Aldo Grasso, Corriere della Sera 10/6/2014, 10 giugno 2014
I CANALI SPORTIVI RAI E L’ARTE DELL’AUTOGOL
Il Servizio pubblico, come il diavolo, si nasconde nei dettagli. Tutti a riempirsi la bocca di Servizio pubblico, com’è, come dovrebbe essere. E poi accuse di politicizzazione, cattiva amministrazione, sprechi…
Si dice: la Rai deve cambiare, deve tornare a essere competitiva e deve ritrovare una nuova identità, al passo con un sistema mediatico completamente cambiato dalla rete. Ok, tutto giusto. Persino quelli che sono entrati in Rai grazie a qualche partito ora invocano serie riforme.
Poi succede questo. La Rai ha una quindicina di canali (un’esagerazione), di cui due interamente dedicati allo sport. Sabato scorso su RaiSport 1 stava andando in onda la finale femminile del Roland Garros tra Maria Sharapova e Simona Halep. Le due tenniste stavano sul 4-4 al terzo set, il momento clou di tutto il torneo, un torneo dello Slam. A quel punto, il cronista ha dovuto cedere la linea al calcio, per trasmettere il playoff di Ritorno di Lega Pro (la vecchia Serie C1) di calcio tra Frosinone e Lecce per salire in Serie B.
Due network dedicati allo sport e si commettono simili errori? «Una figuraccia annunciata, un orrore per gli appassionati di sport e una vergogna che ricade sulla testata… offrendo ulteriori motivazioni a chi getta discredito sul Servizio pubblico». Così l’Esecutivo Usigrai e il CdR di RaiSport hanno commentato l’interruzione, aggiungendo: «La finale del Roland Garros altro non è che la prova più fragorosa di episodi simili passati spesso sotto silenzio perché la rilevanza non era della stessa portata».
Rai Sport è diretta da Mauro Mazza, ex direttore di Rai1, uno dei «ragazzi di via Milano», insieme con Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri, Adolfo Urso, Francesco Storace, Gennaro Malgieri, Bruno Socillo.
Nessuno getta discredito sul Servizio pubblico. Ci pensa la Rai, da sola.