Marco Dolcetta, Il Fatto Quotidiano 10/6/2014, 10 giugno 2014
FESTA ZOMBIE, ANIME NERE NEL CUORE DI HAITI
Souvenance (Haiti)
Ogni anno ad Haiti si tiene nella località di Souvenance, nel nord-est dell’isola, una grande cerimonia in cui tutti i praticanti del voodoo, che è la religione ufficiale dell’isola, si incontrano per un grande festival. Souvenance è una località decaduta ma che ha avuto un passato glorioso. Lì, infatti, l’esercito francese agli inizi dell’800 fu sconfitto in una epica battaglia finale dall’orda degli schiavi neri che venivano trattati disumanamente nelle coltivazioni di tabacco, caffè e canna da zucchero, e che così permisero per la prima volta di realizzare nell’allora ricca Haiti la prima Repubblica indipendente dal colonialismo europeo.
Lì fu proclamato un re, nero, che guidò il suo popolo verso la lunga e travagliata storia di Haiti, che si trascina ancora oggi in maniera soprattutto drammatica.
Ho partecipato al Festival di Souvenance dove molte situazioni sono al limite dell’umana credibilità, esorcismi, presenza degli zombie, magie bianche e nere, e soprattutto i bianchi sono una rarità assoluta. Quest’anno eravamo in due, io e il mio assistente cameraman di fronte a decine di migliaia di neri locali. Abbiamo proiettato il film Souvenance di Thomas Harlan, regista tedesco di recente scomparso, figlio di Veit Harlan il più grande regista del Terzo Reich. Thomas realizzò questo film, epopea dell’indipendenza haitiana, con soli attori locali e parlato nella lingua creola. È stato un successo strepitoso per gli occhi increduli delle decine di migliaia di uomini donne, vecchi e bambini che, in una settimana di proiezione hanno visto e rivisto questo film.
La zombificazione è un delitto ai sensi del Codice penale haitiano (Articolo 246) ed è equiparato all’omicidio, anche se l’individuo, trasformato in zombi, è ancora vivo. Secondo l’interpretazione locale, in seguito all’avvelenamento o alla magia nera, una persona giovane si ammala improvvisamente; dopo la constatazione del decesso da parte della famiglia, la persona viene tumulata per poi essere sottratta dal boko (stregone) nei giorni successivi e risuscitata, in segreto, in modo da poter vivere e agire, ma priva di consapevolezza e di autonomia. Invece della sepoltura sottoterra, gli haitiani utilizzano tombe di famiglia, pitturate e sopraelevate; nelle zone rurali si trovano sul terreno di famiglia vicino alle case. Sono a rischio intrusione. Secondo le credenze locali riguardo a corpo, mente e spirito, esiste la separazione tra il corps cadavre (corpo fisico) con il relativo globo anj (principio animatore) e il ti-bon anj (autonomia, consapevolezza e memoria).
Nel caso della zombificazione, quest’ultima parte viene tenuta prigioniera dallo stregone, in genere all’interno di una bottiglia o di una brocca sigillata, e chiamata l’astral dello zombi. Il boko la “estrae” poi attraverso la magia nera, per lasciare la vittima in uno stato di morte apparente, oppure la cattura, dopo la morte naturale, prima che si sia allontanato troppo dal corpo. Il corpo rianimato resta senza volontà e autonomia come cadavre zombi, che diventa lo schiavo del boko: lavora in segreto sulla sua terra oppure viene venduto a un altro boko allo stesso scopo. La persona è costretta a restare schiavo solo grazie all’incatenamento e alle percosse, oppure l’ulteriore avvelenamento e la magia nera.
Questo cadavre zombi è quello zombi reso popolare dal cinema del mondo occidentale e viene chiamato in questo modo in Haiti; il termine viene anche usato come metafora in riferimento a una condizione di estrema passività e controllo da parte di un’altra persona. Ecco le spiegazioni su come uno cadavre zombi possa fuggire per tornare alla famiglia di origine: si rompe la bottiglia contenente l’astral dello zombi; il boko per sbaglio fa mangiare al suo zombi il sale; il boko muore e lo zombi viene liberato dalla famiglia; oppure, in casi rari, lo zombi può essere rilasciato attraverso l’intervento divino.
