ansa 6/6/2014 (Franco Abruzzo), 6 giugno 2014
Milano, 6 giuno 2014. Balzo all’ultimo giorno delle adesioni alla conversione delle azioni risparmio Rcs in ordinarie
Milano, 6 giuno 2014. Balzo all’ultimo giorno delle adesioni alla conversione delle azioni risparmio Rcs in ordinarie. A sorpresa l’operazione permette al gruppo editoriale di raccogliere 47 milioni. Lunedì scatterà la conversione obbligatoria sui titoli restanti. Completata l’operazione, il gruppo avrà una struttura semplificata del capitale e un flottante ampliato. Quanto ai grandi soci, vedranno le quote diluirsi proporzionalmente ai nuovi titoli ordinari: alla fine della conversione obbligatoria gli azionisti vedranno diluite del 18,6% le loro percentuali. Fiat passerà dal 20,5% al 16,73%, Diego Della Valle dall’8,99% al 7,32%, Mediobanca dall’8,76% al 7,1% (tutti i dati sulla base della foto in assemblea l’8 maggio), Unipol dal 5,65% al 4,60%, Pirelli dal 5,44% al 4,44%, Intesa dal 5,12% al 4,16%, Invesco dal 4,51% al 3,67%. Cairo va al 2,99% mentre gli eredi Rotelli scendono al 2,74%. Il vecchio azionariato rappresenterà quindi l’81,4% delle azioni Rcs post conversione. Nel dettaglio, la conversione facoltativa delle azioni risparmio Rcs in ordinarie si è conclusa con adesioni pari al 58,79% dei titoli A e all’80,36% dei titoli B. I 47 milioni che incassa Rcs sono garantiti dai conguagli previsti per convertire alla pari con le ordinarie ciascuna azione risparmio A portata in adesione: 0,26 euro da versare per ciascun titolo A e 0,68 per ciascun titolo della categoria B. Rcs, che nei prossimi giorni potrebbe riunire un consiglio per fare il punto dopo la conversione, si prepara ora, alla luce anche dell’importante incasso con l’operazione conclusa oggi, a sedersi al tavolo con le banche per tentare una revisione migliorativa degli accordi sul debito siglati un anno fa, il 14 giugno, e in parallelo a quelli per il consorzio di garanzia sull’aumento concluso a luglio. Al finanziamento per 600 milioni di euro avevano partecipato Mediobanca, Intesa, Bpm, Ubi, e Bnl, con una linea in scadenza al luglio 2016 e una al luglio 2018 (o a 3 e 5 anni dalla data di effettivo utilizzo).(ANSA).