G. C., pagina99 31/5/2014, 31 maggio 2014
LA PENNICHELLA AZIENDALE DALLA FORD A GOOGLE
Alla metà degli anni Venti Henry Ford scoprì una verità che ancora oggi alcuni imprenditori dimenticano: i lavoratori troppo stanchi rendono meno. E così, per il bene della ditta, decise di ridurre la settimana lavorativa da sei a cinque giorni, e l’orario giornaliero ad appena otto ore (ma per rendersi conto di cosa significasse lavorare in uno stabilimento della Ford, basta leggersi le pagine, terrificanti, che Céline dedica alle catene di montaggio del colosso delle auto).
Un’intuizione simile a quella di Ford l’ebbe il re della prima colazione, Will Keith Kellogg, che sostituiva i tre turni da otto ore con quattro da sei, ottenendo effetti straordinari sulla produttività e sull’umore della manovalanza. E così i signori del capitalismo Usa, nel nome dell’efficienza, trasformavano in realtà (o addirittura superavano) lo slogan formulato un secolo prima dal socialista utopico Robert Owen: otto ore per lavorare, otto ore per divertirsi, otto ore per dormire.
Naturalmente quando gli operai sono più riposati si verificano anche meno incidenti sul lavoro: e infatti negli Stati Uniti il diritto al riposo e al tempo libero diventava, negli anni Sessanta e Settanta, un cavallo di battaglia di sindacalisti, spesso formati nelle scuole cattoliche, consapevoli che il relax serve «tanto al corpo quanto allo spirito». Le cose iniziarono a cambiare solo negli anni Ottanta, con Ronald Reagan e il culto della carriera: se nel 1942 appena il 3% degli americani dormiva cinque ore o meno a notte, nel 1990 il dato raggiungeva il 14%, mentre si riducevano al 5% (contro il 14% del 1942) gli americani che di ore ne dormivano a notte nove o più.
«Probabilmente gli statunitensi non dormono abbastanza. – dice a pagina99 Karl Anders Ericsson, docente di psicologia alla Florida State University ed esperto mondiale in materia di prestazioni professionali – In un nostro studio abbiamo scoperto che i migliori musicisti dormono più di quelli meno bravi, principalmente perché fanno delle pennichelle nel primo pomeriggio».
I risultati sono concreti: si è scoperto, per esempio, che concedendo sonnellini di 40 minuti ai controllori di volo, questi migliorano in modo importante le loro performance lavorative (aumentando così la sicurezza dei cicli). La Nasa qualche anno fa ha lanciato un programma per insegnare ai propri astronauti come farsi una pennichella a regola d’arte. E da Google a Proctor & Gamble, da Cisco Systems ad Apple, cresce il numero di multinazionali che concede il sonnellino ai propri dipendenti. Per non parlare di chi, ben conscio di quanto sia dannoso lo stress sul luogo di lavoro, mette a disposizione, nella propria azienda, palestre e centri-relax.
G. C.
(Gabriele Catania)