Francesco Spini, La Stampa 4/6/2014, 4 giugno 2014
MALPENSA, IL FUTURO È UN’INCOGNITA IL FRONTE DEL NORD SULLE BARRICATE
L’ennesimo salvataggio di Alitalia mette in allarme - una volta di più - il sistema degli aeroporti di Milano. Dopo che i «patrioti» nel 2008 hanno sancito la fine dello status di hub di Malpensa, trasferendo la gran parte dei voli intercontinentali a Roma Fiumicino, per tutta la giornata sono girate indiscrezioni secondo cui, col patto stretto tra Alitalia e Etihad, lo scalo varesino rischierebbe la serie B o peggio. Nell’accordo «mi pare che ci sia l’idea di ridurre Malpensa, di ridurne i voli e le capacità, danneggiando quindi l’aeroporto e l’intero sistema aeroportuale lombardo: chi pensa questo avrà l’ostilità della Regione Lombardia e non solo», ha minacciato ad esempio il governatore Roberto Maroni, dicendosi «molto preoccupato». Anche secondo il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, Malpensa «non può e non deve essere in alcun modo penalizzata dall’eventuale accordo Alitalia-Etihad. Lo scalo deve essere, invece, rilanciato e rafforzato, soprattutto in vista di Expo ma anche per il futuro da protagonista internazionale del nostro territorio».
Ha dovuto intervenire Alitalia, in serata, per smentire «categoricamente la notizia di una qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all’aeroporto di Malpensa». La compagnia «ribadisce invece l’intenzione, nell’ambito delle trattative per l’ingresso di Etihad in Alitalia, di rafforzare la presenza della compagnia nell’aeroporto di Malpensa attraverso una crescita dell’attività cargo e un incremento dei voli intercontinentali anche in occasione del prossimo Expo che, come dimostra il recente accordo “Italiani nel mondo”, vede Alitalia in prima linea a supportare l’iniziativa». Il primo segnale di questo rafforzamento potrebbe arrivare a inizio 2015 con un nuovo volo per Shanghai. Nel frattempo, anche il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, si è detto «stupito dai commenti sul piano industriale», opera di «molti che dimostrano di non averlo letto» e che si basano su «voci che sembrano dettate da chi non vuole che l’accordo con Etihad vada in porto». E ancora: «Faccio solo una domanda a tutti: passare da 11 frequenze settimanali a 25, più che raddoppiando i voli, vuol dire ridimensionare Malpensa o rilanciare?». Per il ministro l’accordo porterebbe invece «incremento e sviluppo per tutto il sistema aeroportuale italiano».
Niente derby Linate-Malpensa, quindi? Di certo la richiesta pressante degli Emiri è quella di potenziare Linate. Che oggi - più precisamente dal decreto Bersani bis, datato 2001 - ha delle limitazioni nel numero dei collegamenti con scali comunitari, pone il divieto di voli verso aeroporti extra Ue e circoscrive il tipo di aeromobili utilizzabili: devono essere «narrow body», a fusoliera stretta, con corridoio singolo, tipico degli aerei utilizzati per tratte brevi. Ecco, tutto questo deve cambiare per poter permettere ad Etihad-Alitalia il collegamento con la base di Abu Dhabi (da cui poi far decollare i passeggeri per le destinazioni di Medio Oriente e Sud Est Asiatico) e con la base di Etihad Regional a Zurigo, e aumentare poi la frequenza dei collegamenti con Berlino, dove ha sede la partecipata Air Berlin, e con la Serbia, dove c’è un’altra «costola», la ex Jat Airways. Una ragnatela di cui Linate, l’aeroporto preferito dai milanesi, diventerebbe uno snodo importante, accanto, ovviamente, a Fiumicino. È possibile che Linate più forte possa danneggiare Malpensa? Dal 2008, quando Alitalia smantellò 2 voli su 3, nello scalo varesino è rimasto pochino dell’ex compagnia di bandiera, almeno in termini di collegamenti intercontinentali. Attualmente partono voli per New York e per Tokyo, più tre collegamenti settimanali con San Paolo, in Brasile. Nel 2007 transitavano dallo scalo 11,4 milioni di passeggeri Alitalia, 6,9 milioni dei quali fatti di transiti. Nal 2013 i clienti dell’ex compagnia di bandiera che usano Malpensa sono stati 1,4 milioni, pochissimi (circa 80 mila) in transito. In compenso le altre compagnie sono cresciute passando da 12,3 milioni di passeggeri a 16,3 milioni. Certo, Malpensa ha virato sempre più sul low cost, ma ha anche aperto ad alcune compagnie che vedono il Nord Ovest del Paese come bacino importante per raccogliere clienti per i propri voli intercontinentali. Il caso più eclatante? Emirates che ieri ha confermato il proprio impegno a Malpensa, nonostante tutto.
Francesco Spini, La Stampa 4/6/2014