Davide De Luca, ilpost 8/6/2014, 8 giugno 2014
Per vincere un appalto pubblico in Italia non basta sapere fare bene il proprio lavoro. Vincere un appalto è di per sé un lavoro che costa ore passate a compilare moduli, scartoffie e a studiare la normativa
Per vincere un appalto pubblico in Italia non basta sapere fare bene il proprio lavoro. Vincere un appalto è di per sé un lavoro che costa ore passate a compilare moduli, scartoffie e a studiare la normativa. E non è sufficiente studiarla una volta per tutte: negli ultimi otto anni queste norme sono state modificate centinaia di volte e per altre migliaia di volte sono state interpretate da sentenze o circolari amministrative. Da anni numerose associazioni di categoria accusano questa situazione di essere divenuta un labirinto del quale è difficile trovare una via d’uscita. Si tratta di associazioni che in ogni caso avrebbero da guadagnarci da una semplificazione, ma nelle ultime settimane, mentre nuove inchieste della magistratura hanno colpito appalti e concessioni enormi, come quelle EXPO e MOSE, a queste voci se ne sono aggiunte parecchie altre che è difficile accusare di avere un interesse nella semplificazione. Raffaello Cantone, presidente dell’Autorità nazionale contro la corruzione ha dichiarato in questi giorni che presto sarà introdotta una normativa più semplice e anglosassone: «Il nuovo Codice degli appalti verrà riscritto completamente e le attuali 600 norme verranno ridotte di due terzi». Dichiarazioni simili sono state fatte anche da Riccardo Nencini, vice-ministro dei trasporti. Ma le critiche più dure sono arrivate proprio dalla procura di Venezia, e in particolare dal procuratore aggiunto Carlo Nordio:«Se io dovessi dare un suggerimento al presidente del Consiglio che è giustamente preoccupato di quanto sta accadendo gli direi di lasciar stare le pene, le leggi penali, i nuovi reati, ci sono già, le pene sono già stratosferiche. Al primo ministro direi: non fate nuove leggi. Paradossalmente: diminuite le pene ma rendetele più efficaci e concrete, e soprattutto prevenite il reato semplificando le procedure». Ma da dove arriva tutta questa complessità? Prima di tutto dal Codice dei contratti pubblici, a volte chiamato anche Codice degli appalti, che è composto da 273 articoli, 38 allegati e che è diviso in 1.500 commi. A questo si aggiunge il Regolamento di Attuazione del codice degli appalti, che aggiunge altri 350 articoli. In tutto, gli articoli da rispettare sono i 600 di cui ha parlato Cantone. Da quando è entrata in vigore nel 2006, il codice è stato modificato 564 volte e i suoi articoli sono stati oggetto di sentenze e pareri amministrativi per seimila volte. Naturalmente non basta conoscere a menadito tutti questi articoli e le relative modifiche per sapere esattamente come muoversi nel mondo degli appalti pubblici. Spesso questi articoli rimandano a loro volta ad altre norme e leggi, che possono essere piuttosto complesse. Ad esempio, il Testo unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro da solo è lungo 735 pagine. A questo bisogna aggiungere che enti diversi hanno una modulistica diversa per partecipare agli appalti. I moduli vanno compilati senza sbagliare nemmeno una virgola. Basta un errore relativamente piccolo e in caso di contenzioso il giudice può stabilire che l’ente non è tenuto a pagare un lavoro svolto. A questo vanno aggiunti altri adempimenti, come ad esempio il DURC, il documento con cui si attesta la regolarità contributiva dell’impresa (che, almeno ultimamente, è diventato più facile da ottenere) e i certificati antimafia. Tutta questa mole di burocrazia è un costo in tempo e denaro per qualunque impresa, ma i gruppi più grandi – o le realtà piccole abituate a lavorare con un particolare committente – possono ammortizzare i costi e risolvere in parte i problemi. Per le piccole e medie imprese, che non possono permettersi consulenti o impiegati addetti soltanto a svolgere le pratiche burocratiche e rimanere al passo con i cambiamenti della normativa, spesso è semplicemente impossibile affrontare i costi che derivano dall’espletare questa burocrazia. Ma c’è anche un altro problema che deriva da questa incredibile complessità, come ha fatto notare il procuratore