Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 04 Mercoledì calendario

PORTABORSE E PRECARI: GLI EURO-MIRACOLATI M5S

Nel tour elettorale di Grillo li distinguevi perché quando sali­vano loro sul palco, dopo il tor­nado Beppe, la gente comincia­va a diradare. «Ecco, loro sono i candidati, ora si presenta­no... ». Dura, durissima non essere oscurati da Grillo, trasci­natore di piaz­ze, istrione del palco. Arrivati in lista dopo le Europarlamenta­rie, cioè le primarie via internet sul sito di Beppe Grillo, alcuni sono finiti in cima con un pu­gno di click, e adesso a Bruxel­les. L’analisi del voto ha dimo­strato che ogni cento elettori del M5S soltanto 13 hanno espresso delle preferenze, la metà rispetto a Pd e Forza Ita­lia. Insomma chi vota M5S vota Beppe Grillo, non loro. Eppure sono loro gli eletti, e quindi ec­coli qui i 17 europarlamentari Cinque Stelle, pronti a prende­re il treno per il Parlamento Ue.
Tra i quattro eletti nel nord ovest c’è Eleonora Evi, laureata in Design, che va in Europa con un’idea un po’ vaga («costruire una società sostenibile in cui prevalga il senso di comunità che superi il concetto di unione unicamente monetaria») ma che nasconde un progetto inno­vativo: «Sono convinta da tem­po che il design debba entrare nella politica e nelle istituzio­ni ». In attesa che l’europarla­mentare Evi porti il design nel­la Ue, offre spunti anche il curri­culum del romano Fabio Massi­mo Castaldo, ventisettenne che sfoggia tra le esperienze la­vorative una non meglio identi­ficata «pratica forense» e ben dieci anni di «ripetizioni mate­rie liceali». Ma soprattutto un’esperienza formativa,quel­la di collaboratore legislativo della Portavoce al Senato Paola Taverna, ex capogruppo. Il suo assistente, volgarmente detto portaborse quando riferito ai politici? In sostanza sì. E non è l’unico, tra i fortunati eletti M5S, ad avere quella di espe­rienza più consistente. Anche il già nominato capogruppo M5S in Europa, il 29enne siciliano Ignazio Corrao, che a dicembre ha sostenuto gli esami scritti per l’abilitazione alla professio­ne di avvocato, «lavora nell’uffi­cio legislativo del m5s in Assem­blea Regionale Siciliana». An­che lui dunque un assistente po­litico ( anche se il curriculum ag­giunge di aver «fatto moltissimi altri lavori mentre studiavo e al­l’estero che non posso elencare per questioni di spazio»).
Assistente politico è anche Dario Tamburrano, eletto a Ro­ma, odontoiatra libero profes­sionista dagli svariati interessi («nel tempo liberato coltivo l’orto,lo zafferano»),che attual­mente collabora con il gruppo comunale del M5S a Roma «sui temi ambientali, della sicurez­za alimentare e della resilien­za ». Anche il riminese Marco Af­fronte, nuovo eurodeputato M5S, da tre anni collabora con il M5S in Regione Emilia-Roma­gna. E anche Marco Valli, giova­ne eletto al nord, collaboro «quasi a tempo pieno» con i de­putati M5S a Roma. Non esibi­sce un lavoro preciso nemme­no Laura Agea, di Città di Castel­lo, laureata i sociologia che pe­rò ha competenze tecniche «con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc», e ha scritto un racconto pubblica­to da una casa editrice locale. Il suo impegno in Europa sarà «quello di studiare, approfondi­re e proporre e condividere con tutti qualunque ricchezza, ta­lento e peculiarità possa essere utili, basterebbe ripartire dal­l’etimologia delle parole per ca­pire che la ricchezza è dentro e non fuori».
Poi c’è un fisico, Piernicola Pedicini di Rionero in Vulture, che lavora come dipendente pubblico, e un’altra scienziata, su cui si è ad­densato un mistero. Par­liamo di Giu­lia Moi, caglia­ritana che si auto-attribuisce una cosetta da niente: «Ho scoperto una molecola proveniente da una pianta della foresta Sud-Africa­na efficace per la leucemia e il melanoma, premiata per la sco­perta dal King’s College e dalla Stiefel/GSK» scrive. Scoperta di cui però non ci sarebbero tracce, come evidenziato da un documento degli stessi M5S, al­larmati dal rischio supercazzo­le.
Cinque degli eletti, non tutti, si sono impegnati formalmen­te a lasciare parte dei generosi benefit economici riservati ai Parlamentari Ue, sul modello dei parlamentari M5S a Roma, mentre Grillo ha lasciato carta bianca («Ogni candidato potrà liberamente decidere se desti­nare la sua diaria a un fondo so­ciale »). Ma in Europa funziona diversamente, e potrebbe non essere semplice «rinunciare» a prendere tutti i 17.827 euro mensili tra stipendio base, dia­rie, bonus, indennità giornalie­re e di trasferta. Una somma che molti di loro, prima di esse­re eletti e di trovare un «lavoro» da politici, non mettevano in­sieme neppure in un anno.