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 2014  giugno 04 Mercoledì calendario

IL MISTERO DEI 300 CONIGLI

L’illusione, la mia, dura pochi secondi. Silvan non viene, mi dicono. Tony Binarelli invece è qui, seduto sulla poltrona accanto alla mia. È il weekend delle Europee, dev’essere per quello che finiamo per parlare di economia e «massimi sistemi».
Eppure ripenserò a quella conversazione come a un presagio quando, dopo due giorni trascorsi a parlare con illusionisti di tutto il mondo, torno a casa pensando che nella politica italiana, e non solo, un pizzico di magia potrebbe risolvere tante cose.

Scampato al naufragio
Dal 2008, a Saint-Vincent, si svolge ogni anno uno dei più importanti congressi magici al mondo. Un evento da non perdere per i circa 2 mila illusionisti italiani «professionisti» e per gli hobbisti del settore.
Tra il Grand Hôtel Billia, che ospita la convention, e il casinò lì a due passi, la concentrazione di maghi è impressionante. Giuro di aver visto in meno di venti metri quadrati il Mago Forest, Raul Cremona, Marco Berry, Il Grande Jabba e Francesco Addeo. Solo per citare gli italiani.
Presidente dell’associazione Masters of Magic che organizza il congresso è Walter Rolfo, torinese, 42 anni, illusionista, e poi autore e conduttore di programmi Tv come Voyager, «perché a un certo punto avevo rinunciato alla magia per fare Tv». Se è tornato sui suoi passi lo deve, involontariamente, all’ex direttore di Raidue Antonio Marano: «Alla prima riunione mi disse: “Bello il programma, ma senza figa non funziona”. Così mi misero a fare un reality: dopo poche settimane ho detto basta».
Rolfo ha iniziato a fare l’illusionista a 12 anni, ha stabilito tre record del Guinness dei primati, tra cui il maggior numero di conigli fatti uscire da un cilindro (300) e di bicchieri rotti con la forza del pensiero (66), e nel 2012 è scampato al naufragio della Costa Concordia. È lui a organizzare il Campionato mondiale di magia che si terrà a Rimini nel luglio 2015: cinquemila illusionisti da ogni parte del mondo. Per l’Italia sarà la prima volta (negli anni Ottanta ci si andò vicino, «ma finì che sparirono dei soldi», e non per via di un trucco).

Non molto, ma ti piacerà
Se al congresso di quest’anno Silvan non c’è (chiedo perdono, ma incontrarlo è il mio sogno fin da piccola), in compenso è arrivato Paul Daniels che è quasi suo coetaneo – 76 anni, ovvero uno di meno – e che di Silvan sa fare pure l’imitazione. «Abbiamo stili diversi, ma lo ammiro molto», dice.
Daniels è l’illusionista più famoso d’Inghilterra, la Bbc ha trasmesso il suo show magico dal 1979 al 1994, e la frase di apertura dei suoi spettacoli – «Ti piacerà, non molto, ma ti piacerà» – è diventata un modo di dire. La sua vita vale un libro e infatti nel 2000 ha pubblicato la sua autobiografia Under No Illusion, dove ha dichiarato di avere avuto più di 300 donne. Lo incontro con la moglie Debbie McGee (proprio a Saint-Vincent hanno festeggiato i 26 anni di matrimonio), con sé porta la Grolla d’oro alla carriera che gli hanno appena consegnato. Ma la vera magia, dice, gliel’ha insegnata suo padre e consiste nel non prendere niente troppo sul serio: «Ci sono due generi di problemi, quelli che sfuggono al tuo controllo e quindi non serve a nulla preoccuparsene, e quelli che puoi risolvere. Per questi ultimi non serve arrovellarsi, basta darsi da fare».
Semplice. Come semplice è il vecchio trucco del fazzoletto che sparisce nel palmo della mano e che Daniels aveva svelato il giorno prima sul palco (in realtà viene infilato in un finto pollice di gomma «calzato» all’inizio del numero che, al momento opportuno, finisce in tasca) o come le carte da gioco che sembrano rettangolari ma che, invece, sono lievemente trapezoidali e che consentono di «indovinare» quella scelta dallo spettatore (basta rovesciare il mazzo al momento di rimetterla insieme alle altre e farà capolino da sola).