Al momento del rilascio la loro condizione mentale e fisica resta uguale, e sono vulnerabili alla nuova cattura e alla continuazione della servitù. Si riconoscono gli zombi dallo sguardo fisso, l’intonazione nasale, nonché dalle azioni ripetitive, goffe e senza scopo, e dalla parlata limitata e ripetitiva. Vengono visti con un senso di compassione; la paura è suscitata dal rischio di diventare zombi. La preoccupazione che un parente deceduto possa essere a rischio zombificazione giustifica la prevenzione attraverso la decapitazione del cadavere prima della sepoltura, oppure la collocazione dentro la bara di veleni e di amuleti.
IL LEGAME CON IL ‘BOKO’. LA LIBERAZIONE E IL RITORNO A CASA
Marie, di 31 anni, era la sorella minore del nostro accompagnatore principale: secondo lui si trattava in origine di una donna cordiale, tranquilla, modesta e non molto intelligente. All’età di 18 anni, Marie si era aggregata con alcuni amici per pregare per un vicino trasformato in zombie. Poi si ammalò di diarrea e di febbre, il corpo si gonfiò, e morì dopo qualche giorno. La famiglia sospettava un’operazione di magia nera per vendetta. Dopo 13 anni, Marie riapparve nel mercato della città, solo due mesi prima del nostro incontro con lei; raccontava di essere stata trattenuta come zombi in un villaggio 100 miglia a nord, e di aver partorito un figlio con un altro zombi (o forse con il boko). Alla morte del boko, il figlio di quest’ultimo la liberò e ritornò a casa. Il fratello di Marie, al ritorno della sorella la riconobbe come zombi e intraprese una sessione giornaliera di guarigione con il resto della famiglia e gli amici, con la pratica dell’imposizione delle mani. Marie appare così più giovane della sua età effettiva, dalla testa e dalle orecchie minute, magra e di corporatura minuta. Risponde volentieri, fa domande autonomamente, e ride spesso e in momenti inappropriati.
Ho intervistato due stregoni e partecipato alle cerimonie del pilay fèy (magia nera protettiva) del primo stregone. Come la maggior parte degli stregoni, ha il proprio tempio, oltre a essere organizzatore di una delle società segrete coinvolte nelle accuse di zombificazione, pratica illegale ai sensi degli articoli 224 e 227 del Codice penale di Haiti. Il secondo boko si era convertito al protestantesimo evangelico ed è ora un noto avversario del voodoo; conduce assemblee in chiesa di tenore drammatico in cui declama racconti coloriti sul suo passato da stregone. Il primo boko ci ha esibito bottiglie contenenti zombi astrals in cattività, ma ci ha detto di aver venduto tutti i suoi zombi cadavres ai coltivatori locali e ad altri boko.
Secondo il punto di vista locale, la morte improvvisa di un giovane adulto non è mai una morte veramente naturale (mo bondiay); e con i ricorrenti sospetti di magia nera e la quantità di persone che ci hanno dichiarato di intentare la zombificazione, fanno pensare alla diffusione della violazione delle tombe da parte dei boko. Visto chelamortevieneconstatataalivellolocale,senza alcuna certificazione medica, e visto che la sepoltura avviene in genere entro un giorno dalla morte, non è improbabile che una persona disseppellita possa essere vivo. L’uso della Datura stramonium per risuscitarli e l’eventuale somministrazione ripetuta durante il periodo di servitù da zombi potrebbe produrre uno stato di estrema passività psicologica. Non possiamo escludere l’uso di una tossina neuromuscolare, in cui il boko opera la somministrazione topica insieme con un irritante locale in modo da indurre la catalessi seguita dal recupero clandestino della persona avvelenata. Risulta improbabile che i boko abbiano effettivamente zombi schiavizzati in campi clandestini, vista l’alta densità demografica.
Sotto i Duvalier, che mobilitavano gli oungans come polizia segreta, nel lungo periodo di terrore politico, instabilità sociale e il blocco economico, e dopo la caduta del regime Duvalier, vi furono numerosi casi di sequestro, tortura, schiavitù sessuale e omicidi segreti sotto le spoglie del voodoo sostenuto dal terrore di Stato e sospetti di magia nera.
Marco Dolcetta, Il Fatto Quotidiano 10/6/2014