Mauro Zanon, Libero 04/06/2014, 4 giugno 2014
PLATINI, SARKÒ E LE MAZZETTE DEL QATAR
PARIGI Il presidente dell’organo investigativo della Commissione Etica della Fifa, Michael Garcia, si pronuncerà lunedì prossimo sulla tumultuosa assegnazione dei Mondiali di Calcio del 2022 al Qatar. La decisione, ha fatto sapere Garcia, non terrà conto, tuttavia, dei documenti riservati di cui è in possesso il quotidiano britannico Sunday Times. File, email, dispacci e trasferimenti bancari che proverebbero l’effettiva esistenza di un sistema di tangenti, sospettata da tempo, che avrebbe influito in maniera determinante sull’affidamento dell’organizzazione della Coppa del Mondo del 2022 allo stato arabo.
Ieri, a complicare la già difficile gestione di quello che si prospetta come uno dei più grandi scandali della storia del calcio, si sono aggiunte le indiscrezioni del Daily Telegraph, che imputerebbero all’attuale presidente Uefa Michel Platini e all’allora capo di Stato Nicolas Sarkozy un ruolo di primo piano nella designazione dei Mondiali incriminati.
LA COLAZIONE
Il 10 dicembre 2012, Platini avrebbe incontrato per una colazione segreta, Mohamed Bin Hammam, ex capo dell’Asian Football Confederation dal 2012 radiato a vita dai vertici calcistici per corruzione lobbista di riferimento del Qatar e principale orchestratore del giro di mazzette ad alcuni esponenti del gotha del calcio (si parla di 5 milioni di dollari versati per corrompere i responsabili delle federazioni calcistiche africane e di un maxi-emolumento di 1,6 milioni di dollari finito nelle tasche di Jack Warner, ex vicepresidente della Fifa e della ConCaCaf).
Al summit mattutino con il presidente della Uefa,
avrebbe poi fatto seguito, sempre secondo il Daily Telegraph, una cena all’Eliseo tra Sarkozy, l’emiro del Qatar e il primo ministro del Paese mediorientale. Il tutto a un mese dal voto che ufficializzò la vittoria dello stato arabo.
Ieri, attraverso un comunicato, Platini ha smentito categoricamente la sua implicazione nella vicenda, parlando di «rumors senza fondamento» che mirano a «infangare» la sua immagine, confermando tuttavia di aver incontrato più volte il lobbista qatariota, essendo entrambi membri del Comitato esecutivo della Fifa. Sarkozy, non ha ancora reagito in prima persona.
Ma le accuse lanciate dai due quotidiani britannici, si riallacciano in maniera calzante alle perplessità avanzate a gennaio dello scorso anno da France Football. I sospetti sull’assegnazione della Coppa del Mondo del 2022
allo stato arabo erano già troppi, al punto che la rivista sportiva francese non esitò a sparare su due pagine il titolo «Qatargate». Sarkozy stava meditando dietro le quinte il suo ritorno in politica in veste di salvatore della patria, alimentando sogni e speranze nei suoi elettori che invocavano a gran voce la sua ridiscesa in campo.
IL FONDO
Erano i tempi della sarkonostalgie acuta, ma non solo. Perché nella testa di Sarkò, c’era anche l’alta finanza, un mondo che lo aveva sempre affascinato. Gli emiri del Qa-
tar gli offrirono le redini di un fondo sovrano del valore di mezzo miliardo di euro. Lui, col sorriso, rifiutò. Ma fu proprio questo corteggiamento, insieme ambiguo e inaspettato, a far riemergere i dubbi sulla natura dei rapporti tra Francia e Qatar, e a spingere i giornalisti di France Football a proseguire nell’inchiesta. Il nome di Platini circolava già nel maxi-accordo evocato dal settimanale transalpino, tra Sarkozy e l’emiro Hamad ben Khalifa Al Thani, che prevedeva l’acquisto del Paris Saint-Germain da parte di quest’ultimo, l’irruzione del canale televisivo qatariota BeIN Sports nel mercato televisivo francese a detrimento di Canal+ e un’iniezione di capitale made in Qatar per rafforzare il gruppo Lagardère.
IL FIGLIO
In cambio, Sarkò e Platini avrebbero garantito, in un modo o nell’altro, la vittoria del Qatar. Tutto, puntualmente verificatosi. Così come l’ascesa folgorante di Laurent Platini, figlio di Michel, al vertice di Burrda Sport, azienda di abbigliamento sportivo controllata dal fondo sovrano qatariota Qsi, anche proprietario del Psg. Coincidenze.