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 2014  giugno 07 Sabato calendario

LA GALASSIA GALAN ARRIVA IN INDONESIA


VENEZIA
C’è una galassia particolare, nell’universo dei famelici che gravitano attorno al Mose. «Galassia Galan», la ribattezzano i finanzieri, con un certo gusto per il gioco di parole.
Prestanomi, partecipazioni occulte e non, azioni anonime, che messi insieme disegnano i contorni dell’enorme patrimonio nascosto dell’ex ministro. E spiegano, in parte, lo scarto tra quanto entra in casa Galan dal 2000 al 2011, 1,4 milioni di euro dichiarati, e quanto esce, 2,7 milioni.
Milano, Venezia, Indonesia, interessi nel gas e nelle consulenze sanitarie, «barche e case di lusso in Croazia», servizi finanziari. Non bastasse questo, nei suoi conti — secondo la procura — arriva molto e da tanti. Che si parli di regali in denaro contante, (lo “stipendio” di un milione garantito dalla cupola del Mose), quote di società come quelle in Adria Infrastruture, o addirittura trattori.
IL TESORO IN CROAZIA
Chi pensa che la villa trecentesca di Cinto Euganeo, quella ristrutturata grazie al milione e cento dall’imprenditore Giorgio Baita, sia il cuore di questa galassia, è fuoristrada. Ne è la facciata elegante, il frutto visibile.
Ma è guardando dentro la Franica Doo, una srl di diritto croato, che si scopre altro. È la società tramite la quale i Galan «gestiscono il proprio patrimonio estero detenuto in Croazia», patrimonio che, sulla base di un’indagine tecnica, risulta comprendere «diverse imbarcazioni, molti immobili e conti correnti ». Lo scrivono i pm nelle 400 e passa pagine della richiesta di custodia cautelare. Alla Franica Doo si affiancano la Ihlf srl, partecipata al 50 per cento dall’ex governatore del Veneto «in modo anonimo», cioè tramite la fiduciaria milanese Sirefid Spa, che opera nel settore delle consulenze finanziarie. L’altro 50 per cento è in mano a «importanti dirigenti sanitari veneti e lombardi», nonché, per il 6,25 per cento, alla fiduciaria Esperia spa «per conto di ignoti». E oltre alla Ihlf, Galan ha le mani anche su Amigdala srl, partecipata dalla moglie Sandra Persegato al 20 per cento sempre dietro lo scudo della Sirefid.
LA CASSAFORTE DI FAMIGLIA
Si chiama come la loro figlia, Margherita, la holding di famiglia. I coniugi Galan ne detengono il 100 per 100 delle quote, funge da camera di controllo per le attività di altre tre aziende: una tenuta agricola da un milione di euro a Casola Valsenio, nel Ravennate, e due società di commercio e trattamento di energia elettrica. Sono la San Pieri srl del cui capitale Galan ha «direttamente e indirettamente» il 21 per cento, per un valore di 1,3 milioni e la Energia Green Power srl, partecipata al 10 per cento. Il tesoretto italiano, accumulato come?
IL NERO SPESO IN VESTITI
«Stanno tentando di scaricare su di me nefandezze altrui, non mi farò distruggere per misfatti commessi da altri», si è difeso ieri l’ex governatore del Veneto.
C’è da spiegare però il ruolo di una delle persone a lui più vicine, il commercialista Paolo Venuti, l’uomo che la procura veneziana ritiene essere «il gestore del patrimonio illecito di Galan ». Le microspie posizionate sull’autovettura di Venuti, di recente, hanno captato una conversazione con una persona, che — annotano i magistrati — «da riconoscimento vocale pare essere Christian Penso, collega del suo studio». Durante la chiacchierata, il commercialista si lascia andare: «Fai presto a dare 100, 200 mila tanto perché le cose filino veloci... parliamo di appalti a miliardi di euro…». E l’altro risponde: «Senti, a noialtri ha fatto fare quelle fatture... tac tac... senza girarsi, cioè noi siamo tra i... tra virgolette, tra i beneficiati ». «Giancarlo è molto spaventato — chiosa Venuti — stavo tirando giù quattro dati delle dichiarazioni vecchie... non è mica facile, se dicono dimostrami come hai comprato casa, tu devi avere i dati messi in fila». A preoccupare chi tiene la contabilità di casa Galan, però, è il redditometro e i suoi possibili effetti. «Tutto il nero lo spendi... non so, vestiti, ristoranti...».
MAXI BUSINESS E PICCOLI OMAGGI
Venuti è ritenuto essere «il prestanome» di Galan. La storia del gas indonesiano ruota attorno alla Thema Italia spa, che ha sede nel suo studio, «la facciata italiana di un affare da 55 milioni di dollari». Le quote di Thema sono formalmente intestate a terzi. Ma c’è un particolare che insospettisce i finanzieri: «Il capitale è stato garantito dai coniugi Venuti attraverso un importante prestito obbligazionario di oltre 1 milione di euro, attraverso la Sirefid». Ancora la Sirefid, la fiduciaria milanese. Una serie di intercettazioni ambientali hanno convinto i pm che le operazioni della Thema costituiscano «interesse primario dei Galan». Quando a luglio del 2013 Venuti viene sottoposto a un controllo doganale all’aeroporto di Venezia Tessera, saltano fuori documenti di compravendite societarie nel sud est asiatico. Nessuna delle quali è intestata a Venuti, ma sono «riconducibili alla famiglia Galan».
In questo intreccio milionario internazionale ancora da esplorare, trovano posto pure le minutaglie. I piccoli doni. «Ha mai consegnato beni o denaro a Galan?», chiedono i pm a Nicolò Buson, responsabile amministrativo della Mantovani, arrestato nel luglio scorso. «Regalammo un piccolo trattore agricolo per la sua casa di campagna». C’è anche questo, nella Galassia Galan.

Fabio Tonacci, la Repubblica 7/6/2014