Nordio. Con delle leggi così bizantine è relativamente facile per un ente committente creare un bando di appalto complicatissimo, perfettamente corretto dal punto di vista legale, ma costruito in modo da far vincere soltanto l’impresa degli amici ed eliminare per qualche cavillo tutti i concorrenti. Il volume della normativa italiana non ha paragone negli altri grandi paesi europei. In Francia il Code des marchés publics è composto da 294 articoli, la metà di quelli italiani. Inoltre la procedura per ottenere un appalto in Francia si svolge completamente su internet, tramite un unico portale, con procedure standardizzate e impiegati esperti che seguono la pratica dall’inizio alla fine. Da quando è entrato in vigore la sua ultima versione, nel 2006 (cioè lo stesso anno del suo equivalente italiano) è stato modificato soltanto una volta. Nel Regno Unito ci sono due codici principali, per un totale di cento articoli, che sono stati modificati dal 2006 ad oggi soltanto due volte: nel 2008 e nel 2011. Corrado Truffi • 2 giorni fa Buon articolo, che però sfiora soltanto il problema principale che rende possibile la corruzione, prima ancora del l’eccesso di normativa: il numero folle delle oltre 30.000 stazioni appaltanti, che significa più di 30.000 funzionari che possono usare quelle norme per farsi corrompere. All’estero le stazioni appaltanti sono al massimo poche centinaia, con funzionari super specializzati (e ben pagati) e, dato che son pochi, molto più controllabili. Da Renzi mi aspetterei sopratutto che obbligasse tutti a usare davvero e senza scappatoie Consip e una ventina di centrali d’acquisto regionali. Punto. 21 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution Corrado Truffi • 11 ore fa "Con il decreto Irpef inizia il percorso di aggregazione dei centri di costo che ora sono 32.000. Vogliamo arrivare a 40-50 in un anno." Vedremo. http://www.ansa.it/sito/notizi... 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Jack Beauregard • 2 giorni fa Esattamente, e non é certo dottrina moderna (Melius est ius deficiens quam ius incertum). Ma non ditelo ai giacobini de noantri, quelli che invocano ulteriore normativa unita a pene draconiane. 27 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar marco • 2 giorni fa Articolo da appendere in ogni ufficio pubblico e in ogni stanza dei vari sindaci, presidenti di regione ecc. Bravo. 16 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution marco • 2 giorni fa Quoto. Il problema fondamentale sta nella totale follia burocratica dello Stato e dei suoi servitori. A questo aggiungo un atteggiamento culturale della nostra PA dove la linea guida é ostacolare e complicare sempre e comunque, mai aiutare, risolvere e far funzionare le cose. Anche quando hai i due chili di carta che servono ed é tutto a posto. L’unica certezza della nostra folle burocrazia é che non c’é nessuna certezza su tempi, norme, procedure e responsabilitá. Sei sempre nelle mani di qualcuno che ne fa quello che vuole e non risponde mai, e sottolineo mai, dei suoi errori. 17 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar marco Lowresolution • 2 giorni fa Faccio un esempio semplicissimo: conosci un privato qualunque, azienda commerciante professionista dipendente ecc, che al momento di riscuotere il proprio compenso cerca di ostacolare in tutti i modi chi deve pagarlo? Magari cambiando continuamente gli estremi del conto corrente, la modalità di riscossione, o magari il modo nel quale calcola quanto dovuto. Pensa a quanto ho scritto e applicalo al percorso Ici/Imu/Tasi/Tarsu/Tares. Senza entrare nel merito di queste tasse/imposte, se sono giuste o sbagliate, troppo alte o troppo basse: c’è qualcuno che pensa sino normali tutti gli ostacoli che sono stati messi tra il cittadino e il suo semplice desiderio di adempiere correttamente e senza problemi? Nessun fornitore farebbe ciò che lo Stato fa, nelle sue varie ramificazioni, con i propri clienti. Nessuno. Tranne chi è certo, a prescindere, che prima o poi potrà riscuotere lo stesso vantando un diritto superiore. Ecco perché burocrazia fa spesso rima con follia, da settimane le persone vengono in studio a domandare: cosa devo pagare? Mi fornisce il modello per il pagamento? E noi dobbiamo rispondere: non ci sono le delibere, non sappiamo le scadenze, forse rinviano...... 