Sergio Romano, Corriere della Sera 10/6/2014, 10 giugno 2014
TEDESCHI CONTRO HITLER LA RESISTENZA NEL TERZO REICH
Ci fu nella Germania nazista una Resistenza (civile) paragonabile a quella della Francia e dell’Italia? Ciò al di là degli attentati a Hitler, con riferimento ad una organizzazione della popolazione tedesca che abbia preso consapevolezza degli orrori nazisti: esisteva questa consapevolezza? Fu un fatto di massa?
Giulio Portolan
Caro Portolan,
Nella sua domanda ritrovo l’eco di una tesi storica che fu molto usata dagli Alleati durante la guerra per ragioni di propaganda ed ebbe una forte influenza sulla opinione pubblica europea anche dopo la fine del conflitto. Secondo questa tesi, il nazismo era il più recente stadio di una storia nazionale dominata da autoritarismo e militarismo. Il Grande Federico, creatore della Prussia moderna, il cancelliere Bismarck, l’imperatore Guglielmo II e lo stesso Hitler erano quindi i personaggi di una stessa storia e dimostravano una sorta di naturale allergia della nazione tedesca ai principi e ai valori delle società democratiche. Dimenticammo per qualche anno che la Germania aveva avuto un importante partito liberale, che era stata la patria della social-democrazia tedesca e del sindacalismo moderno nell’Europa continentale, che il suo giornalismo e la sua editoria, con le loro grandi tirature, avevano contribuito alla nascita di una opinione pubblica informata e libera.
Dimenticammo soprattutto la rapidità e la brutalità con cui Hitler, dopo la conquista del potere, si era sbarazzato degli apparati politici dei partiti di opposizione e dei sindacati. L’incendio dei Reichstag, il 27 febbraio 1933, probabilmente appiccato da un comunista olandese fuori di mente, gli permise di fare arrestare e incarcerare l’intero stato maggiore del partito comunista tedesco. Prima ancora di servire alla detenzione degli ebrei tedeschi, i lager furono usati per «ospitare» i social-democratici e altri oppositori del regime. Molti scrittori, giornalisti e artisti furono costretti all’esilio. In Olanda nacque addirittura una casa editrice tedesca che pubblicò per qualche tempo le opere degli esuli.
Non è sorprendente quindi che la Resistenza tedesca, durante la guerra, non abbia avuto le dimensioni e l’importanza di quelle che si organizzarono in Francia e in Italia. Vi furono gruppi clandestini come la Rosa bianca, composto da studenti cattolici della università di Monaco, e il circolo di Kreisau, formato da esponenti della nobiltà prussiana. E vi fu infine il grande complotto dei generali contro Hitler nel luglio 1944. Ma non esistevano le condizioni perché nel territorio tedesco, durante la guerra, si costituissero gruppi combattenti come nei Paesi occupati.