Michela Auriti, Oggi 5/6/2014, 5 giugno 2014
SARANNO RE
Uno sguardo alle corti europee, dove piccoli principi crescono. Insomma non solo George, destinato al trono d’Inghilterra e reduce (inconsapevole) dal suo primo trionfo internazionale. Tre settimane tra Australia e Nuova Zelanda, in braccio a mamma Kate e papà William, hanno fatto di lui una star. Conosciamo i dettagli, perfino la passione per un peluche esotico che gli è stato regalato. Baby George non piange più la notte, merito dello svezzamento. Mentre la tata spagnola Maria Teresa Turrion Borrallo si occupa di lui quando i genitori non possono (e qui Kate, svelata anche nel regale lato B da un colpo di vento, ha ceduto alla necessità: all’inizio, infatti, s’era presa cura del piccolo assieme a mamma Carole).
Ma gli altri royal baby chi sono e come vengono educati? La più vicina per età è la piccola Estelle, 2 anni di vitalità, figlia della principessa ereditaria Victoria di Svezia e del suo ex personal trainer Daniel Westling. Un giorno sarà regina, per ora è campionessa di disinvoltura. Niente di lei è stato nascosto ai fotografi. I primi passi nei giardini del castello di Haga, l’esordio sullo slittino, i gridolini alle nozze della zia Maddalena con Christian O’Neill. Di recente sorrideva nel tour dell’Ostergötland, provincia di cui porta il titolo ducale. Imitava i genitori nello stringere mani e non le è scappato un capriccio. Su Instagram, intanto, Marie Chantal di Grecia informava che il vestitino della bimba era una sua creazione.
lontani dalle rigidità di protocollo
Daniel capitana la squadra dei nuovi papà che ormai, lontani dal secolare e ingessato protocollo, sono felici di crescere i propri figli al fianco delle consorti. In Svezia, dove il congedo parentale è pari a 75 settimane da dividere tra il padre e la madre, il principe ha annunciato un anno fa di voler sostituire la moglie nell’accudimento. «Mio padre lo fece durante la mia infanzia», ha detto al quotidiano Aftonbladet, «ed è stato molto importante per me». Stessa scelta per Haakon Magnus di Norvegia, principe ereditario e papà della futura regina Ingrid Alexandra che oggi ha 10 anni. È la prima destinata al trono che frequenta la scuola pubblica. La stessa dove andò anche il fratellastro Marius, nato da una precedente relazione della mamma Mette-Marit e poi adottato dal principe. Con il più piccolo Sverre Magnus formano una famiglia modernamente allargata e semplice, come sono le realtà nordiche. Trascorrono le vacanze a Flatholmen, dove hanno un cottage di 60 metri quadrati di fronte al mare. E nel 2010 si sono regalati un viaggio di sei settimane tutti insieme: da Instanbul fino in Malesia, attraverso la Giordania, l’India e la Thailandia. Una sorta di contaminazione con culture diverse, per guadagnare aperture senza compromettere la tradizione. Tra l’altro mamma Mette posta appassionatamente foto di famiglia su Twitter. Quanto al diciassettenne Marius, sebbene non abbia diritti ereditari, è tra i bellissimi che fanno sospirare le adolescenti norvegesi.
Nella vicina Danimarca, dove la popolarità della monarchia tocca vertiginosamente l’83 per cento, la realtà è simile. Scuole pubbliche - ed è la prima volta per un erede al trono - anche per il futuro re Christian. Frequenta la Tranegard di Hellerup, un sobborgo di Copenaghen, e papà Frederik è lì che lo accompagna. L’esordio per lui fu in sala parto, dove si rivelò un prezioso aiuto per la moglie australiana Mary (con la quale ha appena festeggiato i 10 anni di matrimonio). «Non so cosa avrei fatto senza di lui», confesserà la futura regina. La cognata Marie, moglie del principe Joachim, si lasciò andare alla più popolare delle confidenze: «Mio marito cambia i pannolini, ma meno del principe ereditario». Dunque Frederik è un fuoriclasse ben allenato.
