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 2014  giugno 10 Martedì calendario

MARCO, IL GUFETTO AZZURRO

La ola all’Adriatico, co­ me se Pescara fosse Città del Messico. Agosto 2009, Pesca­ ra­Rimini di Prima divisione: Marco Verratti, anni 16, entra a dodici dalla fine. Sei minuti dopo, fa una giocata al limite dell’area e calcia: 2­0. Lo sta­ dio applaude e parte l’onda tra le tribune, inattesa e franca­ mente ingiustificata. Ma co­ me, la ola in Lega Pro? Sì, per­ ché il talento speciale innesca reazioni speciali e Verratti evi­ dentemente sa farsi riconosce­ re. A cinque anni di distanza, è pronto a prendere in mano il Real Madrid con la personalità del predestinato perché per il suo ruolo non ci sono vie di mezzo: se giochi davanti alla difesa, sei il comandante della nave. Se decidi che stasera si attacca a destra, l’ala sinistra rischia di vederla poco, anche se si chiama Bale ed è stato pa­ gato 100 milioni. Per Marco, mai stato un problema.
Verratti ha sem­ La crescita pre imparato in fretta e, come Insigne e Immobile, ha un de­ bito di riconoscenza con Ze­ man. Nei suoi primi anni a Pe­ scara, Marco era un trequarti­ sta, poi Z.Z. lo ha impostato come play e Verratti è salito di livello. Ha capito come giocare davanti alla difesa, poi ha salu­ tato il mare, ha firmato con il Psg e si è iscritto alle lezioni di Ancelotti, cattedratico meno originale ma più prestigioso.
Altro anno, altri progressi: Verratti ha acquistato perso­ nalità, forse ha imparato a evi­ tare comportamenti da star e di sicuro si è confrontato con la Champions. A suo agio, co­ me sempre. Raccontava Man­ gia, suo c.t. nell’Under21: «Nella prima partita dell’Euro­ peo 2013 giochiamo contro l’Inghilterra. Siamo 0­0, a un certo punto Marco prende pal­ la nella nostra area e si mette a dribblare. Sarà stato a tre, quattro metri dalla porta». De­ ve ancora nascere il giorno in cui Verratti avrà paura di por­ tare il pallone al guinzaglio.
Il genio di solito Gufetto jr. tende alla ribellione oppure ha la calma di chi ragiona a un li­ vello superiore. Per Verratti, buona la seconda. Marco è tranquillo ma non introverso, chi lo conosce dice che ricono­ sce i ritmi dello spogliatoio: sa quando si può alzare il livello del divertimento e quando è meglio ascoltare. A Parigi i giornali gli hanno rimprovera­ to qualche uscita con Lavezzi ­ non un tipo da Coca Cola al circolo letterario ­ ma le voci sono terminate quando è nato il figlio Tommaso. La mamma è Laura, una ragazza cono­ sciuta alla scuola materna che vive con lui a Parigi. Marco ogni tanto pubblica una loro foto su Instagram, dove si fa chiamare «marcogufetto», Laura invece fa sapere che Ver­ ratti a casa è disordinato, di­ fetto notato anche in campo. Prandelli qualche I 5 palloni volta lo ha fatto intendere: Marco a tratti gli sembrava po­ co ordinato, un po’ innamora­ to del rischio. Il c.t. gli chiede­ va di giocare in due­tre ruoli, come Marco ha fatto nell’ulti­ ma stagione: centrale e mez­ zala destra. Anche per questo, Verratti ha rischiato seriamen­ te di saltare il Mondiale, poi Montolivo si è fatto male e lui è diventato uomo chiave. Coesi­ sterà con Pirlo, situazione sim­ bolica: se sei l’erede di un mi­ to, che senso ha copiarlo per rubargli il posto? Meglio coe­ sistere, meglio trovare un mo­ do per giocare con Pirlo come con Xabi Alonso e Modric, per­ ché il Real arruola solo artisti di fama mondiale e la concor­ renza è sempre alta. Nel 2005 Verratti passava dal Manop­ pello al Pescara per 5.000 eu­ ro, qualche pallone e 5 bigliet­ ti per Pescara­Juve. Nel 2014 può andare alla squadra più importante del mondo per 30­35 milioni. I palloni sono in omaggio.