Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 7/6/2014, 7 giugno 2014
IL GRIDO DI STRAMA
Siede alla destra del padre. Cioè Gianpaolo Pozzo. Perché chi lo ha voluto fortissimamente è Gino, il figlio, ma poi è il vecchio che deve dare la benedizione. E così Andrea Stramaccioni, entusiasta di un nuovo primo giorno di scuola, incassa il benvenuto del patron dell’Udinese: «Non mi soffermo più sul passato – dice Pozzo senior –, ora c’è il presente e un allenatore che abbiamo voluto, una scelta ponderata per mesi caduta sul dottor Stramaccioni. È la migliore che potevamo fare. Un giorno vorremmo vincere lo scudetto, ma partiamo dalla salvezza. Io sono un tifoso e sogno in grande». Ad Andrea Stramaccioni, che sa perfettamente che nello spogliatoio bianconero è sempre apparso il cartellone dei 40 punti, devono essere fischiate le orecchie. Ma, mostrandosi carico, simpatico e sorridente, ha usato spesso il romanesco, e poi ha detto: «Tenete buona la parte della salvezza. Scherzi a parte, sono contento perché questa società ha un modo unico di fare calcio in Europa. Farò di tutto per dimostrare che non si sono sbagliati». Strama ha usato il tu in risposta ai giornalisti, ha sempre trovato la battuta, ha ringraziato Massimo Moratti alludendo a quell’Inter che è un passato da archiviare. «Mi hanno scritto in tanti dall’Inter, ma il messaggio dell’ex presidente che mi ha portato in A è quello che più voglio ricordare. All’Inter mi lega un pezzetto di cuore, ma ora la mia testa è all’Udinese. Cercherò di capire tutto e smetterò di far vacanza, ne ho fatta fin troppa». La ferita Inter si apre per un attimo quando gli chiediamo del momento più brutto post esonero: «Il cambio di proprietà, poi avrei fatto a meno di sentire qualche dichiarazione sul mio operato».
Aziendalista Ma ora c’è l’Udinese. Nessun contatto col predecessore Francesco Guidolin. «Ma appena capiterà mi farò una lunga chiacchierata, è un onore prendere il suo posto. L’Udinese è un grande club che è sempre entrato in Europa». Non parla di singoli, né di moduli, finché non saprà chi avrà a disposizione ad Arta Terme (dove ha vinto il primo scudetto Dilettanti alla guida della Romulea contro l’Aldini di Milano). Fa un’eccezione solo per Di Natale: «Uno dei grandi campioni della Serie A. Ha fatto la storia e mi ha segnato sempre. Sarà un onore allenarlo». Per il resto si adatta già alla filosofia del club. Aziendalista, ma col cervello: «Mi è stato spiegato come pensa Gino Pozzo, a me il compito di dare valore aggiunto al progetto e moltiplicare il valore dei calciatori». Non a caso, valore aggiunto è la parola che Strama usa di più in un’ora di affollatissima conferenza, nella quale parla anche del piacere di guidare tanti giovani di prospettiva. Ringrazia il suo agente Beppe Bozzo, posa con tutti, prende maglia dedicata e sciarpa ufficiale. Loda il capitale Muriel: «Ha avuto tanti problemi fisici, ma ha enormi qualità». Non annuncia lo staff che sarà, ma Dejan Stankovic compare come per magia al Friuli. Sarà lui ad affiancare il romano Strama (immaginiamo i siparietti con Pinzi e Domizzi...) in quest’avventura friulana. Poi Artico, Brunner, D’Urso, De Guidi e Miano confermati dal club, a cui vanno aggiunti Nista, Pannoncini e Sasso di Strama. Si parte l’8 luglio e lui non vede l’ora: «Umile, ambizioso, come l’Udinese. Darò tutto per società e tifosi perché loro non amano essere presi in giro».