17 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar alessandro pini marco • 2 giorni fa Sante parole. Sarò pessimista, ma secondo me non ce la faremo mai ad uscire da questa palude. 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar bzbiz alessandro pini • un giorno fa La palude è complicata. Ad esempio tutta questa burocrazia serve (ed è nata e si mantiene) anche per giustificare/mantenere un organico enormemente sproporzionato. Burocrate A "Dobbiamo assumere 500 persone nel tal ente.." Burocrate B "Inventiamo un nuovo timbro, serviranno 500 timbratori e 5’000’000 timbri e non so quanti litri di inchiostro, e i tamponi per il suddetto..." Burocatre A "Speciale!" 4 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Budavari Lowresolution • un giorno fa In Italia quando qualcosa non funziona si interviene sempre e solo dal punto di vista normativo attraverso leggi e regolamenti che finiscono per essere bizantini, paralizzanti e grotteschi. Questo dà la misura della nostra impotenza, perché una società che funziona si regge su norme semplici. In questo caso il problema di base non è un Codice Appalti fatto male quanto una PA che non funziona e non è in grado di applicarlo in maniera efficiente. Ma poiché non si può cambiare la PA si interviene sul Codice Appalti, ovvero sulla normativa, finché, finalmente, anch’essa diventa un problema anziché una soluzione. Mettiamoci anche il fatto che qualsiasi norma, per quanto complessa e mostruosa sia, è comunque sempre un castello di carte (a house of cards) che viene giù al primo soffio di un TAR. Come si risolve il problema dei tanti (troppi) guidatori incapaci e/o sempre sbronzi? Ovvio, dai loro in mano automobili sempre più difficili da guidare, così gli incapaci sono sempre peggio, quelli bravi diventano incapaci e gli sbronzi... beh, quelli tanto se ne fregano comunque. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution Budavari • 11 ore fa Questo è il prezzo che paghi se lasci gestire le cose gli avvocati. Per formazione culturale un avvocato non sa gestire nulla, e se deve scrivere un regolamento o una legge ne esce un contratto illeggibile scritto in legalese - burocratichese. Un avvocato non sa cosa sia un cantiere e come funzioni, non sa minimamente nella realtà cosa sia una pratica edilizia, al di là delle carte e dei bolli. E questa è la culturale dominante nel Paese. Quando edilizia, urbanistica, grandi opere e appalti sono gestiti da tecnici (ingegneri, architetti) le cose funzionano e i regolamenti sono scritti in modo sensato e comprensibile, e i processi sono razionali. Perché sono scritti da persone che sanno concretamente di cosa si parla, vivono tutti i giorni quei problemi e per formazione culturale sono preparati a gestire processi complessi (su ogni piano: logistico, organizzativo, tecnico umano) e a risolvere problemi. 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Budavari Lowresolution • 4 ore fa Sfondi una porta aperta. Lavoro nell’urbanistica e soffoco quotidianamente in regolamenti scritti da avvocati, che si preoccupano solo di essere giuridicamente inoppugnabili ma non sanno che sono applicabili solo su altri pianeti. E dovresti vedere le risate quando tento di spiegare certe norme al piccolo impresario edile. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar fp57 marco • 2 giorni fa Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Bianco Bianchi fp57 • un giorno fa Upvote solo per la citazione, meravigliosa (anche se non ho capito cosa c’entri) 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar fp57 Bianco Bianchi • un giorno fa grazie. hai ragione non c’entra ma era in risposta a marco che vuole "appendere" questo articolo in ogni edificio pubblico • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Mary • 2 giorni fa In media per partecipare all’appalto della realizzazione di una cuccia di cane oltre alle entamila scartoffie devi aprire anche un conto corrente e una polizza specifici dedicati alla cuccia di cane. In pratica spendi a scatola chiusa per un lavoro che nella più onesta delle ipotesi non andrà a te ma qualche altro disperato che ha fatto un ribasso del 70%. Poi leggi la cronaca e ti accorgi che chi vince gli appalti grossi passa dallo scivolo. Che palle. Sulla semplificazione speriamo in bene... finora ogni semplificazione anzichè abrogare ha aggiunto una legge nuova, lasciandoti l’ebrezza di intersecarla con le precedenti millanta leggi e decreti regi (!) ancora in vigore... 