Niccolò Zancan, La Stampa 6/6/2014, 6 giugno 2014
UN’INIEZIONE DI FOLLIA
Stamina non è un metodo. Non è una cura. E’ un inganno pericoloso. Lo hanno dimostrato gli scienziati. Lo sostiene il procuratore Raffaele Guariniello, dopo cinque anni di indagini. Lo ha ribadito, tre giorni fa, la Corte europea dei diritti dell’uomo. Eppure, sulla pelle di un bambino di tre anni che si chiama Federico, affetto dal morbo di Krabbe, ancora una volta, stanno combattendo una guerra contro ogni ragionevolezza.
Mercoledì un giudice del lavoro di Pesaro ha nominato il vicepresidente di Stamina Foundation, Mariano Andolina, commissario ad acta per le infusioni. Lo ha incaricato, cioè, di trovare un medico disposto a praticare il metodo che non esiste. L’ottava infusione per Federico. Agli Spedali Civili di Brescia tutti oppongono l’obiezione di coscienza.
È un paradosso. Una storia italiana. La scienza stravolta a colpi di ordinanze. Un giudice del lavoro che si avvale di un indagato per associazione a delinquere e truffa, per obbligare un medico a «iniettare follie» contro la sua volontà. Ora, per arrivare a questa decisione, il giudice di Pesaro non è entrato nel merito.
Non è compito suo. Lo ha fatto sul malinteso diritto alle cure compassionevoli.
«Iniettare follie» è il modo con cui la senatrice a vita Elena Cattaneo, una delle massime esperte mondiali di staminali, cerca di riassumere di cosa stiamo parlando. Parliamo di un metodo mai verificato. Di iniezioni a base di liquidi di natura incerta, cellule morte e frammenti ossei. Di infusioni praticate senza le necessarie condizioni di igiene e sicurezza. Un metodo già rigettato dall’ufficio brevetti degli Stati Uniti, quando in Italia era ancora clandestino. Parliamo del nulla. Al massimo, di qualcosa che assomiglia a una specie di inutile esorcismo contro la fragilità dell’esistenza. Come testimoniano decine di pazienti che non hanno tratto alcun beneficio.
Su questo grande inganno, Davide Vannoni e Mariano Andolina hanno costruito una carriera. Dal 2007 al 2009 hanno incassato soldi per ogni trattamento, fino a 50 mila euro. Andolina è quello che al padre di Denise, una bambina gravemente malata di Torino, si è rivolto con queste parole: «Se non hai i soldi per le infusioni, manda tua moglie a battere». Soldi. Visibilità. Il passaggio dai centri estetici, al sistema sanitario nazionale. Con l’obiettivo di trasformare le staminali in un business su scala mondiale. Vannoni ha due procedimenti penali in corso. Associazione a delinquere. Truffa. Tentata truffa. Esercizio abusivo della professione medica. Abuso d’ufficio. Negli ultimi mesi, ha cercato di improvvisare una carriera politica. Come capolista alle elezioni europee per il movimento «Io Cambio», ha raccolto in tutto 2168 preferenze. La verità scientifica – quella che si basa sui dati certi e ripetibili – stava prevalendo sull’emotività. Sulla disperazione comprensibile dei parenti. Sulla leggerezza di certi servizi televisivi, davvero poco obiettivi. Ora, è evidente, nessuno può biasimare i genitori di Federico. Sono soli al cospetto della loro tragedia. Cercano il miracolo impossibile, come lo cercheremmo noi. Ma sono delle vittime. Le ultime vittime di questa guerra assurda.
Niccolò Zancan, La Stampa 6/6/2014