Nadia Ferrigo, La Stampa 4/6/2014, 4 giugno 2014
COLLOQUIO DA MANAGER COL TRUCCO E PER UN GIORNO LAVORI GRATIS
Cercano commesse, promettono una carriera da manager, reclutano venditori porta a porta. Per il primo giorno, gratis. Cresce la disoccupazione tra i più giovani, crescono a dismisura i colloqui costruiti ad arte da improbabili multinazionali, specializzate per lo più nel cambiare logo, nome e ufficio a tempo record. Appena chiudono da una parte, eccole rispuntare da un’altra. E nonostante il web sia zeppo di segnalazioni e testimonianze, la fame di lavoro è così tanta che troppi ammettono: so che è una fregatura, ma va bene tutto piuttosto che un altro giorno ad aspettare una telefonata che non arriva mai.
Certo con Inter Italia, agenzia con filiali a Milano, Torino, Firenze e Padova, ma che si presenta come una «multinazionale nata in America che ora ha varie sedi anche in Europa», questo non succede: appena qualche ora dopo aver inviato la candidatura, ecco arrivare la convocazione per il primo colloquio a Torino, complesso «Piero Della Francesca». Le indicazioni per raggiungere l’ufficio sono affidate a fogli protocollo malconci appiccicati con lo scotch lungo la parete, la porta è rotta, il bagno inservibile, la radio sempre a tutto volume, così da non far sentire i colloqui che si svolgono a ripetizione nella stanza accanto, decorata da titoli, fotografie e trofei targati curiosamente Credico: altro nome, stessa sceneggiata. E si può a buon diritto supporre, stessi attori protagonisti.
Del lavoro da commessa nessuna traccia, ma quel che viene proposto ai malcapitati è ben più allettante: diventare manager di una filiale, e in tempi non brevi, ma brevissimi, dai sei ai dieci mesi. Non serve nessuna competenza specifica, se non tre qualità: «etica del lavoro, buona attitudine e mentalità da studente». L’esaminatore, dopo aver snocciolato grandi nomi di società di energia elettrica e volontariato e scarabocchiato qualche appunto, conclude con il classico «Le faremo sapere».
Ma niente paura, la sera stessa Inter Italia richiama e conferma: si può passare al secondo colloquio, che però dura una giornata intera, prova sul campo compresa. E così una dozzina di aspiranti commesse, in teoria con un futuro da capitani d’impresa, si trovano a scarpinare per tutto il giorno tra i paesi della provincia torinese, bussando porta a porta per vendere le promozioni di una noto operatore di energia. Senza intascare nemmeno un euro, come ben specificato – questo sì – su una liberatoria dove si accetta di partecipare alla giornata di «formazione» rinunciando a ogni compenso. Una volta rientrati in ufficio, ecco il contratto: nessun rimborso spese, ma una provvigione. Anche se il guadagno promesso è tra i 250 e i 300 euro a settimana, chi ci è passato spiega che se si riesce a rientrare delle spese della benzina è già molto.
«Le grandi aziende spesso non sanno chi sta oltre il primo livello della lunga catena di appalti, subappalti e contratti di agenzia – commenta Eric Poli, della Nidil Cgil di Torino -. Ad esempio i gestori telefonici appaltano a call center esterni le famose chiamate di vendita o di promozione, ma difficilmente hanno traccia dei subappalti. E così si arriva anche al finto collaboratore in nero della ditta nel sottoscala. Se a volte c’è più attenzione su truffe e falsi contratti, difficilmente il committente indaga sul rispetto del diritto del lavoro o dei contratti nazionali». A fine giornata, sono pochissimi quelli che scelgono di firmare con Inter Italia, ma poco importa: il meccanismo funziona finché c’è chi è disposto a tutto, anche a lavorare gratis per un giorno. Materia prima che purtroppo sembra non mancare mai.
Nadia Ferrigo, La Stampa 4/6/2014