Angelo Marchi, Avvenire 7/6/2014, 7 giugno 2014
IL MONDIALE DA’ GIA’ I NUMERI
C’è un tesoro in Brasile, e non è solo quello rappresentato dalla Coppa del mondo. A cinque giorni da Brasile Croazia e ad una settimana esatta dall’esordio della nostra Nazionale contro l’Inghilterra, sabato prossimo a Manaus, il Mondiale iniza a dare i numeri. Perchè la gloria conta, ma ci sono anche i denari.
Sono 36,5 i milioni di euro il premio messo in palio dalla Fifa per la squadra che vincerà il titolo. Abbastanza per scatenare le sotterranee commissioni che all’interno delle nazionali concertano con le rispettive Federazioni i compensi per i giocatori. Quella spagnola, aderendo ad un’operazione trasparenza poco diffusa altrove, ha reso pubblici i premi che percepiranno i suoi calciatori in questo Mondiale: 72 mila euro per superare il girone; 180 mila per raggiungere le semifinali; 360 mila per disputare la finale. E il doppio, 720 mila euro a testa, per riconfermarsi Campioni del Mondo. Cifre che, a detta della stampa spagnola sono molto superiori a quelle di altre squadre favorite per la vittoria finale: 330 mila euro per brasiliani e francesi, 300 mila per i tedeschi. L’Italia non ha ancora discusso l’argomento, ma in base alle esperienza passate, la cifra dovrebbe essere vicina al 250 mila euro a testa, sempre e solo in caso di vittoria finale.
Immediate le reazioni in Spagna: Carlos Martinez Gorrian, dell’UPyD (Unione Progresso e Democrazia) ha definito «Iinaccettabili i premi promessi ai giocatori». Insistendo sul fatto che «il calcio sembra essere una realtà lontanissima dalle difficolta dei comuni cittadini». La Federazione di calcio spagnola ha però spiegato che i premi sarebbero pienamente compatibili con gli ingressi monetari che garantirebbe vincere di nuovo il titolo mondiale:oltre al compenso incamerati dalla Fifa infatti, gli sponsor della Nazionale, che sono in totale 17 tra principali e secondari, ogni anno garantiscono un’entrata di 50 milioni. Tra l’altro, come ha fatto notare anche il tecnico Vicente Del Bosque, il pagamento di simili cifre garantirebbe anche un grosso introito anche per il Fisco spagnolo. Il volo charter degli azzurri intanto è atterrato a Rio ieri mattina (le 12 in Italia). E ha portato per la prima volta nella storia della nostra Nazionale non solo i giocatori, ma anche le loro famiglie - ancorché a scaglioni - per il primo ritiro “all’olandese” nella storia dell’Italia. Per stoppare le eventuali polemiche, la Federcalcio ha subito chiarito che tutti i familiari hanno viaggiato e sono alloggiati a proprie spese. E d’altra parte la spedizione Roma-Mangaratiba, così complessa e dispendiosa, ha già portato un utile di circa 2 milioni di euro nelle casse Figc. L’Italia, come ogni nazionale, ha infatti ricevuto 9.5 milioni di dollari (circa 7 milioni di euro) dalla Fifa (1,5 per la preparazione, 8 per la prima fase). Tra la spesa delle 90 stanze del Portobello Resort (806 mila euro), il charter, gli allestimenti del ritiro e della sala stampa di Casa Azzurri e il trasporto (è servito anche un cargo via mare per la criosauna e tutti i macchinari medici e fisioterapici, ingenti le derrate alimentari), alla voce uscita ci sono 4,7 milioni di euro: il resto, è attivo.
Il segno più nei conti Figc può salire, in relazione al cammino della squadra. La Fifa ha incrementato del 37% il montepremi globale (dai 420 milioni del 2010 a 576): la vincitrice come detto incasserà 36,5 milioni di dollari, 10 in più dell’altra finalista; il salto vero avviene tra ottavi (10,5) e quarti (15.5). Intanto, la macchina organizzativa Figc sotto il coordinamento di Stefano Balducci ha messo a punto il ritiro secondo le indicazioni di Prandelli. Due edifici del Portobello Resort di Mangaratiba, albergo sul mare 100 km a sud di Rio, interamente dedicati a squadra, tecnici e staff con le loro 90 stanze. Decisiva la presenza del campo all’interno del ritiro (la Fifa lo ha rifatto) e il sì (sudato) all’uso dell’aeroporto militare di Santa Cruz, a mezzora da Mangaratiba. Allestite poi due palestre, una dietro il campo, e una criosauna per il recupero dagli allenamenti. Quattro i ristoranti, giocatori e familiari mangeranno separati, tranne che in giorni speciali: lo spazio comune è nella lobby e attorno alla piscina. Ma il regolamento fissa rigidamente come muoversi all’interno del resort, e al personale dell’albergo per garantire la privacy degli ospiti è stato chiesto di consegnare telefonini e smartphone.
Da un’altra parte 62 stanze, la maggior parte prese dallo sponsor tecnico Puma. Dodici quelle gestite dalla Dreams Team di Andrea Mereghetti: a rotazione vi soggiorneranno compagne e qualche figlio dei giocatori, le ultime ore con la compilazione della lista dei 23 ha fatto registrare una corsa al posto. Altri raggiungeranno il ritiro azzurro solo per le seconda e terza partita, a Natal e Recife dove si tornerà alla vecchia formula di alberghi separati.
La spediazione azzurra è formata in tutto da 90 persone circa, due terzi delle quali legate alla squadra - calciatori compresi - e un terzo in rappresentanza degli uffici federali. In più sono stati aggregati quattro magazzinieri e tre cuochi. Oltre al suo vice allenatore (Gabriele Pin) invece, Prandelli ha al seguito due assistenti allenatori, due preparatori atletici (uno è suo figlio, Nicolò Prandelli), un match analist, una analista dati, due nutrizionisti, un chiropratico, quattro fisioterapisti - uno dei quali giapponese - e un podologo. Altro che 23 (+ 2 riserve) giocatori: per giocarsi un Mondiale, serve un piccolo esercito.