Francesco Colamartino, MilanoFinanza 6/6/2014, 6 giugno 2014
IN CINA SI INDAGA SULLA TRUFFA DEL RAME. E IL MERCATO TREMA
Trema il mercato mondiale del rame dopo che la scorsa settimana le autorità giudiziarie cinesi hanno bloccato le spedizioni del metallo dai magazzini del porto di Qingdao (il settimo più grande del mondo) per cercare di capire se le scorte di rame e alluminio siano state utilizzate più volte come collaterale per ottenere finanziamenti bancari. Una truffa che rischia di far esplodere la bolla del commodity financing, una pratica molto diffusa in Cina che consiste nel procurarsi liquidità in valuta estera attraverso l’importazione di materie prime. L’indagine, che ha puntato i riflettori sulla società Decheng Mining, si è concentrata per ora su 80 mila tonnellate di alluminio e 20 mila di rame, per un valore di 290 milioni di dollari. Ma con la scoperta di nuovi illeciti la cifra sarebbe già salita a 1 miliardo. Il tumulto ha ravvivato le preoccupazioni già emerse a marzo, quando il default del primo bond nazionale legato al rame aveva fatto cadere il prezzo del metallo dell’8% in tre giorni. Le banche cinesi e straniere, prima fra tutte Standard Chartered, hanno già smesso di erogare nuovi prestiti, se non a clienti iperselezionati e senza fini speculativi. E questo perché i vari istituti interessati dalla possibile truffa rischiano di avere in pancia titoli diversi per la stessa scorta di rame (solo nel porto di Qingdao ce ne sono circa 100 tonnellate). II timore diffuso è che gli effetti destabilizzanti dell’indagine possano riversarsi dal mercato cinese del rame a quello globale del credito legato al metallo. Il venire meno di questo fonte di finanziamenti avrebbe notevole impatto, dal momento che nel 2013, secondo le stime di Goldman Sachs, il commodity financing ha portato in Cina tra gli 81 e i 160 miliardi di dollari, quasi un terzo dei crediti a breve in valuta estera. Il mercato del rame ha già cominciato a suonare il campanello d’allarme. A Shanghai i premi sull’acquisto fisico del metallo sono crollati dai 120-140 dollari per tonnellata dei giorni scorsi a 90 dollari. E anche le quotazioni del London Metal Exchange mercoledì hanno subito un ribasso superiore all’1%.
Francesco Colamartino, MilanoFinanza 6/6/2014