11 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar uqbal Mary • 2 giorni fa Perché il legislatore italiano è come quello che per togliere un pelucco dalla lente degli occhiali ci passa le dita... 11 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar uqbal • 2 giorni fa Forza e coraggio. Disboschiamo. 5 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Vittu uqbal • 2 giorni fa Wait, wait a moment! http://4.bp.blogspot.com/-D2xq... 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar uqbal Vittu • 2 giorni fa Ce lo sai si che è un famoso fake? 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Vittu uqbal • 2 giorni fa Ma certo che ce lo so, ma non ho trovato altre foto in cui non stia sorridendo con 85 denti. • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar uqbal Vittu • 2 giorni fa Non essere invidioso della sua fotogenia! 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Vittu uqbal • 2 giorni fa Macché, ne sono felice, solo che nessuna si adattava veramente al "Wait!" • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Matteo Malaspina • 2 giorni fa BUGIE!!1! CI SERVONO PIU’ LEGGI!!!111!!! E NESSUNO LO DICE!!! (qualcuno doveva scriverlo) 10 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar ded • un giorno fa la normativa attuale è fatta apposta per semplificare la corruzione. 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar harry rex • 2 giorni fa Aggiungiamo che però in virtù di tutti sti articoli, pareri e sentenze le imprese fanno il bello e il cattivo tempo con ricorsi basati sul nulla pur di mettere il bastone tra le ruote a committente e vincitore solo per il gusto di farlo, perchè nn è che ovunque ci siano ll.pp. c’è corruzione da parte del pubblico e dell’impresa, c’è anche la tipica litigiosità condominiale 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Il Guada harry rex • un giorno fa Hai ragione da vendere! Perché se da una parte c’è una P.A. inefficiente e schizofrenica, dall’altra c’è un modo imprenditoriale che pensa che pagare mazzette sia l’unico modo, e comunque tra i più efficaci, per portare a casa un appalto. Poi magari questi "imprenditori" li senti pontificare sull’importanza del merito, dell’impegno, della qualità, ma appena possono hanno pronta la bustarella o qualche bel regalone da offrire a politici o funzionari che possono agevolarli o favorirli. 3 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Paolo Casillo • un giorno fa Ottimo articolo: aggiungo qualche curiosità. La norma (D.Lgs. 163/2006) è anche detta "Codice De Lise", dal nome del signore che si occupò della sua stesura, cioè Pasquale De Lise; per farsi un’idea della persona c’è, ad esempio, questo articolo: http://espresso.repubblica.it/.... Tra le perle del codice ce ne è una inarrivabile: il sito web della pubblica amministrazione appaltatrice è definita "profilo di committente" (art. 3, comma 35). 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar GiulianoBastianello • un giorno fa Lettera aperta ad un corrotto (detenuto o ancora in libertà a causa dell’inefficienza dello Stato) Egregio, per nulla signore, corrotto, ho vivo nella mente il ricordo di un suo collega che ostentando il suo principio base negli affari: ogni uomo ha il suo prezzo, si vantava della sua abilità di indovinarlo, quel prezzo. Aveva, dalla sua, illimitate possibilità di offrire mazzette poiché, grazie alla corruzione, al Sistema Sanitario Nazionale faceva pagare 1000 quello che a lui costava 100. Arrestato per tangenti, causa denuncia di un escluso dalle sue dazioni, dopo l’intervenuta prescrizione è ritornato in gioco come e meglio di prima. Da quella storia ho capito che, nonostante qualche arresto, egregio corrotto, l’avrete sempre vinta voi. Da ricchi e potenti quali siete, grazie al malaffare potrete pagarvi i migliori avvocati, alcuni dei quali mandati in Parlamento per controllare che la nostra Giustizia continui a non