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 2014  giugno 07 Sabato calendario

ECCO I CANI DOTTORI CHE SANNO FIUTARE IL CANCRO ALLA PROSTATA



Diverse volte mi è capitato di scrivere circa le capacità sensoriali che vengono attribuite agli animali. Tra queste quelle di chi sostiene siano in grado di percepire, in largo anticipo, le scosse telluriche o quelle di chi è convinto che certi animali siamo in grado di avvertire l’arrivo di devastanti tifoni. La realtà è che non esiste ancora una validazione scientifica di questi fenomeni, anche se gli aneddoti e le storie di persone che hanno avuto esperienze con cani, gatti, piccioni e altri uccelli, nella predizione di questi fenomeni naturali, cominciano a essere talmente frequenti, da rendere lecito pensare che la materia si forse stata studiata poco e male.
Qualche mese fa, scrivendo di questo argomento, mi ha contattato un urologo di cui mantengo l’anonimato richiesto, avvertendomi che, a breve, sarebbe uscito un importante studio sull’uso del cane come strumento diagnostico per la diagnosi del carcinoma prostatico, un tumore maligno che, solo in Italia, colpisce 25.000 uomini ogni anno. Non avendo più sentito il collega, pensavo che il suo ottimismo eccessivo lo avesse portato a farmi partecipe ( anche se vincolato a un segreto che ho rispettato) di una notizia rivelatasi poi inesatta. E invece il suo ottimismo non era per nulla di maniera o esagerato. Era evidentemente già in possesso di dati per qualche verso veramente clamorosi che sono stati resi pubblici al XXI Congresso Nazionale dell’Associazione Urologi Italiani che si sta svolgendo a Roma, e si chiuderà oggi, dopo tre giorni di dibattito che ha visto impegnati 500 specialisti della materia. Un lungo lavoro scientifico che ha coinvolto il Centro di Patologia Prostatica presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e il Centro Militare Veterinario di Grosseto, patrocinato dallo Stato Maggiore della Difesa, ha messo in evidenza che certi cani, addestrati allo scopo, sono in grado di diagnosticare con una precisione del 97% i tumori maligni della prostata. In che modo? Annusando l’urina dei pazienti. «L’urina dei malati ha un odore particolare, che cani specificatamente addestrati sono in grado di percepire e riconoscere» ha spiegato Gianluigi Taverna, responsabile del Centro di Patologia Prostatica. «Nella prima fase, che si è conclusa pochi mesi fa, abbiamo coinvolto 902 persone, suddivise tra sane e affette da cancro della prostata di diversa aggressività ». Nel frattempo, Zoe e Liù, due pastori tedeschi particolarmente addestrati allo scopo, hanno cominciato ad annusare un piccolo quantitativo delle loro urine e l’analisi incrociata dei dati ha messo subito in luce una straordinaria capacità di individuare i soggetti malati e quelli sani.
Proprio come questi cani sono in grado di percepire la presenza di pochi grammi di droga, nascosti all’interno di involucri «mistificati » con profumi fuorvianti, allo stesso modo essi riescono a percepire un particolare odore emesso dall’urina dei pazienti affetti da cancro prostatico, che nessun naso umano potrebbe mai rilevare. L’aiuto di questi animali «può essere fondamentale» aggiunge il Colonnello Lorenzo Tidu, del Centro militare veterinario dell’Esercito. «Basti sottolineare che possiedono circa 200 milioni di cellule olfattive rispetto alle 50 degli esseri umani».
D’altronde già per il diabete, l’epilessia e il melanoma, i cani vengono impiegati per le loro capacità «mediche» che gli consentono di percepire in anticipo crisi ipoglicemiche, convulsive o trasformazione di nei in tumori maligni.