Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/6/2014, 4 giugno 2014
I PICCIONI SONO TOPI CON LE ALI
da Berlino
Al Parlamento europeo arriva con l’1%, e un deputato, anche il Tierschützpartei, il partito degli animalisti, grazie alla Corte Costituzionale che ha dichiarato antidemocratico ogni sbarramento. I tedeschi amano gli animali, si sa, cani e gatti, tengono in casa scimmie e pitoni, vipere e vedove nere.
In estate qualcuno libera coccodrilli diventati troppo ingombranti nei laghetti, con conseguente panico tra i bagnanti, le carpe e i lucci. Ogni giorno su qualche canale ci si imbatte in una trasmissione sugli animali, sui dugonghi e gli ornitorinchi, o sulla vita quotidiana negli zoo del paese. Specialisti insegnano come rieducare pechinesi nevrotici, cani da combattimento e gatti anarchici. O offrono gratis a spettatori compassionevoli i reclusi nei canili.
Spendono milioni all’anno per cibi speciali, prodotti dietetici, psicologi e medici, specialisti omeopatici, per cappottini e impermeabili, ma non solo: sulle autostrade costruiscono ponti riservati ai cervi e ai cinghiali perché possano trovare l’anima gemella e riprodursi senza pericolosi attraversamenti, oppure sottopassi per i rospi, rane e lucertole. E sui fiumi, alle chiuse creano «scale», non saprei come altrimenti definirle, per consentire la risalita dei salmoni.
Qualcuno, come sempre, esagera. A Stoccarda, come a Venezia, hanno proibito di offrire mangime ai piccioni. Sulla città svolazzano almeno 30 mila pennuti, che depositano a testa 12 chili di feci all’anno, il che fa una tonnellata al giorno. Trovano da mangiare senza problemi tra i rifiuti, come i bambini sono ghiotti di patatine fritte, abbandonate nei bidoni davanti ai fast-food. Chi offre mangime viene multato.
Ma una signora, Therese D., 35 anni, ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo: il divieto lede i suoi diritti civili. Ogni tedesco deve essere libero di amare o meno gli animali, anche se i colombi sono troppi. Belli da vedere, ma dannosi, e pericolosi. Sono dei topi con le ali, si difendono al municipio, sporcano e diffondono malattie. E citano il romanzo Die Taube, il piccione, di Patrick Süskind, il fortunato autore de Il profumo, in cui il volatile si trasforma quasi in un mostro.
In tribunale, gli esperti del comune, hanno dimostrato che contro l’invasione dei piccioni non serve nulla: né abbatterli a fucilate né le pillole anticoncezionali, solo il divieto di distribuire mangime ottiene qualche effetto. Therese si è fatta accompagnare dalla madre Gertrude: la genitrice ha sostenuto di aver patito la fame da bambina nell’immediato dopoguerra, e che soffre a vedere i piccioni affamati. Non si può vietare per legge di amare gli animali. Del caso si sono occupati i giornali nazionali, i tedeschi si sono divisi in due partiti.
Quando ero corrispondente a Parigi mi trovai nella stessa situazione. Abitavo in una soffitta, dove vivere altrimenti nella Ville Lumière?, e orde di piccioni mi svegliavano passeggiando sul tetto. Le mie vicine, nel vecchio quartiere, erano tutte anziane signore, divise in due fazioni: le amanti dei gatti e quelle dei piccioni. Impossibile trovare un compromesso, anche avendo il talento diplomatico di Kissinger. E io non potevo inimicarmi le vicine, che mi aiutavano nella vita quotidiana da single, le une e le altre. Infine, un inglese mi consigliò un sistema sicuro: lanciare sul tetto palline di natftalina. Les pigeons, die Taube, the doves, non sopportano l’odore. Scomparvero e io risolsi i problemi di condominio.
Non ho fatto in tempo a consigliare Frau Therese e la città di Stoccarda, anche se dubito che gli abitanti siano disposti a comprare tonnellate di naftalina. La signora ha perso, e anche i colombi. Ora lei e la madre vogliono ricorrere alla Corte Costituzionale. Prima o poi se ne occuperanno i burocrati di Bruxelles.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/6/2014