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 2014  giugno 05 Giovedì calendario

QUEST’ESTATE VADO IN ORBITA


L’evento che si è tenuto lo scorso 1 maggio all’Explorers Club di New York ha fornito l’istantanea di un settore in espansione: quello dei viaggi spaziali commerciali. In un periodo che ha visto il pensionamento degli Shuttle della Nasa e il giro di vite sui fondi governativi per le missioni senza equipaggio, diverse start-up, la maggior parte finanziate da appassionati dello spazio dal portafoglio molto capiente, si sono fatte avanti nella speranza di conquistare questa nuova fetta di mercato. La Space exploration technologies corporation (SpaceX) di Elon Musk, che consegna carichi alla Stazione spaziale internazionale per conto della Nasa, la Virgin galactic di Richard Branson e la Xcor aerospace, che costruisce veicoli a razzo, hanno in programma per il 2014 dimostrazioni destinate a rivoluzionare il futuro dei voli spaziali.
I progressi compiuti da queste società non sono limitati soltanto a chi può permettersi il biglietto per un volo in orbita. SpaceX ha già scosso il mercato dei lanci orbitali, valutato in 190 miliardi di dollari (quasi 140 miliardi di euro), offrendo costi minori per inviare intorno alla Terra satelliti di telecomunicazione, rilevamento e ricerca. E anche il turismo spaziale è destinato a diventare low cost. «I benefici della riduzione dei prezzi non riguarderanno solo chi volerà nello spazio» afferma David Mindell, professore di aeronautica e astronautica del Mit ed esperto di storia dell’ingegneria. «A un costo di 200 mila dollari, circa 150 mila euro, più persone potranno permettersi l’acquisto di un biglietto e questo, nel tempo, potrebbe avere un forte impatto sull’intero settore». Una delle conseguenze dirette, spiega Mindell, potrebbe essere un aumento del sostegno pubblico ai viaggi interplanetari con equipaggio umano, soprattutto quando si arriverà a una situazione «in cui tutti conosceranno qualcuno che è stato nello spazio».
Oltre ai giornalisti, ai membri dell’Explorers Club e ai privati che hanno pagato 75-150 dollari per il biglietto d’ingresso, erano presenti anche numerosi ex astronauti della Nasa pronti a offrire il proprio supporto; tra questi, Michael López-Alegría, moderatore della serata e veterano di missioni Shuttle e sulla Stazione internazionale. C’era Richard Garriott, il primo astronauta di seconda generazione: il padre, infatti, partecipò a due missioni spaziali, la Skylab negli Anni 70 e quella a bordo dello Space Shuttle negli Anni 80.
La serata è stata un susseguirsi di attività, di testimonianze di turisti spaziali, di immagini di lanci di razzi, veicoli in orbita e astronavi in costruzione e al collaudo. Un’ampia offerta da parte di molte aziende: dalle opportunità di ricerca ed esperienza di voli suborbitali ai viaggi in orbita terrestre.
Lauren De Niro Pipher, capo delle relazioni con gli astronauti alla Virgin galactic, ha rivelato che il fondatore della società intende volare, a novembre o dicembre 2014, a bordo dello spazioplano della compagnia, SpaceShipTwo, insieme alla famiglia. Il volo lancerà la società nel mercato dei viaggi suborbitali; finora, ha detto Pipher, oltre 700 persone hanno versato un anticipo del biglietto, il cui costo va dai 200 ai 250 mila dollari (circa 150-180 mila euro). Bretton Alexander, responsabile dello sviluppo del business di Blue origin, ha annunciato l’intenzione della società di iniziare entro l’anno prossimo i test di volo del primo velivolo a grandezza naturale: «Diversamente da altre compagnie, non abbiamo ancora cominciato a vendere al pubblico i biglietti per i voli. Ma vogliamo farlo molto presto».
Blue origin, forse la più riservata tra le società di voli spaziali commerciali, ha sempre svelato poco di ciò che vuole offrire: voli suborbitali con equipaggio umano e, più avanti, voli orbitali. Anche Blue origin, come la Virgin, è stata fondata da un ricco imprenditore; il fondatore di Amazon, Jeff Bezos. Finora la società, con sede a Kent, Washington, ha concluso un test di volo supersonico e uno del sistema di fuga al lancio, entrambi svolti nel sito di lancio del Texas occidentale.