funzionare (almeno per voi) o per assicurarvi i trattamenti più favorevoli nell’evenienza - si chiama sfiga - che esigenze politiche richiedano il sacrificio di qualcuno. Esattamente come la mafia che, per placare il senso di giustizia del popolo, ogni tanto impone a qualche picciotto di scontare un pò di galera, prendendosi cura dei familiari. In tanti nel Veneto, a Padova soprattutto, sapevano dell’immensa voragine finanziaria generata dal MOSE. Troppa gente ci lavorava, e ci lavora, ed era impensabile immaginare che un simile sperpero di danaro potesse passare inosservato. Eppure l’ingordigia vi ha accecato pure la ragione, dopo aver seppellito ogni parvenza di etica. Anche i costi dell’EXPO, della TAV, della variante di Valico, della SS-RC ecc.. sono lievitati per accontentare altri insaziabili appetiti. Come sarebbe la nostra economia se non ci fossero stati questi sprechi causati dai corrotti, che sono anche evasori, della sua specie? Chi ha parlato di tradimento ha detto il giusto. Usare il mandato popolare per assicurare ricchezza e benessere a sé ed agli amici è tradire non solo i propri elettori ma l’ìntera nazione. Il dipendente pubblico che infrange le regole della sana amministrazione tradisce il suo impegno a servire diligentemente lo Stato che gli assicura stipendio, cure e pensione. I processi stabiliranno le responsabilità di ognuno di voi e la nostra legge penale è stata fatta apposta per comminare pene severe solo nei rari casi nei quali si raggiunge la provadell’elemento soggettivo del reato e, grazie a questa bella invenzione dei legislatori amici dei corrotti, qualcuno di voi risulterà pure assolto. Assolto, sia ben chiaro, non per non aver commesso il fatto ma solo perché le assurde leggi che vi proteggono (falso in bilancio, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti) permettono ogni scappatoia a chi può pagare qualche principe del foro se non gli riesce di trascinare il processo fino alla prescrizione. Nessuno vi toglierà, però, le gravi responsabilità di aver contribuito a distruggere il più importante patrimonio di una nazione rappresentato da quell’innato senso dell’etica che dovrebbe governare l’agire di chi deve gestire la cosa pubblica. Nelle storie di corruzione non ci sono solo attori. Complice il silenzio, mai disinteressato, degli spettatori, lo spettacolo continua e tutti concorrono ad allestire questa tragedia che sta erodendo risorse, credibilità e futuro delle prossime generazioni. In trent’anni di lavoro negli appalti pubblici ho constatato quanto sia elevato il tasso di inquinamento e quanto sono inefficaci le contromisure contro i manipolatori, più o meno abili, a partire dalle infime forniture, agli accordi di programma ai mastodontici project financing. Questi ultimi arresti non cambieranno la situazione e son quasi certo che anche lei, egregio corrotto, ritornerà magari solo con qualche scaltrezza in più, ad esercitare le sue attitudini per soddisfare altre brame. Andrà pure in televisione, pure pagato, per raccontare la sua storia diventata argomento di audience, anzichè di vergogna. Le grandi rivoluzioni della storia sono state provocate dalla fame del popolo e dalla corruzione imperante ma, se mai ne venisse una, rimetterebbe al potere altri corrotti, come o più di lei. Ci provi, a darmi una risposta che non sia nei soliti canoni: a) così fan tutti b) dovevo pur lavorare c) tengo famiglia E non dica, come fece altro suo collega: sono innocente perchè se avessi saputo d’essere beccato, non avrei preso quei soldi Giuliano Bastianello vedi altro 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Tommaso Rambelli • 2 giorni fa Domanda seria per quelli della zona di Firenze: durante l’amministrazione Renzi come è andata con le norme comunali? Possiamo sperare che semplifichi anche a livello nazionale, o dobbiamo temere il contrario? 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar uqbal Tommaso Rambelli • 2 giorni fa Non credo che Renzi, da sindaco, potesse ignorare le leggi nazionali sugli appalti... 