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 2014  giugno 10 Martedì calendario

PUZZLE

«Alla fine dello scorso anno giravo l’Europa cercando di risolvere i miei guai alla spalla. Non avevo neppure un coach. Quando ho messo insieme il mio team attuale ho capito che l’energia era quella giusta, che avevo trovato l’ultima tessera del puzzle» (Maria Sharapova).

EMOZIONI «Che io sia una donna non mi pare rilevante. Sappiamo quanto ha contato la madre nella vita di Andy. Credo che lui sia in cerca di qualcosa di diverso dal punto di vista della sensibilità e delle emozioni. Per me conta la sfida. Perché mi ha scelto? A me lo ha detto, chiedetelo a lui...» (Amelie Mauresmo, nuovo coach di Andy Murray).

DURO «A volte il calciatore vuole dare un’immagine da uomo duro che non ha problemi, e se ne ha li risolve in maniera decisa. Io dico invece che non dobbiamo aver paura dei nostri sentimenti. Debolezza, fragilità e tenerezza fanno parte di noi» (Cesare Prandelli).

DONNE «Il tennis è professionismo, disciplina, lavoro per obiettivi, e questo pensiero nelle nostre donne è più radicato» (Lea Pericoli).

FATTORE «Nessuna squadra europea ha mai vinto in questa parte del mondo. Significa che il fattore campo conta. I sogno la finale del Maracanà contro il Brasile del mio amico Neymar» (Leo Messi).

BUTTARSI «Credo che il Barcellona abbia insegnato come avere tanta qualità in mezzo al campo paghi. Pirlo e Verratti possono convivere bene. Il rischio di avere poca profondità come teme il commissario tecnico? Quando la mediana diventa folta, nulla vieta ai giocatori di buttarsi a turno nell’area di rigore» (Picchio De Sisti).

FONDO «La mia carriera è sempre stata di alti e bassi, di ostacoli improvvisi. Ai Mondiali ho toccato la vetta, poi ho dovuto ripartire dal basso e rimettere tutto in discussione. Ormai ho capito che sono così, so ripartire anche quando ho toccato il fondo. Vuoi o non vuoi, quell’operazione per un tumore alla testa che ho subìto da ragazzino mi aiuta anche adesso» (lo schermidore Paolo Pizzo).

FOTO «Mio padre aveva sempre in tasca la foto di Coppi, io ho tenuto la figurina di Totti nel portafoglio per tanti anni: deve essere una malattia di famiglia. Mi rendo conto che sarebbero meglio le foto della Herzigova o della Arcuri, ma che ci posso fare se sono innamorato di Totti?» (Serse Cosmi).

MALATTIA «Vincere aiuta a crescere. Una piacevole malattia, ora non abbiamo più paura di nessuno» (Claudio Marchisio).