Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 11 Mercoledì calendario

PALLONE E CIOCCOLATINI, LE ORE DI SILVIO CON I MALATI


CESANO BOSCONE (Milano) — La dolorosa consuetudine della malattia è diventata un momento quasi intimo e non ha più bisogno di troppe guardie. Già nella seconda giornata il dispositivo di ordine pubblico alla Sacra Famiglia era stato declassato , pur al termine di attente analisi: via i funzionari della Questura, con l’apparato snellito e la gestione affidata unicamente alle forze del posto, in questo caso i carabinieri. Adesso che andiamo verso la sesta giornata (venerdì), soprattutto adesso che in Sacra Famiglia è stato fatto il primo bilancio e dunque ci viene offerta l’occasione per una ricostruzione dall’interno, è confermato un ulteriore ridimensionamento: i dodici fedeli uomini dell’istituto Ivri sono tornati all’originale posto di lavoro, ossia Mediaset. Il venerdì, avevano accompagnato Silvio Berlusconi per il suo affido ai servizi sociali; ora Berlusconi, finito il lavoro, è atteso all’esterno del reparto San Pietro soltanto dalle abituali body guard.
Certamente ancora rimane, e rimarrà i prossimi mesi, l’ormai canonico momento del venerdì. Berlusconi che entra e che esce nell’istituto di Cesano Boscone, ligio agli ordini del magistrato di Sorveglianza di star zitto; e tutt’intorno, in forte calo la presenza di pasionarie, ultrà e personaggi strambi nonché quella dei giornalisti, ecco gli isolati momenti di novità affidati al mediocre estro del momento: un automobilista che urla un insulto, uno che suona il clacson, uno che manda un saluto.
Un ridimensionamento dello spettacolo pubblico che conferma la progressiva normalità dell’esperienza privata. Nelle quattro ore alla settimana, comunque secondo i detrattori un lasso temporale «insignificante», a Berlusconi non starebbero regalando niente. L’operazione, delicata, estenuante, d’imboccare i malati di Alzheimer, sessanta anziani che vivono nel San Pietro, non è stata uno spot da previgilia elettorale: anche venerdì scorso a Berlusconi sono stati affidati il cucchiaio, un grembiule e un paziente. Non mancano i momenti di pausa, se vogliamo: gli incontri, che possono durare mezz’ora come un’ora, nel giardino interno del reparto, per il colloquio con la responsabile del San Pietro, Giuliana Mura, intransigente nel verificare che il Cavaliere abbia studiato e memorizzato la teoria: chi è il malato d’Alzheimer, quali i gradi della malattia, quali le attività della Sacra Famiglia. E fra le attività, che han visto il debutto di Berlusconi una settimana fa, c’è il gioco con il pallone. Un pallone leggero, di quelli per i bambini, che le persone in cerchio si lanciano. Senza fretta, spesso raccogliendolo dopo che è caduto, spesso sbagliando misura e mira. L’esercizio aiuta la coordinazione ed è associato alla terapia svolta in palestra: musica ad alto volume per invogliare il movimento e facilitare gli sforzi degli operatori nell’aiutare il coordinamento degli arti degli anziani. Nel reparto, dove vige la tolleranza zero del direttore della Sacra Famiglia Paolo Pigni per il personale che rilascia dichiarazioni, è di mattina che avviene la maggior parte del programma. Il resto del giorno è dedicato al riposo e ai familiari. Uno degli appuntamenti classici della mattinata è il gioco con gli incastri, sul modello del Lego, tesserine da scegliere e unire, con gli operatori e i volontari, compreso Berlusconi, che siedono al fianco d’un malato, suggeriscono le mosse e insieme festeggiano per l’improvvisa creazione di una figura. Dai corridoi del San Pietro come della direzione, chiacchierando con medici e collaboratori di Michele Restelli, il responsabile delle residenze assistenziali della Sacra Famiglia, esce la figura d’un Berlusconi, naturalmente non si sa quanto completamente aderente al vero, mancando la prova, d’un Berlusconi «molto serio». Dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna che segue il cammino del Cavaliere, confermano la bontà del comportamento («Rispetta regole e tempi»). In un’unica circostanza Berlusconi era arrivato a Cesano Boscone in ritardo e, forse per recuperare la colazione frettolosa, s’era portato del cibo, insieme ai cioccolatini. Che mai stanno mancando. Il Cavaliere ha memorizzato i golosi che chiedono il bis e gli anziani ai quali i dolci fan male. Per la distribuzione, Berlusconi cammina per reparto e stanze, passando davanti alle macchinette del caffé, al piano terra, dopo la porta a vetri, confine massimo che le body guard possono raggiungere; in giro non ci sono piu ad attendere il Cavaliere, schierate, pronte a scattare, come successo le prime volte, le addette alle pulizie. Erano state inviate dalla direzione a rinforzare l’organico perché tutto fosse plastico, luccicante, televisivo.