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 2014  giugno 04 Mercoledì calendario

IN MENSA A SAXA RUBRA SI BRINDA AL GARANTE

QUI NESSUNO HA VOGLIA DI SFIDARE MATTEO –

IL REPORTAGE
ROMA Mai un Garante di qualcosa, un qualche presidente sconosciuto e ben pagato di una qualche Authority più o meno utile, è diventato così popolare come Roberto Alesse. Chi? «Facciamo un brindisi per il Garante dell’autorità sugli scioperi!», è la proposta che rimbalza da una parte all’altra del tavolino, alla mensa di Saxa Rubra, dove siedono alcuni vice-direttori. «Prosit!». Speravano in tanti, qui alla cittadella della Rai, che lo sciopero televisivo non si facesse (in modo da non irritare Renzi e da allisciarselo un po’) e che il nuovo eroe Roberto Alesse avesse tolto le castagne dal fuoco. Dichiarando «illegittima» la serrata dei palinsesti. Invece? Quando all’ora dell’aperitivo serale arriva la notizia che Camusso e Fico, e i sindacatini corporativi e il sindacatone cigiellino più Uil, confermano lo sciopero nonostante il parere del Garante, il «prosit!» di mezzogiorno - che sembrava liscio e bello - comincia a fare acido nella pancia dei giornalisti. Che no, proprio no, scioperare non vogliono (o meglio: non vogliono più) dopo aver visto che Renzi se ne infischia del loro sciopero e che anzi gli fa piacere: «Se scioperiamo, ci asfalta».
MILLY

Dunque lo sciopero forse si farà, probabilmente sì ma anche forse no, e se si farà non sarà di massa (segretarie, impiegati, tecnici, quelli del sindacato Snater, che li rappresenta assai mentre l’Usigrai non sa più che pesci prendere) e lo spaesamento a Saxa Rubra, che già di per sè è un «non luogo» come dicono i sociologi, è a livelli stellari. Stellari, appunto. Piovono sulla cittadella Rai i proclami del pentastelluto Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai, che invita a - come si diceva un tempo - «resistere-resistere-resistere» contro Renzi ma alla fine, ecco la conclusione di un conciliabolo tra colleghi nella palazzina del Tg1, «sciopereranno solo Camusso e Fico, Di Battista e Angeletti». Ma davvero? Intanto nel palazzo che conta di più, a Viale Mazzini, sta passando Milly Carlucci, che è già al lavoro per la nuova edizione di «Ballando con le stelle», e sposa le ragioni della lotta: «Dall’esterno, spesso non si capisce quante persone lavorano qui dentro con impegno e passione ai progetti della televisione pubblica».
GIAPPONESI

Quasi nessuno nelle redazioni vuole scioperare. Perchè mettersi contro Renzi che ha il favore delle folle (le stesse che detestano i privilegiati Rai, che sono tanti ma non tutti) e perchè mettersi contro Gubitosi che prima era contro Renzi e ora, nonostante Renzi non lo riceva, ha ordinato - come da titolo della celebre trasmissione di Renzo Arbore - Indietro Tutta? Nei vialetti e nei corridoi di Saxa Rubra, si ragiona anche così: «C’è proprio bisogno, in Molise o nella Basilicata citeriore, di dare informazioni dalle sette del mattino a mezzanotte sette giorni su sette?». Ma certo che c’è bisogno. Perchè questo significa preziose immunità, più notturni e festivi per tutti. Gli ultimi giapponesi della lotta dura senza paura ieri mattina provavano a sperare, senza motivo, in Giovanni Floris. «Sarà lui stasera - ecco il tam tam di Saxa speranzosa in Teulada, dove si fa Ballarò - a prendere di petto Renzi e a rilanciare la battaglia». Ma poi Floris, a torto diventato il simbolo di un’opposizione filo-Rai per aver rivolto semplici domande al premier, in onda pensa solo alla sua trasmissione e non a quanto è cattivo Matteo. Così anche questa speranza combat svanisce. Mentre lo sciopero resiste, ma si svilisce.
Nelle bacheche Facebook chiuse, leggibili soltanto dai dipendenti Rai e alcune riservate ai giornalisti e basta, si discute molto sul ruolo del sindacato. E si leggono ragionamenti di questo tipo: «Se c’è Bonanni che incita Gubitosi a non fare sciopero, significa che ormai siamo in un mondo alla rovescia». Ormai? La Rai lo è sempre stato. Ma ieri un briciolo di normalità s’è inserita di soppiatto tra Viale Mazzini e Saxa Rubra, e sembrava una stranezza sia lì che qui, quando Gubitosi ha annunciato il «no allo sciopero» rompendo l’asse azienda-sindacato con l’Usigrai. Il Garante salva-tutti (prosit!) ha provato a metterci una pezza, la Camusso va avanti lo stesso, e così «Renzi non avrà vinto - ecco il tam tam che rimbalza tra le redazioni del Tg1, del T2 e del Tg3 - ma stravinto». Anche con l’aiuto dei giornalisti, e saranno i più, che il giorno dello sciopero diranno «not in my name».