Fai sparire mia moglie?
Tre buoni motivi per scegliere di fare l’illusionista:
1. È la rivincita del nerd: passi anni a esercitarti da solo davanti allo specchio ma poi arriva il momento che rimorchi la ragazza più carina della festa (purtroppo, essendo le maghe una minoranza, non potrei dire se funziona anche a sessi invertiti).
2. Ti tocca fare la gavetta esibendoti alle feste di compleanno e nei localini, però intanto guadagni benino.
3. Se diventi abbastanza bravo, fai la bella vita: viaggi, hotel di lusso, casinò, un sacco di incontri interessanti.
Inoltre potresti passare la vita in crociera (per fortuna, incidenti come quello della Concordia accadono di rado). Che, però, potrebbe anche essere il motivo per farti passare la voglia di fare questo mestiere. «È una questione di punti di vista», mi spiega il mago Alberto Giorgi, «alcuni adorano lavorare sulle navi: sei impegnato un giorno o due a settimana e il resto del tempo lo passi a fare il turista. Io ho provato una volta ed è stato un incubo: mi annoiavo mortalmente». Un altro paio di punti a sfavore me li racconta Benjamin Fargion a colazione, mentre «magicamente» fa passare il suo anello da un dito all’altro. «Intanto, trovi sempre qualcuno che, pensando di essere spiritoso, ti chiede se puoi fargli sparire la moglie e poi, a differenza di qualunque altro lavoro, appena dici che sei un illusionista tutti si sentono autorizzati a chiederti: “Mi fai un trucco?”».

The mentalist
«Stia tranquilla, è tutto ok», mi dice Luke Jermay, detto anche il «vero mentalista».
Specializzato in lettura della mente, telepatia e ipnosi, Jermay, 29 anni, ha ispirato il personaggio della serie Tv The Mentalist, e collabora alla sceneggiatura. È uno non facile da intervistare, visto che lo immagini frugare nel tuo cervello o leggere le tue microespressioni facciali come le pagine di un libro. Jermay rappresenta un altro aspetto della magia, lontano anni luce dalle bacchette magiche e dai giochetti di carte. Il tipo che potrebbe finire in un’unità militare per lo spionaggio psichico come quella (vera) che Jon Ronson raccontò nell’Uomo che fissa le capre, diventato un film con George Clooney.
Quell’esperimento, per ciò che sappiamo, si concluse negli anni ’80, ma più di recente è successo ad Apollo Robbins di lavorare (davvero) per l’esercito americano. «Il mio compito era dimostrare quanto fossero meno perspicaci di quanto pensavano», dice. Robbins raggiunse la popolarità nel 2001 quando derubò gli agenti della sicurezza dell’ex Presidente Jimmy Carter di tutto ciò che avevano addosso eccetto le pistole (ma solo per evitare di finire nei guai). Definito il miglior borseggiatore al mondo, ha girato il mondo con i suoi spettacoli, ma da qualche anno ha smesso di esibirsi per diventare consulente di aziende nel campo della sicurezza e della finanza, oltre a lavorare per il cinema e la Tv (ha collaborato alla serie Leverage e al film Focus con Will Smith che uscirà il prossimo anno), e condurre quelli che lui definisce «esperimenti sociali». Robbins sa come funziona il cervello, come manipolare le nostre percezioni, e quindi come insegnarci a non farci manipolare: «Le persone sono come burattini e io so manovrare i fili», dice.

Io penso strano
«Se il mago Copperfield ha fatto scomparire la Statua della Libertà, vuol dire che si può fare qualunque cosa. Se non ci riusciamo, è solo perché poniamo a noi stessi problemi irrisolvibili: un oggetto non può sparire da un pugno chiuso. Ma può svanire se dentro a quel pugno non c’è mai stato», dice Walter Rolfo.
Sulla Concordia, lui fu uno dei primi a mettersi in salvo. «Tutti correvano verso il ponte in basso, io mi sono fermato un attimo, mi sono detto: “Quando la nave affonda, i topi salgono”. Così ho deciso di andare dalla parte opposta e sono arrivato subito alle scialuppe di salvataggio. Ad aiutarmi è stata la mia abitudine a pensare da mago, cioè “strano”, invertendo i punti di vista».
Quella del naufragio è una delle storie che racconta nel suo spettacolo Inganni, per insegnare alla gente ad aprire quelli che lui chiama «i tunnel cognitivi», perché il pensiero magico, sostiene, si può applicare a tutto. E, a meno di non essere stata ipnotizzata, comincio a pensarlo anch’io.