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 2014  giugno 07 Sabato calendario

Putin in Normandia parla con Obama e Poroshenko • Bene la Borsa e lo spread, ma per Standard&Poor’s il giudizio negativo sull’Italia non cambia • Spiate le telefonate dell’operatore Vodafone • Google, Facebook, Apple, Amazon e eBay in Italia pagano 11 milioni di tasse Putin Ieri, nell’anniversario del D-Day, Vladimir Putin in Normandia ha visto nell’ordine il premier britannico David Cameron, François Hollande, Angela Merkel, il neopresidente ucraino Petro Poroshenko e Barack Obama

Putin in Normandia parla con Obama e Poroshenko • Bene la Borsa e lo spread, ma per Standard&Poor’s il giudizio negativo sull’Italia non cambia • Spiate le telefonate dell’operatore Vodafone • Google, Facebook, Apple, Amazon e eBay in Italia pagano 11 milioni di tasse Putin Ieri, nell’anniversario del D-Day, Vladimir Putin in Normandia ha visto nell’ordine il premier britannico David Cameron, François Hollande, Angela Merkel, il neopresidente ucraino Petro Poroshenko e Barack Obama. I primi tre faccia a faccia erano previsti e programmati, ma gli altri due, in apparenza casuali, sono stati il vero colpo di scena della giornata. Quello con Poroshenko soprattutto, suggellato da una stretta di mano che è il riconoscimento di fatto della sua elezione, come ancora ieri era stato chiesto a Putin da tutti gli occidentali. Sono stati in particolare Merkel e Hollande i facilitatori del dialogo: la cancelliera gli ha ricordato la «grande responsabilità» che incombe sulla Russia nella soluzione della crisi di Kiev e la priorità assoluta di stabilizzare la situazione nelle regioni orientali dell’Ucraina. Hollande ha fatto di tutto per non dare a Putin l’impressione di essere un intruso, anzi nel suo discorso ha detto: «Voglio rendere omaggio al coraggio dell’Armata Rossa che lontano da qui, davanti a 150 divisioni tedesche, riuscì a respingerle e a sconfiggerle». Secondo la versione di Dmitrij Peskov, il portavoce del Cremlino, Putin e Poroshenko «si sono espressi per una rapida fine dello spargimento di sangue e dei combattimenti da tutte e due le parti». Necessità espressa anche nella chiacchierata con Obama. S&P Ancora si sente l’effetto positivo dei tagli di Draghi ai tassi d’interesse: le Borse europee hanno chiuso tutte in attivo e i rendimenti dei titoli pubblici dei Paesi dell’euro sono calati. Lo spread tra i Btp decennali e i Bund di uguale durata è sceso sotto 140 punti, ai livelli di aprile 2011, prima che esplodesse il terremoto sul debito sovrano. Il tasso sui titoli a 2,76%. Piazza Affari, per il secondo giorno consecutivo, ha messo a segno un guadagno dell’1,54% chiudendo a 22.290 punti, ai massimi da tre anni. Poi, però, è arrivato il giudizio di Standard&Poor’s: «La crescita dell’Italia è troppo lenta e mette a rischio la tenuta dei conti pubblici». Confermato il rating sul debito sovrano: BBB. Immutato il quadro negativo delle previsioni economiche. S&P rinvia all’autunno il suo test: «È troppo presto per valutare quanta parte del programma l’esecutivo sarà in grado di completare e in quanto tempo». Vodafone/1 Rivelazione di Vodafone: i governi di almeno sei paesi, sui 29 in cui è presente la società di telefonia, utilizzano l’operatore per effettuare controlli diretti sugli utenti. Una prassi per la quale la stessa Vodafone non riceverebbe alcun tipo di avviso da parte delle autorità interessate. Nel suo rapporto, la Vodafone ha chiesto che tutti i cavi di accesso diretto al proprio network di comunicazioni installati da servizi di spionaggio vengano rimossi. Senza fare nomi, sostiene che anche altri operatori di telefonia mobile vengono sottoposti a indiscriminati controlli di massa attraverso cavi segreti collegati ai loro sistemi. Vodafone/2 Nell’ultimo anno dalle procure e dalle forze dell’ordine italiane sono arrivate a Vodafone 605.601 richieste di dati sulle nostre utenze, senza contare le intercettazioni vere e proprie. Non ci sono magistrature e investigatori più curiosi in tutti i 29 paesi del mondo in cui opera il gigante delle telecomunicazioni. Internet Google, Facebook, Apple, Amazon ed eBay, che nel 2013 hanno realizzato in Italia circa 4 miliardi di fatturato, l’anno scorso hanno versato al fisco italiano in tutto 11,4 milioni di euro, abbattendo il loro imponibile grazie alle acrobatiche, e per loro del tutto legali, triangolazioni commerciali con Irlanda, Olanda, Lussemburgo e Bermuda. La cifra versata dai grandi di Internet è solo qualche centinaio di migliaio di euro in più di quella pagate da La Doria, industria di pelati salernitana che vale in Borsa 300 volte meno di Google, oppure un terzo dei soldi girati all’Agenzia delle entrate dalla Piaggio, o lo 0,12% dei 9 miliardi di imposte a carico dell’Eni. Google, che secondo l’Autorità delle Comunicazioni «controlla il 50-60% della pubblicità online nazionale», ha versato nelle casse di via XX Settembre lo scorso anno 1,8 milioni di imposte. Apple, che per “ Il Sole 24 Ore ” fattura da noi circa 2 miliardi, ha pagato 8 milioni di tasse, 3 in più del 2012 (ma ha chiesto il rimborso di 180mila euro di Ires). Amazon – proprietaria di un gigantesco impianto di logistica da 70mila metri quadri a Piacenza dove a fine 2014 lavoreranno mille persone – è a quota 1,6 milioni, la stessa cifra del 2013. Facebook ha firmato al fisco italiano un assegno di 175mila euro mentre eBay niente, dopo aver sborsato nel 2012 solo 8.401 euro (Livini, Rep). Ilva Il nuovo commissario per l’Ilva è Piero Gnudi, classe 1938, ex ministro del governo Monti, ex Iri, per tre mandati al vertice dell’Enel, oggi presidente di Nomisma e consigliere al fianco del ministro Guidi. La priorità, per quanto riguarda l’azienda (che ha necessità finanziarie di 4 miliardi), «è trovare nuovi azionisti».