Paolo Bracalini, il Giornale 4/6/2014, 4 giugno 2014
PORTABORSE E PRECARI: GLI EURO-MIRACOLATI M5S
Nel tour elettorale di Grillo li distinguevi perché quando salivano loro sul palco, dopo il tornado Beppe, la gente cominciava a diradare. «Ecco, loro sono i candidati, ora si presentano... ». Dura, durissima non essere oscurati da Grillo, trascinatore di piazze, istrione del palco. Arrivati in lista dopo le Europarlamentarie, cioè le primarie via internet sul sito di Beppe Grillo, alcuni sono finiti in cima con un pugno di click, e adesso a Bruxelles. L’analisi del voto ha dimostrato che ogni cento elettori del M5S soltanto 13 hanno espresso delle preferenze, la metà rispetto a Pd e Forza Italia. Insomma chi vota M5S vota Beppe Grillo, non loro. Eppure sono loro gli eletti, e quindi eccoli qui i 17 europarlamentari Cinque Stelle, pronti a prendere il treno per il Parlamento Ue.
Tra i quattro eletti nel nord ovest c’è Eleonora Evi, laureata in Design, che va in Europa con un’idea un po’ vaga («costruire una società sostenibile in cui prevalga il senso di comunità che superi il concetto di unione unicamente monetaria») ma che nasconde un progetto innovativo: «Sono convinta da tempo che il design debba entrare nella politica e nelle istituzioni ». In attesa che l’europarlamentare Evi porti il design nella Ue, offre spunti anche il curriculum del romano Fabio Massimo Castaldo, ventisettenne che sfoggia tra le esperienze lavorative una non meglio identificata «pratica forense» e ben dieci anni di «ripetizioni materie liceali». Ma soprattutto un’esperienza formativa,quella di collaboratore legislativo della Portavoce al Senato Paola Taverna, ex capogruppo. Il suo assistente, volgarmente detto portaborse quando riferito ai politici? In sostanza sì. E non è l’unico, tra i fortunati eletti M5S, ad avere quella di esperienza più consistente. Anche il già nominato capogruppo M5S in Europa, il 29enne siciliano Ignazio Corrao, che a dicembre ha sostenuto gli esami scritti per l’abilitazione alla professione di avvocato, «lavora nell’ufficio legislativo del m5s in Assemblea Regionale Siciliana». Anche lui dunque un assistente politico ( anche se il curriculum aggiunge di aver «fatto moltissimi altri lavori mentre studiavo e all’estero che non posso elencare per questioni di spazio»).
Assistente politico è anche Dario Tamburrano, eletto a Roma, odontoiatra libero professionista dagli svariati interessi («nel tempo liberato coltivo l’orto,lo zafferano»),che attualmente collabora con il gruppo comunale del M5S a Roma «sui temi ambientali, della sicurezza alimentare e della resilienza ». Anche il riminese Marco Affronte, nuovo eurodeputato M5S, da tre anni collabora con il M5S in Regione Emilia-Romagna. E anche Marco Valli, giovane eletto al nord, collaboro «quasi a tempo pieno» con i deputati M5S a Roma. Non esibisce un lavoro preciso nemmeno Laura Agea, di Città di Castello, laureata i sociologia che però ha competenze tecniche «con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc», e ha scritto un racconto pubblicato da una casa editrice locale. Il suo impegno in Europa sarà «quello di studiare, approfondire e proporre e condividere con tutti qualunque ricchezza, talento e peculiarità possa essere utili, basterebbe ripartire dall’etimologia delle parole per capire che la ricchezza è dentro e non fuori».
Poi c’è un fisico, Piernicola Pedicini di Rionero in Vulture, che lavora come dipendente pubblico, e un’altra scienziata, su cui si è addensato un mistero. Parliamo di Giulia Moi, cagliaritana che si auto-attribuisce una cosetta da niente: «Ho scoperto una molecola proveniente da una pianta della foresta Sud-Africana efficace per la leucemia e il melanoma, premiata per la scoperta dal King’s College e dalla Stiefel/GSK» scrive. Scoperta di cui però non ci sarebbero tracce, come evidenziato da un documento degli stessi M5S, allarmati dal rischio supercazzole.
Cinque degli eletti, non tutti, si sono impegnati formalmente a lasciare parte dei generosi benefit economici riservati ai Parlamentari Ue, sul modello dei parlamentari M5S a Roma, mentre Grillo ha lasciato carta bianca («Ogni candidato potrà liberamente decidere se destinare la sua diaria a un fondo sociale »). Ma in Europa funziona diversamente, e potrebbe non essere semplice «rinunciare» a prendere tutti i 17.827 euro mensili tra stipendio base, diarie, bonus, indennità giornaliere e di trasferta. Una somma che molti di loro, prima di essere eletti e di trovare un «lavoro» da politici, non mettevano insieme neppure in un anno.