Luca Dondoni, La Stampa 7/6/2014, 7 giugno 2014
“SUOR CRISTINA? VOCAZIONE INCOMPATIBILE CON IL ROCK”
[Intervista all’ex frate canterino Cionfoli] –
Suor Cristina Scuccia, vincitrice della seconda edizione di The Voice of Italy, continua a ripetere che il suo obiettivo primario è l’evangelizzazione: «Adesso voglio tornare alle mie priorità che sono la preghiera e il servizio a scuola, fondamentali per me, anche per poi affrontare impegni di diverso tipo in futuro».
Con la vittoria al talent show la religiosa si è assicurata un contratto discografico con la casa discografica Universal (e già si parla di tour): «La settimana prossima confermerò i miei voti in attesa di quelli perpetui - dice lei -. Sono nelle braccia di Gesù Cristo e l’altra sera mi è venuto spontaneo invitare tutti a recitare il Padre Nostro. Quando andrò nelle piazze o farò il disco i testi delle canzoni testimonieranno l’amore per Dio, con parole facili da comprendere».
Chi non sembra aver compreso il messaggio di suor Cristina è Giuseppe Cionfoli, novizio cappuccino quando esordì come cantante, oggi sposato e padre di tre figli (da poco nonno), passato prima di lei dalle forche caudine dello show business: 33 anni fa partecipò a una Domenica In che gli servì da trampolino per il Festival di Sanremo, in una sorta di anticipazione dei talent show di oggi. «La suora mi ha fatto una brutta impressione. Che frenesia di vincere... Prima di conoscere il verdetto le inquadrature erano chiarissime. Si mordicchiava il labbro inferiore, guardava in basso, non riusciva a stare ferma. Non può essere la reazione di una donna che per tutti questi mesi ci ha raccontato della sua vocazione e della sua voglia di evangelizzazione. Non ci vedo chiaro».
Eppure J-Ax ha detto: «Se suor Cristina recita, bisogna darle l’Oscar. Lei è vera e vive emozioni vere».
«E ci sta, ma non mi dica che quella frase non era preparata a tavolino».
Quale frase?
«Ma sì quella cosa del “Io ho un dono e ve lo dono”. Andiamo, se hai un dono vai in Africa in mezzo ai bambini bisognosi. Fai opera di carità e in silenzio. Non vai in un talent show, non partecipi da anni ai casting per diventare una cantante. È un comportamento che stride con la vocazione cristiana, che vorrebbe un maggior distacco dalle cose terrene. Vogliamo parlare delle canzoni? Il suo pezzo è scritto da Neffa e non da cantautori che sanno come scrivere la parola di Cristo e musicarla. Mi viene in mente, per esempio, suor Cristina Damonte...».
Simon Cowell, l’inventore di Got TalentoX Factor, ha detto che l’abito da suora è stato fondamentale per il successo.
«Certo che sì. Faccio il cantante e lei non mi pare un fenomeno musicale. Per suor Cristina dovrebbe valere la frase che usano per uno spot pubblicitario: ti piace vincere facile? Vestita così e con una buona ugola le porte si sarebbero spalancate senza troppi sforzi a chiunque. In Italia poi, vabbe’... Lasciamo perdere».
Lei non le manda a dire ma non ha paura che le rammentino la favola di Fedro? Quella della volpe e dell’uva?
«Quando mi sono presentato in tv le cose andavano diversamente e c’era un altro Papa. Oggi mi sarei aspettato che, dopo i 50 milioni di clic su YouTube, la ragazza si ritirasse perché il suo scopo, l’evangelizzazione, era raggiunto. A quel punto poteva dare spazio ad altri ragazzi. Rimanendo in gara, invece, sapeva che non ce ne sarebbe stato per nessuno e che avrebbe vinto».
Come vede il futuro di questa giovane religiosa?
«Umanamente e cristianamente, se le intenzioni sono buone, spero che continui. Ma ci saranno problemi per lei e per chi le sta vicino. Le superiori nemmeno si immaginano che tsunami mediatico stia arrivando dalle loro parti. Non sarà una passeggiata, e con il cuore spero che questa ragazza scelga di fare la suora perché prima o poi i riflettori si abbasseranno. E nulla sarà più come prima».
Luca Dondoni, La Stampa 7/6/2014