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 2014  giugno 11 Mercoledì calendario

RAGAZZI DI CUORE


Cuoricini, bacini, abbracci virtuali, una pioggia di sdolcinati emoticon negli sms degli Azzurri atterrati all’aeroporto di Rio de Janeiro. «Già mi manchi», «Amo ti penso», «Tesoro sei tutto per me», saudade a profusione dopo appena mezza giornata trascorsa in volo a farsi selfie da gita scolastica. E via con i faccini gialli dalla lacrima facile o dalle guance arrossite.
Per giocarsi il Mondiale in Brasile è arrivata la Nazionale dell’amore. E l’Italia del calcio, quella che sventola le bandiere e piange solo quando la palla va in rete – quella che nei bar, in caso di vittoria, urlerà «Balotelli uno di noi», ma che da dietro la siepe di Coverciano lo ha minacciato fra un insulto razzista e l’altro: «Buttala dentro o non tornare» –, si domanda se i ragazzi di Prandelli hanno la testa ben piantata sul campo. O se pensano ad altro.

La vecchia guardia non va in paradiso
Come disse Marcello Lippi, uno che le mani sulla Coppa del Mondo ce le ha poi messe, «Vince chi ha più fame. E noi ne abbiamo più di tutti». E se invece la vecchia guardia, a cominciare dal regista Andrea Pirlo, avesse il cuore altrove? Il pensiero va ai guai con l’ex moglie Deborah Roversi, alla quale da luglio dovrà sganciare 55 mila euro al mese. Mentre la nuova compagna Valentina Baldini – che, a dar retta alle malelingue, è campionessa di shopping – già prepara i bikini per le vacanze tropicali: che scatteranno non appena per l’Italia, speriamo il più tardi possibile, sarà finito il torneo.
Chissà se Trilli Campanellino – come lo chiamavano al Milan dove Silvio Berlusconi lo rimpiange ancora – dopo aver firmato il rinnovo con la Juventus delle tre stelle e tre scudetti consecutivi, dopo aver incassato un maxi assegno per diventare ambassador di un’azienda polacca leader europea dei serramenti, ha perso l’appetito come capita ai freschi innamorati. Ci auguriamo di no, visto che è lui l’uomo simbolo, il santo patrono di questa squadra che si dice soddisfatta di arrivare tra le prime otto al mondo, ma che tutti sognano più audace.
E se il virus Cupido, che non sempre fa bene alle prestazioni sportive, avesse contagiato anche Gigi Buffon? Il capitano racconta che l’ex moglie Alena Seredova, anche lei in trattativa per la separazione, «è stata una gran donna». Lo può dire forte: non dev’essere stato facile, per lei, mantenere la consegna del silenzio sulla presunta sbandata di lui con l’amica di charity Ilaria D’Amico. Che in video su Sky al portierone dà surrealmente del lei, oltre a dichiararsi «vittima» di un gossip che però si guarda bene dallo smentire.
È al secondo giro di boa anche Daniele De Rossi. Ha divorziato da Tamara Pisnoli, madre di sua figlia Gaia. E a febbraio è arrivata la sorellina Olivia, dalla nuova relazione con l’attrice Sarah Felberbaum.
Della spedizione campione del 2006, l’unico ancora con la fede al dito è Andrea Barzagli: giusto un anno fa ha sposato Maddalena Nullo, già mamma di Mattia e Camilla.

La carica dei neopapà
In squadra c’è poi il trio delle meraviglie del Pescara stagione 2011-12. Ragazzi cresciuti con l’educazione siberiana di Zdenek Zeman, uno abituato a dire: «Il risultato è occasionale, la prestazione no». Regola che, forse, vale anche fuori dal campo. Marco Verratti, anni 21, pazzo di Laura Zazzara, da marzo papà di Tommaso; Ciro Immobile, 24, neomarito di Jessica Melena, che 18 mesi fa ha dato alla luce Michela; Lorenzo Insigne, 23, marito di Jenny, da due settimane mamma di Carmine. Questi hanno i polpastrelli consumati dal telefonino. Ma dicono di essere disposti, pur di fare bella figura a casa, a mettere la maglia davanti a tutto.
E poi c’è il ritorno di Super Mario Balotelli, 23 anche lui. Il suo 2014 – l’anno del difficile accordo con Raffaella Fico, del riconoscimento della piccola Pia – prepara un altro colpo di scena: la sua fidanzata «intermittente» Fanny Neguesha, quella che a sentire lui gli dà «l’equilibrio necessario per rimanere concentrato solo sul mio lavoro», ha postato su Instagram un pancino in stato molto interessante.

Le coppie inossidabili
Quest’anno, per la prima volta nella storia italiana al Mondiale, nel ritiro sono ammessi i familiari. Merito delle tesi prandelliane sul potere rilassante del contesto domestico.
Ne hanno già approfittato, rigorosamente a spese loro, Antonio Cassano con la moglie Carolina Marcialis, mamma di Lionel e Christopher, Alberto Aquilani con l’attrice Michela Quattrociocche incinta al sesto mese, Claudio Marchisio con la moglie Roberta Sinopoli, genitori di Davide e Leonardo.
Ma potrebbero arrivare nel ritiro di Mangaratiba, un centinaio di chilometri a sud di Rio, Martina Maccari – cui il marito Leonardo Bonucci già chiede a casa notizie di Matteo, nato un mese fa, e Lorenzo, due anni –, Carolina Bonistalli, che il prossimo 18 luglio sposerà il muro della difesa Giorgio Chiellini, e Federica Riccardi al seguito di Alessio Cerci. Tutte ragazze di tale bellezza che ad altri commissari tecnici verrebbe in mente di limitare gli incontri alla pausa pranzo.

Niente single in campo
Incredibile ma vero: tra i 24 convocati – compresa la riserva Andrea Ranocchia, fidanzato con Giulia Lucarini – non c’è un uomo libero. Thiago Motta (nato in Brasile) con la sua Francisca, Marco Parolo con Caterina, Mattia De Sciglio con Giulia Vesce, Ignazio Abate vicino alle nozze con Valentina Del Vecchio, Salvatore Sirigu (portiere del Paris Saint-Germain) con la francesina Camille, e poi Antonio Candreva, Gabriel Paletta (nato in Argentina), Matteo Darmian: sono tutti in love. È in love anche Mattia Perin, ventunenne portiere pulcino, però ancora indeciso tra l’una e l’altra (e l’altra, e l’altra...) «candidata».
Questi Azzurri in formazione «cuore e batticuore» fanno pensare al motto di un grande del calcio, il profeta del gol (e tre palloni d’oro) Johan Cruijff: «Ogni svantaggio ha i suoi vantaggi». Ci piace pensare che la nostra squadra – quella che Mister Prandelli vorrebbe «incosciente» – possa assomigliare alla sua Olanda anticonformista e spensierata degli anni Settanta. Lui la portò in finale nel 1974, contro la Germania, ma non bastò. Perché nel calcio l’amore non trionfa sempre.