Anna Maria Greco, Il Giornale 6/6/2014, 6 giugno 2014
IL MARITO CAMBIA SESSO MA RESTA CON LA MOGLIE «NOI, PRIME SPOSE GAY»
IL MARITO CAMBIA SESSO MA RESTA CON LA MOGLIE «NOI, PRIME SPOSE GAY» –
Può una donna rimanere sposata con il coniuge che ha cambiato sesso? La Corte costituzionale alla sua prossima udienza pubblica, quella del 10 giugno, si troverà investita di questa domanda che dire delicata è poco. La risposta che darà il giorno dopo, alla fine della camera di consiglio, potrebbe aprire un varco nel nostro ordinamento per il riconoscimento delle unioni omosessuali. Un varco spalancato, perché di fatto cancellerebbe il principio del matrimonio solo tra uomo e donna, due persone di sesso diverso. «Se la Corte costituzionale ci darà ragione, sarà il precedente per introdurre anche in Italia il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Saremo le prime spose gay», ha detto Alessandro Bernaroli, bancario 43enne diventato Alessandra nel 2009 dopo un’operazione chirurgica in Thailandia. Nel 2005 ha sposato una donna che ha ora il suo stesso nome ma, dopo il riconoscimento del cambio di sesso del Tribunale di Bologna, il Comune ha annullato le nozze celebrate in chiesa. «Mi aveva cancellato lo stato civile - racconta -. Non ero più sposata, né nubile, né celibe. Ci hanno scritto “stato civile non documentato” ».
Nel nostro ordinamento funziona così, lo scioglimento è obbligato e il coniuge del transessuale viene solo informato. Ma loro non ci stanno. Vogliono rimanere sposati anche adesso che lui è diventata lei. Non accettano, insomma, il «divorzio imposto» per legge, automatico dopo la sentenza che corregge il genere di uno dei due. Alessandra e Alessandra rivendicano insieme il diritto di rimanere sposati.
In tribunale e in Corte d’appello a Bologna hanno perso la battaglia legale, ma in Cassazione no: l’anno scorso ha sollevato la questione di costituzionalità, tirando in ballo una serie di articoli della Costituzione: 2, 3, 10, 24, 29 e 117. Così, si è arrivati nel Palazzo della Consulta, dove il caso sarà illustrato martedì dal relatore Mario Morelli; i due coniugi saranno difesi dagli avvocati Anna Maria Tonioni e Francesco Bilotta e per l’Avvocatura dello Stato parleranno Gabriella Palmieri e Attilio Barbieri, che ha già seguito il ricorso in Cassazione. Ha chiesto di costituirsi anche l’Associazione Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender LGBT, rappresentata dal legale Giovanni Genova, ma non è detto che sia ammessa.
Diciamo subito che la situazione è del tutto nuova e ogni possibilità è aperta. Se molti giuristi considerano la differenza di sesso presupposto imprescindibile di un matrimonio non solo all’inizio ma in tutto il percorso, una parte della dottrina sostiene che non sarebbe corretto interrompere una comunione di vita, un contratto valido perché stipulato quando i due erano uomo e donna, senza che gli interessati si pronuncino. Vuol dire che si potrebbe arrivare ad uno scioglimento solo in caso di domanda del coniuge del trans . E dunque che sarebbe possibile mantenere un matrimonio tra due uomini o due donne. Come nel caso di Alessandra e Alessandra. Di qui a riconoscere le unioni gay il passo è molto breve.
Anche perché nel 2010 la Corte costituzionale, con la sentenza numero 138 scritta da Alessandro Criscuolo, ha ribadito che la diversità tra i sessi è alla base del matrimonio, ma ha richiamato il parlamento alla responsabilità di garantire e tutelare anche per le coppie omosessuali. Perché a due persone dello stesso sesso che convivono stabilmente «spetta il diritto di vivere liberamente una condizione di coppia ottenendone - nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri».