici si stupiscono che io abbia subito smesso di far baldoria, ma sento addosso una responsabilità enorme», ammette il figlio di Emilio Alessandrini, il magistrato ucciso dai terroristi di Prima Linea nel 1979.
Lei nel 2009 aveva perso contro lo stesso candidato, il pdl Albore Mascia. Stavolta lo ha surclassato. Cos’è cambiato?
«Il centrodestra si è presentato diviso. Poi Mascia non ha brillato come sindaco. E infine è cambiato il vento, ora soffia a favore del centrosinistra».
Lei è renziano?
«Sì, l’ho votato alle primarie, è la grande speranza per il Paese, The great white hope, per citare il film di quel pugile nero che conquista il titolo di campione mettendo fine al dominio dei bianchi. È più giovane di me e ha preso il 41%: una storia incredibile».
Perché non è venuto a sostenerla?
«Ma ha mandato Maria Elena Boschi, dopo l’incontro abbiamo fatto una passeggiata in città, la fermavano tutti, volevano i selfie. Anche Pina Picierno è stata generosa».
Come spiega la sconfitta dei candidati della “ditta”?
«C’è voglia di facce nuove, di una vera discontinuità con il vecchio apparato. Basta andare in giro, parlare con la gente».
Il presidente della Regione, D’Alfonso, è il suo mentore. Non la imbarazza il fatto che abbia una vicenda giudiziaria non del tutto risolta?
«D’Alfonso è stato un sindaco strepitoso tra il 2003 e il 2008, lasciando un segno vero. Siamo molto diversi, mi piacerebbe fare altrettanto bene».
Ma io le chiedevo del processo per corruzione.
«È stato assolto in primo grado senza se e senza ma, per non avere commesso il fatto. L’ho ammirato per come si è difeso nel processo e non dal processo».
L’Italia è devastata dagli scandali. Come se ne esce?
«Da un lato c’è un problema legato alla qualità degli strumenti di controllo, dall’altro di selezione della classe dirigente. Grillo poteva approfittarne, ma tra democrazia e populismo i cittadini hanno scelto la prima».
Che cosa pensa che le avrebbe detto suo padre?
«Lunedì mattina sono andato a trovarlo al cimitero. Ho sentito dentro di me una grande serenità, spero di portamela dietro in quest’avventura da sindaco».

Concetto Vecchio, la Repubblica 11/6/2014