Marianna Aprile, Oggi 5/6/2014, 5 giugno 2014
INTERVISTA A MYRTA MERLINO
Roma, giugno
È iniziata tre anni fa con 25 minuti al giorno. Poi sono diventati 45, quindi un’ora e mezza che quest’anno è arrivata a due ore e mezza, e ora conquista la prima serata del lunedì, orfana di Piazzapulita. Se l’economia italiana avesse il tasso di crescita di L’aria che tira, la trasmissione quotidiana di Myrta Merlino su La7, altro che 80 euro al mese in busta paga. Il paragone non è scelto a caso: la Merlino nasce giornalista economica e ora, ogni giorno, cerca di spiegare attualità e politica al pubblico del mattino. Con ottimi risultati e ascolti che hanno punte del 7 per cento. Non era scontato: in quella fascia del mattino avevano già avuto risultati poco incoraggianti sia la politica, con Antonio Piroso, sia la cucina, con Benedetta Parodi. «Siamo molto orgogliosi di come siamo riusciti a crescere, del mix tra news, approfondimento, talk show, chiacchiere leggere e battute che abbiamo creato», racconta.
Cambierà, questo mix, con l’approdo in prima serata? Avrete di fronte telespettatori abituati a Piazzapulita.
«La formula rimane la stessa, e anche lo studio. Faremo giusto qualche modifica alle luci, che saranno più basse. E al mio look: truccherò un po’ di più gli occhi, rispetto al mattino, e magari opterò per il tubino nero. Ma davvero per il resto non ci saranno cambiamenti. Non ce n’è bisogno».
Affermazione impegnativa. Perché non ce n’è bisogno?
«Perché, come dico sempre all’editore di La7, Urbano Cairo, io faccio già Ballarò tutte le mattine per due ore e mezza. E non è una esagerazione: abbiamo già ora ospiti da prima serata e bei servizi. Siamo una squadra piccola, ma abbiamo inviati con lo zainetto ovunque, siamo in grado di essere sempre “sul pezzo”, come si dice. Mi piace considerare questo passaggio al prime time, con L’Aria che tira stasera, come una specie di “il meglio di”, perché quello sarà. Avremo ospiti di livello, da Pier Luigi Bersani a Flavio Briatore a Oscar Farinetti. E pensiamo in grande: stiamo cercando di portare a casa un’intervista alla Cancelliera Angela Merkel, per esempio».
Tra i motivi del gradimento del pubblico dell’Aria che tira c’è anche la cifra che lei ha adottato: infarcisce la discussione di battute, allusioni, ironia. La sua conduzione cambierà col tubino nero addosso?
«Non cambia neanche quella, perché la considero un punto d’arrivo cui non voglio rinunciare. Ho iniziato a Mixer, con Giovanni Minoli, ho condotto Economix, una serissima trasmissione di economia sulla Rai. Quando ho scoperto la tv popolare, perché mi ci hanno buttata, ho capito che faticare tanto per apparire la giornalista economica impostata non avrebbe funzionato. E allora, da brava napoletana, mi sono affidata alla pancia. Ora posso dire di non avere più nulla di studiato nella conduzione. Lo studio è diventato casa mia, ho perso ogni freno inibitore, se non capisco chiedo, se non mi piace una risposta lo dico, se voglio fare una battuta la faccio. E così sarà in prima serata. Preferisco che un critico televisivo trovi da ridire dandomi della Sòra Cecioni piuttosto che cambiare tutto questo e mettermi a fare la pantomima del talk show paludato, in cui nessuno mi vede, a partire da me».
A proposito di evitare le paludi, lei negli ultimi tempi ha polemizzato più volte in diretta con Dario Franceschini, dopo che il ministro della Cultura aveva accusato pubblicamente la tv di cannibalizzare la letteratura.
«L’ho trovata un’accusa ingiusta, la classica critica di chi la tv non la guarda. Noi presentiamo libri continuamente, e basta pensare a quanti libri fa vendere un passaggio dell’autore a Che tempo che fa da Fabio Fazio. E così ogni volta che presentiamo un libro a L’Aria che tira, lo sottolineo ironicamente rivolgendomi al Ministro. Ma è un gioco. Magari, visto che Franceschini è anche romanziere, lo inviterò a parlare dei suoi libri...».
Gli ascolti della sua trasmissione del mattino sono cresciuti costantemente in tre anni. Che obiettivo vi date per la prima serata?
«Non ce ne diamo. Siamo forti del risultato del mattino, possiamo permetterci il lusso di metterci alla prova senza l’ansia dell’ascolto e dell’Auditel. Poi vediamo come va. Anche perché continuando, contemporaneamente, a essere in onda anche al mattino, l’unica cosa che mi viene da dire è “Io speriamo che me la cavo”, altro che Auditel».
Ci sono possibilità che non sia solo un esperimento estivo?
«Se venisse confermato anche in quello autunnale sarebbe bellissimo».
Dovrebbe scegliere tra mattina e sera.
«Sarei in difficoltà. La prima serata è prestigiosa, ma stando in onda così a lungo al mattino riesci a essere su tutti gli eventi: abbiamo seguito in diretta le dimissioni del Papa, quelle di Berlusconi, di Monti... Vedremo. Già dover scegliere sarebbe una cosa meravigliosa».