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Tommaso Rambelli uqbal • un giorno fa Intendevo sul resto: regolamento edilizio, piano regolatore, ecc 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Giangio uqbal • 2 giorni fa Avrebbe potuto inoltrare una vibrante protesta, al limite, se avesse considerato inaccettabile la cosa, avrebbe potuto darsi fuoco come un bonzo sul piazzale Michelangelo. (Disclaimer per le volpi: si fa per scherzare eh) 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar matteo Giangio • 14 ore fa In effetti c’è stato un caso in cui si è incazzato come una biscia per un parcheggio (mi pare) che era stato approvato e già costruito e che non riusciva ad aprire per continui rinvii di qualche oscuro ufficio statale.. Ha dato di matto contro la "burocrazia ottusa" ma sì è arreso dicendo che "manco il sindaco comanda nulla"... Che poi è il punto del discorso, e mi fa strano che in pochi ne abbiano parlato... Cos’è l’Italia? L’Italia è ciò che è stato ricostruito dopo il fascismo..Cosa si è ricostruito? Uno stato in cui, in nessun caso dovesse recapitare che un uomo potesse prendere il comando... Come si è fatto? Creando un sistema di leggi ed uffici ingovernabile, pieno di burocrazia e veti incrociati.. Perché? Perché è prevalsa l’idea di "pur di evitare che comandi solo uno, meglio che non comandi nessuno"... 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution matteo • 11 ore fa ... E tutti rubano. • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Reptilia00 • 2 giorni fa Chissà come funzionano in Francia e Regno Unito 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Francis Miller • un giorno fa il mio ultimo lavoro da libero professionista in Italia mi ha fruttato una parcella lorda di 2000 euro... si trattava di un lavoro semplice, una autorizzazione per la variazione di una uscita in un edificio esistente... il funzionario pero’ si soffermo’ su un particolare gia’ approvato in precedenza, autorizzando la nuova uscita ma bloccando l’intero progetto. Chiesi se internamente all’ufficio conoscevano esperti in grado di risolvere la cosa... si, c’erano... alla fine l’autorizzazione e’ arrivata e mi e’ stata chiesta per la consulenza una parcella di 2000 euro in nero... ok, eccoli... mi comprenderete se vi dico che su quella fattura non ho voluto pagar tasse... in fondo gli uomini dello Stato (stato) avevano gia’ ricevuto. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution Francis Miller • 11 ore fa Caso da manuale. Purtroppo è la normalità in molti comuni. Chi sta dall’altra parte dello sportello ha tutto l’interesse a ostacolarti e bloccarti, e anche se sei in regola si inventano sempre qualcosa. • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar giro6 • un giorno fa Sento parlare sempre e solo di gare d’appalto. Esse rappresentano solo la fase conclusiva dell’iter progettuale. Non sarebbe il caso di aprire una seria riflessione attorno al progetto chiedendoci se è realmente esecutivo o se è solo definitivo. Se è veramente accantierabile oppure no? Perchè non responsabilizzare, come previsto, il Responsabile del procedimento mettendolo davanti alle proprie responsabilità? Perchè non si confrontano i progetti di opere pubbliche elaborati dagli Studi professionali nostrani con quelli analoghi, ad esempio, elaborati oltralpe? Si comprenderebbero molte cose, ad esempio le differenze di costo, ma anche sul fenomeno della corruzione. Credo sia necessario che l’elaborato progettuale di qualsiasi opera pubblica debba essere identico a quello realizzato. Nessuna variante in corso d’opera dovrebbe essere ammessa. Ma purtroppo cosi non è, e credo qui da noi, mai sarà. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution giro6 • 11 ore fa Le varianti in corso d’opera (contract variations) sono normali, ovunque, in ogni parte del mondo. http://www.designingbuildings.... Sono parte ineliminabile della complessità di un cantiere, sopratutto se di grandi dimensioni. Ovunque esistono norme e procedure per gestire le variazioni in corso d’opera (così come ovunque nel mondo esistono la corruzione e i furbi sia ben inteso). Peraltro con la folle normativa italiana che arriva a normare quante piastrelle devi avere in un bagno o quale tipo di vernice usare, devi sempre presentare la variante di chiusura. Di per sé non sarebbe un problema. Basta avere un processo di gestione chiaro e efficiente. Come ho scritto prima, fate lavorare i tecnici, non gli avvocati. • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar fp57 • 2 giorni fa Io sono per la semplificazione: gli imprenditori sono corruttori e i politici sono corrotti. "non servono piu’ eccitanti o ideologie, ci vuole un’altra vita" cit Battiato 2 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar momin fp57 • 2 giorni fa nessuno appalterebbe più nulla perché, secondo la tua dottrina, dovrebbe andare in galera a prescindere, giusto? 