Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 4/6/2014, 4 giugno 2014
ALITALIA, NEL PIANO 2.500 ESUBERI
ROMA
Gli esuberi di Alitalia previsti dal progetto di accordo con Etihad Airways sono «attorno a 2.400-2.500». Lo ha detto ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, provocando reazioni dei sindacati, soprattutto della Cgil.
La cifra non si discosta da quella che circolava da tempo, si parlava di circa 2.600 dipendenti in esubero (su 13.500 totali) chiesti da James Hogan, l’amministratore delegato di Etihad. Ma è la prima volta che viene detta da una fonte ufficiale. La grana è stata tenuta sotto silenzio ufficiale fino alle elezioni europee.
Adesso «Alitalia dovrà incontrare i sindacati», ha detto Poletti. L’azienda intende affrontare l’argomento con i sindacati dopo il consiglio di amministrazione, convocato per dopodomani alle 15,30, che deve esaminare la lettera con le condizioni per l’offerta inviata da Etihad il 2 giugno. L’intenzione dell’a.d., Gabriele Del Torchio, è di dare una risposta positiva per far partire subito la trattativa finale con gli emiratini per scrivere il contratto, che richiederà un mese di lavoro serrato.
Prima del cda di venerdì però c’è ancora del lavoro da fare, bisogna chiarire come sistemare il debito. Come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, il governo si è impegnato a mettere d’accordo le banche con un nuovo confronto.
Etihad ha detto sì alla controproposta delle banche, disponibili a cancellare solo un terzo dei 560 milioni di debiti che il vettore arabo non vuole entrino nella nuova Alitalia. Gli altri due terzi di questi debiti verranno convertiti in capitale dell’attuale Alitalia-Cai. Ora è da definire come distribuire il sacrificio tra le banche. Un punto sensibile è la posizione della Popolare di Sondrio, esposta per 90 milioni, che si sente penalizzata dallo schema di accordo. Le due banche più esposte sono Intesa Sanpaolo e Unicredit, che sono anche azioniste di Alitalia. L’a.d. di Intesa, Carlo Messina, ha detto: «aspetto di vedere i termini di cui si parla» nella lettera di Etihad «e, se ci sono delle condizioni che rappresentano una prospettiva favorevole per l’azienda, le valuteremo».
È previsto inoltre che i soci attuali assumano l’impegno a versare fino a 200 milioni di nuovo capitale (equity commitment) di Alitalia-Cai se sarà necessario per coprire i costi del contenzioso pregresso. Le attività di volo e i contratti saranno conferiti da Cai a una nuova società, nella quale Etihad entrerà con il 49% circa, con un investimento complessivo fino a 560 milioni. Per la «new company» è ripresa a circolare la voce che il presidente potrebbe essere Luca Cordero di Montezemolo, che ha agito come «facilitatore» a favore della compagnia degli Emirati Arabi.
Il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi, ha replicato a Poletti chiedendo «un confronto sul piano o saranno guai». «Come da copione – dice Rossi – il ministero del Lavoro spara numeri su esuberi Alitalia». «Finché non avremo preso visione del piano industriale non faremo alcun commento», ha detto il segretario generale Cgil, Susanna Camusso. Il segretario della Uil Luigi Angeletti è apparso più disponibile, ha detto no «alle barricate. Si fanno le trattative, si cerca un ragionevole compromesso».
Tra i punti aperti dell’operazione Etihad-Alitalia c’è anche il decreto in preparazione al ministero dei Trasporti per lasciare ad Alitalia, o ad altre compagnie partner di Etihad (come Air Berlin e Etihad Regional), gli slot a Milano Linate che Alitalia non userà più con la prevista riduzione dei voli. L’intenzione è anche quella di aprire Linate a voli navetta verso Abu Dhabi, fatti con Airbus 320. Oggi da Linate si vola solo verso capitali nella Ue e una revisione del regolamento richiederà un confronto con la Ue e le altre grandi compagnie europee che temono di essere discriminate. Ma un ampliamento dei voli a Linate riapre la ferita, mai guarita, di Malpensa, aeroporto che piace meno ai passeggeri milanesi perché più distante dalla città. Bruxelles vigila anche su un altro aspetto rilevante. «La maggioranza della compagnia deve essere in mani europe, così come il suo controllo. In caso contrario l’Italia violerebbe il regolamento 1008/2008», ha avvertito il portavoce del commissario Ue ai Trasporti.
Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 4/6/2014