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 2014  giugno 11 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Quei pochi comunisti che ancora esistono, votano Grillo. Jena. la Stampa.



Barbara Spinelli: «Il manifesto di Mentotene». Cesare Russo. Il Foglio.



Pd, dopo i recenti scandali, Renzi pensa di mettere mano al codice etico: «Il politico che sbaglia non potrà essere convocato in Nazionale». Spinoza. il Fatto.



Ma è un buon auspicio per i mondiali che il cognato di Caressa abbia vinto a Bergamo? Il rompi-spread. MF.



Nemmeno il tempo di festeggiare il quorum del 4% raggiunto dalla lista Tsipras, conseguito contro ogni previsione ed ecco i partitocrati di Sel e, in parte, di Rifondazione (noti desertificatori di urne) avventarsi contro la prima artefice del successo: Barbara Spinelli, «rea» di aver prima annunciato la rinuncia al seggio e poi, mutate le condizioni di partenza, di aver accettato l’elezione. Una decisione maturata, non certo per amore della poltrona (Barbara ha una storia di giornalista e intellettuale di respiro europeo che parla per lei), ma per la valanga di preferenze (64 mila) e per il pressing di Alexis Tsipras, che l’ha candidata a vice presidente del Parlamento europeo. Gli elettori non possono che essere orgogliosi di farsi rappresentare da lei. Ma i partitocrati rossi le sparano addosso, tirando volgarmente in ballo il padre Altiero, per la fregola di piantare le loro bandierine a Strasburgo. Quasi che il futuro d’Europa fosse compromesso dal mancato ripescaggio di tal Furfaro (24 mila preferenze), bravissimo ragazzo, per carità, ma senz’alcun motivo di pretendere alcunché. Marco Travaglio. il Fatto.



Per questo Barbara Spinelli ha «rinunciato alla rinuncia» (Ritanna Armeni): «Vanity, my favourite sin!» (Al Pacino, L’avvocato del diavolo). Mauro Banchero. Il Foglio.



Al contrario di quanto dice D’Alema, alle europee, il Partito democratico è andato bene, non grazie al contributo della vecchia ditta, ma nonostante la stessa ditta. Il caso più significativo di rottamazione del vecchio usato sicuro, come dice Bersani, è quello di Salvatore Caronna, ex europarlamentare del Pd, di fede bersanian-prodiana, candidato nel collegio del Nord Est, nella sua Emilia Romagna, quella di Prodi e di Bersani, e che avrebbe dovuto essere riconfermato alla grande in Europa e che è invece stato bocciato dagli elettori. Il Foglio.



Chi fa le leggi è il Parlamento, costituito da Camera e Senato con le sue commissioni e i suoi riti. È il Parlamento che ha prodotto, nel corso di questi anni, questa rete paralizzante e l’ha prodotta perché è un organismo multicefalo che non ha una direzione, né un progetto. È un coacervo di forze, di partiti, di gruppi parlamentari, deputati isolati che stendono migliaia di emendamenti, o che infilano le loro leggine nei trenini fatti da altri. E quando un governo fa un progetto articolato, queste stesse forze glielo «migliorano» trasformandolo in un aborto irriconoscibile. Francesco Alberoni. Il Giornale.



Se consideriamo che, nell’epoca degli scandali Expo e Mose, stanno riesumando, politicamente parlando, l’immacolato comunista doc, Enrico Berlinguer, e non uno dei tanti surrogati che militano attualmente nel Pd, direi che hanno decisamente sbagliato momento. Enzo Bernasconi. Il Foglio.



Giancarlo Galan da sempre ama la caccia, la grappa, la pesca al tonno d’altura, la buona tavola, si diletta anche a cucinare il fagiano e le beccacce, cura le rose del giardino di casa, in bermuda e calzini bianchi, come un tirolese. Salvatore Merlo. Il Foglio.



Giancarlo Galan è un Gauleiter, perché è arrogante e cattivo. Fabrizio Cicchitto, ex ideologo di Fi, oggi in Ncd. Adnkronos.



Amanti di tutto il mondo correte, prima che Venezia muoia. Umberto Selva, psicoanalista. Il Foglio.



Il mistero del mutuo dei Galan - L’ex governatore del Veneto, il forzista Giancarlo Galan, ha dichiarato un reddito 2012 di 41.340 euro lordi, che netti fanno 29.700 euro l’anno. La moglie di Galan, Sandra, guadagnava meglio: 88.553 euro lordi, che netti fanno 58.516 euro. I due coniugi insieme avevano un reddito annuo netto di 88.216 euro. Ora che la procura di Venezia vuole arrestare Galan per corruzione, accusandolo di essersi fatto pagare la ristrutturazione della villa dagli imprenditori del Mose, i coniugi protestano la loro innocenza, dicendo di avere fatto un mutuo casa. Il mutuo casa è vero, è stato stipulato nel 2013 dopo i primi arresti del Mose con Veneto banca. Ma l’importo non è compatibile con i redditi dei Galan: 1,8 milioni di euro da restituire in rate semestrali da 75 mila euro per 7 anni e una rata finale unica da 725 mila euro. Con un reddito da 88.216 euro l’anno bisogna davvero fare acrobazie per pagare 150 mila euro annui di rate di mutuo. Come hanno fatto i Galan? Mistero... Franco Bechis. Libero.



Siccome ci ostiniamo a comperare gli F-35 abbiamo dovuto costruire una portaerei per ospitarli e quando qualcuno si è accorto che gli F-35 non erano un affarone, si è giustificato l’acquisto dicendo che ormai avevamo speso molto per la portaerei. Roba da manicomio o, almeno, da cure psichiatriche. Alessandro Rebecchi. il Fatto.



Si pensava che Umberto Agnelli fosse una nullità. Invece nella conduzione della Fiat dimostrò doti ragguardevoli, in primis nel governo degli uomini. Un esempio per tutti: fu lui a voler mettere Riccardo Ruggeri, ex tornitore nell’officina 5 di Mirafiori, alla guida della New Holland, nata nel 1991 dalla fusione di Fiat trattori e Fiat-Allis con Ford Tractors. Scelta azzeccata: dopo cinque anni, il nuovo colosso, con 33 mila dipendenti e 21 stabilimenti nel mondo, valeva 32 volte il patrimonio netto iniziale e fu quotato con successo a Wall Street. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.



Per me è tutto fottuto. Mi piacciono solo i posti dove dell’uomo non si sente neppure l’odore, un vulcano a Honolulu, il deserto di Mohave, in California, certi punti in Islanda, le montagne della Persia. Tutto andrà sempre peggio. Alla fine, si creerà un organismo internazionale, con una polizia tipo SS, si piglieranno città intere e ci obbligheranno ad andare in Australia, Canada o Sudamerica o in Africa, ormai spopolata dei negri, morti di Aids. La peste nel 1348 spazzò via un umano su tre; l’uomo non è nuovo a queste avventure. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.



Ma figurati, passavo di qui solo per caos. Massimo Bucchi. il Venerdì.



La pace sta al pacifismo come la morale sta al moralismo. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 11/6/2014