Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 08 Domenica calendario

L’ASSEMBLEA DESIGNA DE NICOLA CAPO PROVVISORIO DELLO STATO


Enrico De Nicola ancora una volta ha incontrato l’unanime simpatia dell’Assemblea Nazionale ed il fatto è tanto più significativo in quanto egli non ne fa parte. Ciò conferma il singolare destino di quest’uomo, tenuto in costante predilezione dalla buona fortuna alla quale egli, nella sua innata eritrosia, ama voltare invece le spalle.
Ebbe il suo primo dolore nel 1913, quando deputato appena trentacinquenne, fu costretto a sospendere la professione forense, nella quale già eccelleva, chiamato dal primo Ministro delle Colonie, Pietro Bertolini a succedere nel sottosegretariato a Gaspare Colosimo. Un altro disappunto ebbe qundo Stringher, volendo accanto a sè un forte giurista, lo chiamò come suo sottosegretario al Tesoro nel 1919 nell’ultimo periodo del gabinetto Orlando. Ricordiamo tutti quanto anelasse evadere da quei posti nei quali rese tuttavia singolari servigi.
Le due movimentate legislature del dopoguerra lo ebbero presidente della Camera e non si ricordava dopo Farini un più grande giovane presidente al pari di quel forlivese suscettibile e pronto a offrire dimissioni che la Camera unanime respingeva. La sua attività politica ebbe il suo arresto nel 1924, quando De Nicola si rifiutò di entrare alla Camera; né al Senato di cui entrò a far parte nel ’29, svolse poi attività di rilievo. È stato Presidente della Commissione di Giustizia alla Consulta - e ne criticammo taluni inopportuni atteggiamenti astensivi - ma non ha voluto prender posto in alcuna lista per la Costituente. Avendo declinato diverse volte l’incarico di comporre il Ministero, anche in momenti eccezionali come nel luglio ’22, l’odierna accettazione è riuscita una sorpresa, e a dir vero gradita, perché l’onorevole De Nicola ha la coscienza dei suoi doveri pari al prestigio personale. Pensiamo anzi che i tre partiti di massa concordando sul nome di De Nicola, abbiano inteso valorizzare la suprema magistratura nazionale, questa concependo come organo di partecipazione attiva all’azione del governo. Vero è infatti che quest’ultimo è responsabile soltanto verso la Costituente, ma sarà compito dell’onorevole De Nicola precisamente interpretare l’orientamento politico dell’Assemblea e confortare i ministeri da lui composti di quei suggerimenti e critica, fatta ad un tempo di eccitamenti e di freni, che consentano il rapido superamento di questo difficile periodo di transizione e di assestamento.
A MONTECITORIO Delle tre sedute della Costituente quella di ieri è stata la più solenne, nonostante l’aria scanzonata, e forse anche un poco irriverente, che i qualunquisti hanno tentato di attribuirle. Inutile dire che le tribune erano zeppe e l’Aula al completo, tanto che quel vuoto a destra, strano vuoto che nessuno vuole riempire, appariva più assurdo del solito(...).
UNA SINGOLARE PROPOSTA Alle ore 16, il presidente Saragat ha aperto la seduta. La prima mezz’ora è trascorsa tra la commemorazione di Amodeo e quella di Amatucci; ci hanno fatto seguito alcune comunicazioni della presidenza sui candidati che seguono, nell’ordine di graduatoria, quelli eletti nella lista nazionale. Questi candidati in numero di 48 hanno fatto quindi il loro ingresso nell’aula con un cerimoniale quasi solenne cui nessuno a dir vero, ha badato, poiché era in tutti il desiderio di giungere al più presto alla votazione. Un altro breve ritardo si è avuto per il debutto di Finocchiaro-Aprile; debutto che non si può definire brillante: rumori e ilarità generale lo hanno accolto. Il leader siciliano è uscito con una proposta singolare: si sospenda l’elezione del presidente della Repubblica. È necessario accertare, prima, per ogni deputato la verifica dei poteri. Questo intendeva affermare l’onorevole Finocchiaro-Aprile ed invece, trasportato da un’enfasi spiritata, ha detto: «I deputati devono essere nelle loro piene facoltà...», e non ha potuto finire, perché rumori vivissimi hanno coperto il resto della sua frase. FINOCCHIARO: - intendevo dire che i deputati devono essere convalidati.
VOCE DA DESTRA: - ma sì! Allora si va all’anno venturo! FINOCCHIARO: - ma che farà il capo dello Stato se non saprà nemmeno quali siano i suoi pioteri?
VOCE DA SINISTRA: - gli fisserà la Costituente! L’onorevole Terracini, «il dottor sottile» del gruppo comunista, è intervenuto a smontare i concetti di Finocchiaro-Aprile che sotto i colpi di una ferrata dialettica si sono rivelati inconsistenti. L’ordine del giorno per la sospensione della elezione del Presidente provvisorio è stato respinto alla unanimità (...).
Giuseppe Schirò