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar fp57 momin • 2 giorni fa figurati, io sono garantista. Ti garantisco che ne’ piu’ ne’ meno leggi risolveranno nulla fin quando non cambia la mentalità delle persone. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Varie ed Eventuali fp57 • 2 giorni fa Fantastico. E come pensi di cambiarla? 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar fp57 Varie ed Eventuali • un giorno fa il punto di partenza e’ capire cio’ che possiamo cambiare e ciò che non possiamo cambiare. Abbiamo un premier facilone e poco attento, che ignora troppe cose per essere anche il segretario di un partito. Finora ha ignorato la corruzione dentro al suo partito. E’ da li’ che si comincia, da quello che dovresti conoscere meglio. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Varie ed Eventuali fp57 • un giorno fa Capiamo, almeno proviamo a capire, quello che possiamo cambiare. Imho è più facile (e già non è facile per niente) agire e cambiare attraverso le tue funzioni di capo del governo piuttosto che di segretario di partito. Hai più poteri, più appoggi esterni, più libertà di manovra. E la materia, a naso, sembrerebbe più duttile. Oltre che materia di tutti. Ma è la mia opinione, che tra l’altro trovo anche abbastanza ovvia. Se comunque Renzi mantiene solo il 20% delle promesse fatte è già una rivoluzione. Mi duole il polpastrello a rispolverare il "lasciamolo lavorare", ma credo sia intellettualmente onesto dargli per ora almeno il beneficio del dubbio. Chi ad oggi ha già la verità in tasca su Renzi sta facendo solo la figura del prevenuto, come minimo. 1 • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Lowresolution Varie ed Eventuali • 11 ore fa Don’t feed the toll. • Rispondi • Condividi › Immagine Avatar Molly Colliman • 5 ore fa Ottimo articolo, ma si dimentica di enfatizzare l’utilità di riservare trattamenti speciali ai colletti bianchi che rubano alla collettività. • Rispondi • Condividi › − Immagine Avatar Mario Valentino • un giorno fa Sarò una voce dissonante, ma spero che serva a rendere più ricca l’armonia di voci. Spiego la dissonanza in poche parole, ma per poterla articolare c’è bisogno di spendere qualche parola in più: me ne scuso, ma la questione è oggettivamente complessa. L’ennesimo ottimo articolo di De Luca mi sembra infatti solo un primo livello di avvicinamento alla consapevolezza del problema: manca quello successivo, che ritengo davvero risolutivo a livello di comprensione generale. Mi spiego: l’esercizio di contare quanti sono gli articoli o i commi di legge che regolano una specifica materia mi sembra solo aggiungere elementi numerici a un problema che già si sa che esiste: dopo di esso, cioè, so soltanto un numero preciso, ma non le cause. Il passo successivo sarebbe invece, dal mio punto di vista, spiegare invece perché c’è questo numero così spropositato di norme: facile dire "la burocrazia", "la P.A." ecc..., sono solo generalizzazioni superficiali. La questione ha innanzitutto origini storiche e giuridiche, intrecciate, sulle quali sarebbe necessario soffermarsi: non è questa ovviamente la sede. Dico la mia, senza alcuna pretesa di esaustività né di verità assoluta, anzi sapendo di essere molto superficiale anch’io: ma è solo un primo approccio a questo secondo livello del problema, per chi abbia interesse a (iniziare a) comprendere il perché (uno dei principali perché) dei numeri mostruosi. Prendendola molto alla larga, la prima cosa da tenere presente è che nel nostro sistema giuridico si è affermato negli ultimi decenni un eccesso di normazione dovuto - e qui so di rischiare qualcosa - sostanzialmente al fatto che si è voluto creare un argine alle intepretazioni discordanti delle sentenze, in modo da limitare la discrezionalità