Fabio Poletti, La Stampa 6/6/2014, 6 giugno 2014
LO SFOGO DELLA MOGLIE DI GALAN “È L’UOMO MIGLIORE DEL MONDO BASTA FANGO, PAGHIAMO DUE MUTUI”
Per capire quanto sia «bello il mestiere di Governatore» come amava dire e ridire Giancarlo Galan, bisogna salire fino a questo colle dove nascosta tra i fiori si erge la sua villa candida con quadruplo ingresso, arcate illuminate da lampadari in ferro battuto, una doppia barchessa per la servitù, la Porsche e la Land Rover e la Volvo station wagon parcheggiate sul ghiaietto davanti alla cappella privata con croce fra tante delizie.
Nell’ordinanza del giudice c’è scritto che la ristrutturazione della villa è stata pagata dall’impresa Mantovani con lavori per 1 milione e 100 mila euro. Piergiorgio Baita l’ex manager che elargiva è assai esplicito: «Le richieste di aiuto sulla casa me le faceva direttamente Galan». Dal ghiaietto tirato a lucido della villa, Sandra Persegato, la moglie di Giancarlo Galan, ha un diavolo per ogni ricciolo biondo: «Ma se ho due mutui ancora accesi da pagare... Vengano a vedere i conti vengano invece di tirare fango addosso a mio marito l’uomo migliore del mondo...». Stretta in un tubino nero ma con le ciabatte scamosciate ai piedi, questa ex cubista che in discoteca ha incontrato «l’uomo migliore del mondo» ha tutte le ragioni per essere arrabbiata. «Mio marito è una persona perbene... Poteva fare i soldi se rimaneva solo un dirigente...». Certo fare il direttore centrale di Publitalia 80 di Silvio Berlusconi dava belle soddisfazioni. Fare due volte il ministro non è che sia da buttar via. Ma se è vero che ha pure incassato uno «stipendio» di oltre 6 milioni di euro in sei anni per alleggerire i controlli sugli appalti del Mose come sostengono i giudici che lo vorrebbero vedere in manette non è che gli sia andata proprio malissimo.
«Mio marito ha fatto solo del bene... Stanno infangando lui e il suo lavoro... Sono sotto shock...», ripete la scintillante Sandra Persegato che ha almeno un paio di ragioni per sentirsi in una giornata no. Giudici a parte, oggi 5 giugno sarebbe pure il giorno del suo quinto anniversario di matrimonio. Celebrato proprio in questa villa appena ristrutturata davanti a 300 invitati tra i quali spiccavano Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri come testimoni e Renato Brunetta più qualche altro affondato col Mose. Dicono che lei fosse raggiante nel corpetto panna più gonna verde muschio più coroncina di fiori d’ordinanza. E che lui, il Giancarlo che col suo metro e novanta si mangia la Sandra, fosse emozionato: «Oggi è una giornata stupenda che mi ha regalato mia moglie...».
Parlare di regalie di questi tempi fa assai effetto. «Oggi ho chiesto alla Sandra se mi dava un soldo», diceva Galan quando non era più nemmeno ministro. E quando stando alle carte dei giudici chiedeva nuovamente lo «stipendio» all’impresa Mantovani anche se non faceva più il Governatore. Dire che i rapporti tra Giancarlo Galan e la Mantovani fossero stretti non rende l’idea. Non sarà stato il romanticissimo regalo di nozze che ogni donna sogna ma c’è un perché se il galante Galan ha regalato alla moglie un bel po’ di quote della società Adria infrastrutture. Dove per capirci vicepresidente era il numero uno della Mantovani Piergiorgio Baita e consigliere delegato Caludia Minutillo la potente ex segretaria del Governatore.
Solo schizzi di fango secondo la tenace Sandra Persegato che difende il marito pure se questi sono gli ultimi giorni di Pompei. «La cosa che più mi dà fastidio è il modo con cui stanno ripagando il suo lavoro. Giancarlo ha dato la sanità a questa regione. Ha dato le opere pubbliche. Adesso ci rinfacciano tutto. Questo è un Paese di ingrati». Quel «ci» plurale maiestatis è un po’ così. Molto peggio se la signora pensa di essere anima e corpo con il marito. Ma forse è solo l’effetto condizionato da questo quinto anniversario che lei passa a tenere a bada i giornalisti e lui in conclave con gli avvocati a studiare una linea di difesa.
Impresa improba da queste parti. Perché se nel paese vicino ad Arquà ci è morto Francesco Petrarca, l’automobilista che passa davanti alla villa col suv blu e fa prima un applauso e poi il gesto delle manette dà l’idea che si respira attorno alla villa con quadruplo ingresso, le arcate illuminate eccetera eccetera... «E comunque mio marito qui non c’è, è ancora in viaggio...», fa muro la Sandra innamorata dietro al cancello nemmeno sfiorato dai finanzieri che da anni lo avevano nel mirino.
L’immunità parlamentare ne impedirebbe l’ingresso. Come la targa di ottone a fianco del citofono che ricorda che questa è pure la sede della «Segreteria politica onorevole Giancarlo Galan». Niente di cafone. Solo un monito a non varcare il cancello, nemmeno fossero le colonne d’Ercole, per qualche giudice eventualmente distratto.
Fabio Poletti, La Stampa 6/6/2014