Anais Ginori, la Repubblica 7/6/2014, 7 giugno 2014
QUEL “PRIMA” CHE FA LA DIFFERENZA NELL’ERA DEL FAST SEX
Prolungare il viaggio, esplorare, deviare, rimandare.
È il contrario dello slogan “Just do It”. Ci sono mille e uno piacevoli pretesti per non farlo tutto e subito. Il nuovo dizionario colto della semiologa francese Agnès Pierron raccoglie espressioni e parole che raccontano le manovre di avvicinamento tra i corpi, quando il sesso è ancora solo una promessa. Les Bagatelles de la Porte , titolo del dizionario, è un’espressione poetica che significa “fermarsi sulla soglia”, “stare all’uscio”. Il desiderio, scrive la studiosa, nasce in questo fragile equilibrio tra fuori e dentro.
Nell’epoca del fast-sex, dei “quickies”, le sveltine, Pierron invita a riscoprire il mistero dell’attesa. Il suo libro è qualcosa di molto diverso dalla saggistica che promuove lo slow-sex ed è sempre più popolare. Il sessuologo francese Albert Barbaro ha pubblicato Apprenez la lenteur , nel quale insegna l’“ego-concentrazione” durante i rapporti sessuali al posto della ricerca della performance e dell’efficienza, mentre il canadese Carl Honoré firma un Eloge de la lenteur per ispirarsi agli esercizi tantrici che permettono non solo di prolungare il piacere ma anche di raggiungere una “piena consapevolezza”. Una delle maggiori teoriche dello “slow sex” è Diana Richardson che predica il sesso come “forma di meditazione”.
Può sembrare un’esagerazione, un movimento un po’ dogmatico: a non tutti piace l’idea di raccogliersi in camera da letto come in una chiesa, con candele accese e silenzio religioso. Ma, al di là di mode new age e talvolta un po’ stravaganti, la semiologa Pierron ricorda, con un tocco divertito e mai volgare, un fattore culturale antico nell’approccio al sesso che si rispecchia nell’uso del linguaggio. In francese esistono un migliaio di termini sia nei modi di dire popolari che nella letteratura. Dal Medioevo ad oggi esiste un vasto repertorio di espressioni più o meno colorite: un fulcro di vocaboli, spiega Pierron, si concentra nel periodo del Settecento, in particolare tra i libertini. L’autrice ha deciso così di lanciarsi in questo strano e curioso studio dopo aver osservato quanto i preliminari siano spesso “dimenticati” non solo nella pratica, ma anche nello studio teorico. Nel famoso Dizionario erotico del 1978 firmato da Pierre Giraud, le espressioni che definiscono i preliminari occupano solo qualche riga, mentre ci sono oltre 1300 voci per descrivere l’amplesso. Non a caso Les Bagatelles de la Porte è pubblicato dall’editore Pauvert, specializzato nell’erotismo, lo stesso che pubblicò lo scabroso romanzo sessant’anni fa Histoire d’O.
L’inventario delle espressioni per definire i preliminari può sorprendere. Da “Divertirsi con la mostarda” a “Spalmare il foie gras”, i riferimenti gastronomici, nota Pierron, dimostrano che tra cibo e sesso non c’è poi così tanta differenza. Nel linguaggio più contemporaneo sono molti i paragoni con l’automobile: “Verificare la pressione dei pneumatici”, “Mettere il turbo”, “Andare al diesel”. Tante le immagini naturalistiche: “Fare le ali di farfalla”, “Sfogliare la margherita”, “Accendere la candela”. Un linguaggio di fantasia che spesso può corrispondere a più pratiche. Secondo l’autrice i preliminari assomigliano al momento della parata durante le sfilate militari: un’esibizione di forza prima dell’azione. «È anche una rappresentazione che permette di fare la guerra senza che nessuno possa ferirsi», spiega Pierron. Ma la semiologa va oltre nel difendere queste espressioni, e quel che significano nell’incontro tra due persone. Non si tratta solo di censire usi e costumi, dice, ma di difendere una filosofia di vita. «Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere — conclude — che i preliminari rappresentano un atto di civiltà. Eliminarli o anche solo trascurarli è un atto di barbarie».
Anais Ginori, la Repubblica 7/6/2014