della magistratura. Il potere legislativo ha inteso cioè limitare l’ampiezza del potere giudiziario: non deliberatamente in ogni occasione, ovvio, ma la tendenza, vista dall’esterno, è questa. In pratica, quando (come ad esempio nei paesi di diritto anglosassone) la norma stabilisce solo principi, viene poi delegata al magistrato, attraverso una operazione ermeneutica, la scelta di decidere se al caso concreto che gli viene sottoposto si debba (o si possa) applicare quella norma o un’altra, e soprattutto come applicarla. Poiché nella nostra Costituzione il magistrato è "sottoposto soltanto alla legge" (art. 101), da un lato qualsiasi sentenza (neanche quelle della Cassazione a sezioni unite, o, nella giustizia amministrativa, quella del Consiglio di Stato) non è vincolante per gli altri magistrati, anche di grado inferiore: sicché, per fare un esempio, un giudice di pace può benissimo sostenere di non essere d’accordo con la Cassazione: dovrà poi motivare la sua interpretazione, ma in sé questo fatto non costituisce illecito neanche disciplinare. Dall’altro, tale potere discrezionale si può limitare solo con legge. Questa libertà interpretativa (chiamiamola così) è accresciuta dal fatto che non capita mai che un caso specifico sia totalmente identico a un altro precedente, anche se giudicato dalla Cassazione: il che apre una facile strada all’innovazione, ai distinguo, cioè, per finire, al caos. Per evitare o limitare tutto questo - dicevo -, che è un evidente intoppo nella vita civile, si è pensato che la soluzione fosse quella di normativizzare ogni singola possibile fattispecie o dettaglio, anche il famoso ago nel pagliaio (metaforicamente stabilendo, a livello normativo, cosa si debba intendere per "ago", cosa per "pagliaio", cosa per "nel"). La soluzione si è ora rivelata peggiore del male, perché anche la più settoriale specifica e singolare previsione di legge è SEMPRE soggetta a interpretazione (art. 101 cit.): sicché le difformità interpretative (ossia le sentenze contrastanti su casi simili, cosa che tutti a parole vorrebbero evitare) esistente già quando le norme erano solo di principio (seconda metà dell’800), ora è centomilluplicato, perché adesso le norme sono di dettaglio, ossia sono diventate centomila, e su ciascuna di esse si esercita, e non può non esercitarsi (pena la violazione della separazione tra poteri dello Stato), l’interpretazione della magistratura. Il famoso cane che si morde la coda, insomma. Dato questo quadro (qui solo ovviamente abbozzato per grandissime e superficiali linee), secondo me è ormai difficilissimo, se non impossibile uscire, come dimostra proprio la legislazione in materia di opere pubbliche (le stesse direttive europee, che in Francia viene trasposta nel diritto interno con 294 articoli difficilmente modificabili, da noi ne richiede oltre 600, oltre decine di allegati e norme di altri settori). Il cane si morde la coda anche sotto altri profili: com’è stato notato qui nei commenti, solo partecipare a una gara di appalto costa moltissimo a un’impresa: è allora ovvio che se questa viene esclusa vorrà far di tutto per evitare di perdere l’investimento fatto (parlo solo di quello per partecipare alla gara), e così percorrerà tutti i gradi possibili di giudizio. O anche come quello - anche qui giustamente evidenziato - del numero spropositato di stazioni appaltanti: perché io sindaco del comune di Panecuocolo devo fare come fa il sindaco del mio comune vicino? Creo un bando totalmente diverso, cercando di fare meglio: ma è molto possibile che sbagli (magari non avendo dipendenti del settore tecnico comunale professionalmente aggiornati, perché la pianta organica non mi consente di assumerne), come è possibile anche che abbia sbagliato il bando pure l’altro comune vicino (dico comune per indicare una stazione appaltante qualsiasi, ma potrebbe essere, che so, una qualsiasi direzione di un qualsiasi ministero). E se ha sbagliato la stazione appaltante, io impresa che ho partecipato a quella gara, per salvare il mio investimento (come nell’esempio precedente) cercherò di sostenere in Tribunale, se sono risultato vincitore, che invece non era sbagliato (ovviamente per tutti i gradi di giudizio). Non se ne esce insomma, credo.