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 2014  giugno 06 Venerdì calendario

ACEA, VIA LIBERA AL NUOVO CDA «RIDOTTO»


ROMA
Le previsioni della vigilia lasciavano immaginare un finale molto più tormentato. E invece l’assemblea dei soci di Acea con cui il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è riuscito a imporre il ribaltone dei vertici e a ridurre il cda da 9 a 7, è filata via senza sussulti. Ma il colpo di scena non è mancato. Non sullo snellimento del board, ma sul voto delle liste per il rinnovo del cda. Scontato, infatti, il 68,62% raccolto dalla lista del Comune (in cui figurano la neopresidente Catia Tomasetti, l’ad in pectore, Alberto Irace, che sostituirà Paolo Gallo e che lunedì in cda riceverà le deleghe, e due donne, Paola Profeta ed Elisabetta Maggini), meno atteso invece il secondo tempo della partita. Con i francesi che riescono a piazzare due consiglieri nel cda (i riconfermati Giovanni Giani e Diane D’Arras), lasciando all’altro socio privato, Francesco Gaetano Caltagirone (Fincal), un solo rappresentante (il figlio Francesco Caltagirone jr).
Cos’è successo? Numeri alla mano e considerando la sterilizzazione dei diritti di voto all’8% per i privati, la lista dei francesi è riuscita a coagulare un 5% in più rispetto ai suoi consensi, mentre quella di Caltagirone ha raccolto un 2% in più in assemblea. I fondi internazionali, a cominciare da Norges Bank (che detiene il 2,02%), si sono dunque schierati con Suez Environnement. Sulla lista di Caltagirone, invece, si sarebbe registrata la convergenza della GL Investimenti di Lupo Rattazzi e Giovanni Malagò (1,6%). Gentlement agreement tra i due principali soci privati? Nessuno ufficialmente conferma l’accordo né di aver rastrellato voti, visto l’occhio vigile della Consob, ma certo in assemblea qualcosa si è mosso in zona Cesarini a favore dei transalpini. Che non hanno risparmiato bordate al sindaco, bollando la scelta di ridurre il board «come dannosa per la società e tutti gli azionisti».
Una posizione condivisa dalla stragrande maggioranza dei piccoli soci visto che, a conti fatti, Marino ha portato a casa il voto sullo snellimento del board praticamente da solo: la riduzione è stata approvata con 108.792.000 voti, il Comune ne controlla 108.611.050. Lo scarto è dato dall’Apa, l’associazione dei piccoli azionisti, che ha sposato la linea del Campidoglio. Per tutti gli altri è pollice verso. Per Caltagirone che sottolinea come la sforbiciata «non consenta l’equilibrata rappresentanza in seno all’organo di gestione», ma soprattutto per i francesi che avrebbero subito un danno a causa del deconsolidamento obbligato con un consigliere in meno. Ma Suez Environnement si è opposta anche alla sforbiciata sui compensi che ha comunque incassato l’ok dell’assemblea («il nuovo cda costerà il 30% in meno di quanto costato fino a oggi», dice Marino).
Il numero uno Gallo, apprezzato dal mercato, esce così di scena, ma prima incassa il plauso di molti azionisti. I numeri sono dalla sua: sotto la sua guida il titolo Acea è cresciuto del 148% in Borsa. E Rattazzi ha ricordato anche l’endorsement dei fondi americani che lo hanno giudicato «world class».
Partita finita, dunque? Probabilmente no. Il sindaco, in assemblea, ha ammesso per la prima volta «la revoca implicita» degli amministratori attuali per far posto ai nuovi e qualche consigliere uscente, come Andrea Péruzy, è pronto a dare battaglia. «Le argomentazioni del sindaco per la revoca sono risibili. Marino ha esposto la società ad azioni certe di risarcimento danni».

Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore 6/6/2014