Alla serata di Explorers Club Chris Lewicki, presidente della Planetary resources, ex ingegnere aerospaziale e responsabile delle missioni robotiche su Marte, ha mostrato un prototipo del telescopio spaziale Arkyd-100, grande quanto un tostapane, per la localizzazione di asteroidi. Se tutto va secondo i piani, una flotta di Arkyd-100 sarà la prima a scrutare i cieli dall’orbita terrestre alla ricerca di vicini asteroidi, che potrebbero essere ricchi di risorse minerali e acqua, su cui inviare la prossima generazione di sonde Arkyd. L’acqua è una risorsa preziosa in quanto potrebbe essere utilizzata come combustibile per i razzi (se scissa in idrogeno e ossigeno) in future imprese spaziali e nei sistemi di supporto vitale. Al termine della sua presentazione, Lewicki ha riferito che Planetary resources ha in programma lanci a breve e molto frequenti. Per questo motivo, la società sta costruendo una serie di CubeSat, minisatelliti chiamati Arkyd-3, che verranno liberati dalla Stazione spaziale internazionale entro la fine del 2014.
Andrew Antonio, responsabile dei voli spaziali presso la World view enterprises, società di recente fondazione, ha mostrato un video realizzato in computer grafica dei
voli a bordo di un pallone aerostatico. La capsula per il trasporto passeggeri arriverà a circa 30 chilometri di quota, da cui sarà possibile osservare la curvatura della Terra e l’oscurità dello spazio. Il viaggio, che costa 75 mila dollari (circa 55 mila euro) scontato per i membri dell’Explorers Club, sarà più accessibile rispetto a quelli offerti dalle compagnie concorrenti che organizzano voli su razzi, ma non raggiungerà la stessa altezza. Antonio ha inoltre affermato che la società ha in programma un piccolo test del veicolo nel giro di un mese.
Khaki Rodway, responsabile della vendita e delle operazioni del carico utile presso Xcor, ha mostrato alcuni video della costruzione della navicella suborbitale Lynx a Mojave, in California, e il profilo di un cliente di Xcor. Il biglietto per un volo sulla Lynx, che si trova nell’aviorimessa a poca distanza dal piazzale dello stesso spazioporto dove la SpaceShipTwo della Virgin galactic è in fase di test di volo, costa 95 mila dollari (quasi 70 mila euro) e la società spera che Lynx inizi a volare entro la fine di quest’anno. Ma l’ambizione è quella di andare ben oltre l’atmosfera terrestre: due delle società presenti all’evento all’Explorers Club puntano, infatti, alla Luna.
La Lunar lion, con sede alla Pennsylvania State University (Università statale della Pennsylvania) ha in programma di far sbarcare sulla Luna un veicolo spaziale grande quanto un tavolino entro dicembre 2015, nell’ambito del concorso Google Lunar X Prize. Il premio da 30 milioni di dollari del Glxp, nome con cui è conosciuto, è l’incentivo più alto mai offerto.
Durante la sua presentazione, Tom Shelley, presidente di Space adventures, la società che ha permesso a Garriott di raggiungere la Stazione spaziale internazionale, ha affermato, relativamente a quello che sarebbe finora il viaggio spaziale più ambizioso e costoso della storia, che la società ha già venduto due biglietti dal costo minimo di 150 milioni di dollari (quasi 110 milioni di euro) per il volo turistico circumlunare.
La missione è in programma per il 2017 o il 2018 e intende replicare l’impresa dell’Apollo 8 della Nasa, che nel 1968 ha circumnavigato la Luna. Come per tutte le altre missioni dirette verso la Stazione spaziale internazionale che la società offre a partire dal 2001, verranno utilizzati componenti hardware di fabbricazione russa che saranno gestiti da un cosmonauta professionista. Al termine della sua presentazione, Shelley ha riferito che i clienti del volo lunare preferiscono mantenere l’anonimato fino alla partenza.