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 2014  giugno 05 Giovedì calendario

UN MILIONE L’ANNO E I LAVORI NELLA VILLA COSÌ PAGAVANO LO “STIPENDIO” A GALAN


VENEZIA.
Il penultimo governatore del Veneto, Giancarlo Galan, era a libro paga dei costruttori del Mose. Per cinque anni almeno. Uno stipendio annuale, tra i novecentomila euro e il milione. Ricevuti tra il 2005 e il 2008, gli anni in cui il presidente doveva velocizzare gli uffici tecnici, ammorbidire la commissione di salvaguardia e pure la sezione controllo della Corte dei Conti di Venezia, chiamata a verificare le procedure dell’opera.
Gli inquirenti hanno individuato un altro «stipendio da un milione» intascato da Galan nel 2012, stagione in cui i cantieri in laguna presero velocità. Corruzione contro i doveri d’ufficio, è ora l’accusa. La cifra di «profitto» stimata è di 4-5 milioni di euro. A questa contabilità giudiziaria dovrà essere aggiunta l’evasione fiscale: «Galan non ha pagato alcuna imposta sul reddito sulle persone fisiche», si legge nell’ordinanza. Gli «stipendi annuali» girati dal presidente del Consorzio Nuova Venezia, Giovanni Mantovani, avevano un percorso lungo, per non farli emergere. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso (ora in carcere), ritirava i contanti dall’imprenditore Mazzacurati, quindi li consegnava alla sua segretaria che portava il denaro direttamente a Galan.
La Procura di Venezia sostiene che il presidente regionale abbia fatto lavorare imprese legate alla Mantovani (capofila del consorzio Mose) con le quali «era in debito di favori». E ancora, Galan e il suo assessore faccendiere Chisso, tramite prestanome, avevano quote sociali (il 7%) nella Adria Infrastrutture, controllata direttamente dalla Mantovani spa e formalmente rappresentata da Claudia Minutillo, 51 anni, per molto tempo potente segretaria dello stesso Galan. Il presidente della Regione avrebbe agevolato le richieste di Project Financing dell’Adria Infrastrutture. Attraverso un architetto di fiducia, poi, Galan controllava anche il 70% di Nordest Media, altra società del gruppo Mantovani.
La segretaria particolare, Claudia Minutillo, era stata incaricata di portare a San Marino i fondi neri «Regione Veneto-Mose». Da lì, i contanti venivano dirottati (e riciclati) in una serie di conti all’estero da William Colombelli, burattinaio della finanziaria Bmc. L’ex segretaria personale, ribattezzata a Venezia La Dogetta, a San Marino era diventata un’aggressiva imprenditrice e con la Bmc Broker attivava appalti banditi dalla Regione e l’organizzazione di eventi da celebrare in Laguna. Nel febbraio 2013 la Minutillo è stata arrestata per frode fiscale insieme con l’ex amministratore delegato della Mantovani spa, Piergiorgio Baita, lo stesso che ha raccontato di avere consegnato 200mila euro alla Minutillo «come contributo elettorale alla campagna del presidente Galan all’hotel Santa Chiara». In cinque interrogatori (l’imprenditore Baita, il suo braccio destro Buson, la stessa segretaria Minutillo) si parla dell’architettura finanziaria creata da Galan per far ristrutturare la sua villa a Cinto Euganeo, nella provincia di Padova, senza spendere un euro e occultando i lavori in una serie di sovrafatture mascherate da lavori per il Mose.
La ristrutturazione della prestigiosa villa costò 1,8 milioni. Galan l’aveva acquistata nel 2007 e, subito, aveva affidato i lavori di ristrutturazione all’architetto amico Danilo Turato. Il cantiere durò due anni e, su consiglio del commercialista di Galan, Paolo Venuti, l’architetto emise fatture gonfiate per alcuni lavori realizzati nella sede della società Mantovani e al mercato ortofrutticolo di Mestre. Da quei sovrapprezzi si riuscì a ricavare un milione e centomila euro: il costo della ristrutturazione eccetto il rifacimento della Barchessa, il corpo laterale dell’edificio. I 700 milioni mancanti Galan li troverà nel 2011. Come? Farà chiamare l’ad della Mantovani, Piergiorgio Baita, «tramite l’addetto stampa Miracco» e gli chiederà di mettersi in contatto con il suo commercialista. Sarà il professionista a chiedere a Baita un aiuto per una parte delle spese. «Ma Galan ha voluto incontrarli di persona», ha raccontato l’amministratore ai pm, «e nel suo ufficio mi chiese esplicitamente di coprire le fatture dell’architetto Turato». Nel 2009 Galan inaugurò la villa con il suo matrimonio con Sandra Persegati: trecento invitati, tra cui Berlusconi e Dell’Utri. Nel 2010 chiuse il mandato in Regione, «...pure il presidente ha continuato a chiedermi denaro: diceva che era diventato ministro e che avrebbe avuto ancora più potere sui miei affari». È sempre Baita a parlare a verbale.
L’ordinanza racconta di un tentativo di influenzare l’indagine in corso da parte dello stesso Galan e della Minutillo (L’imprenditore Mantovani aveva acquistato a caro prezzo (un milione e mezzo di euro) il 51 per cento del giornale «Il Punto». Questo perché «era un contatto romano di gente appartenente ai servizi», Cicero e Manganaro, e Mantovani doveva pagarli «per avere informazioni e per vedere di deviare l’inchiesta». Lo ha raccontato nell’interrogatorio del 19 marzo 2013 la Minutillo: «Gli inquirenti venivano pedinati e controllati». A settembre, sulla questione, è stato arrestato il vicequestore di Bologna Giovanni Preziosa, già assessore in quella città. Infine, sarebbe stato il magistrato Raffaele Tito, detto «lo zio», a rivelare la presenza una microspia della procura nell’auto della segretaria.

Corrado Zunino, la Repubblica 5/6/2014