Dopo Christian che oggi ha 8 anni, tanto scatenato nelle sessioni fotografiche quanto impeccabile nei primi eventi ufficiali, sono arrivati Isabella e i gemellini Vincent e Josephine. La principessa Mary avrebbe voluto occuparsi personalmente dei quattro figli, ma i doveri regali l’hanno costretta ad assumere una bambinaia per ogni pargolo. In effetti la nanny è figura fondamentale per la crescita dei royal baby. Mary, come le colleghe Victoria di Svezia e Mette-Marit di Norvegia, si è rivolta all’agenzia londinese Eden per trovare tate all’altezza. L’annuncio della coppia svedese è invece apparso, per poco, sul sito web della società. La tata sarebbe stata pagata 26 mila corone al mese, poco più di 3 mila euro, e avrebbe avuto un’auto e un appartamento per sé. L’eccessiva attenzione da parte dei media, ha suggerito poi un reclutamento più discreto.
PERFETTAMENTE BILINGUE
In Belgio c’è Elisabeth, 12 anni, la più grande delle eredi al trono. Il papà re Filippo e mamma Mathilde, viste le divisioni nazionaliste, hanno voluto che crescesse perfettamente bilingue e così sarà la prima regina ad aver studiato in una scuola fiamminga, la Sint-Jan Berchmanscollege di Bruxelles. I fratelli Gabriel, Emmanuel ed Eleonore portano nomi che si scrivono ugualmente nei due idiomi, a riprova di quanto la questione sia cara ai sovrani. Elisabeth, timida e intellettuale, ha passioni inaspettate per un’adolescente. Come i concerti. E infatti la si vede spesso al concorso musicale intitolato all’omonima trisnonna regina. Di recente ha inaugurato un ospedale che porta il suo nome e, da Palazzo, ha seguito l’avvio della base belga nell’Antartico a lei dedicata. Le vacanze sono nell’isola di Yeu. Si arriva in traghetto. Quando invece l’aereo è indispensabile, tutti in classe economica. Certo la famiglia reale belga, lontana dai formalismi e forse per compensare la scarsa affettuosità ricevuta da re Filippo, è il simbolo del nucleo accogliente. Il piccolo Emmanuel, per un deficit di attenzione, frequenta una scuola speciale. E ogni anno, per il primo giorno di scuola, i genitori lo accompagnano orgogliosi: un bel messaggio per chi vive situazioni analoghe.
Nei Paesi Bassi, la futura regina Catharina-Amalia ha 10 anni. E sembra già compresa nel ruolo, come ha dimostrato per la cerimonia d’insediamento del papà re Guglielmo Alessandro, lo scorso anno. Il popolo lo premia con un 81 per cento di gradimento, grazie anche alla popolarità della consorte Maxima. L’erede invece, con le sorelline Alexia e Ariane, frequenta la scuola pubblica Bloemcamp a Wassenaar. Si mostra protettiva verso le piccole, com’è evidente dalle sessioni fotografiche a Lech, per le vacanze invernali, o in Grecia, dove gli olandesi hanno comprato casa la scorsa estate.
DISCIPLINA E PRONTEZZA DI SPIRITO
Ai reali è vietato piangere e mai lamentare freddo o fame. Leonor e Sofia, figlie di Felipe e Letizia di Spagna al decennale di matrimonio, sono così cresciute con forte senso della disciplina. Un esempio: durante un evento benefico, Leonor e la cuginetta Irene fanno piangere baby Sofia. Ma basta uno sguardo della mamma, perché smetta subito. La bimba manifesta gelosia verso la sorella che sarà regina. E già ora dimostra prontezza di spirito. A chi le chiedeva perché avesse i fotografi alle costole, Leonor rispose: «Io vivo nella casa di un principe!».
Le due bimbe studiano al collegio madrileno Santa Maria de los Rosales, lo stesso frequentato all’epoca da papà Felipe. Imparano l’inglese, si applicano addirittura al cinese e non trascurano gli idiomi spagnoli come il galiziano, il basco e il catalano. Vestono i marchi Nanos e Pili Carrera. Mamma Letizia, che da ex giornalista è cresciuta nella società civile, si preoccupa che le figlie mantengano il contatto con la realtà. «Devono conoscere il prezzo del pane», ripete. Anche perché il senso di concretezza sarà indispensabile alla maggiore, una volta ottenuto quel trono che oggi è tanto ammaccato.
(ha collaborato Laura Cardia)