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 2014  giugno 04 Mercoledì calendario

RONCONI: «INDAGO L’INFERNO DI COPPIA»

«La scommessa è far interpretare l’inferno domestico di una coppia di coniugi che si detesta e vive malissimo insieme, da una coppia di coniugi che invece vive benissimo insieme. In palcoscenico si crea una gradevole sfasatura». Luca Ronconi dirige Adriana Asti e Giorgio Ferrara in Danza macabra di August Strindberg: lo spettacolo è in prova a Spoleto, dove inaugurerà il Festival dei 2 Mondi il 27 giugno al Teatro Caio Melisso.
«Alice e il Capitano — continua il regista — sono due casi patologici. Lei è un’ossessiva, lui un paranoico. Lei un’ex attrice frustrata; lui un capitano fallito che non è mai riuscito a diventare maggiore. Vivono in un faro su una sorta di isola che non c’è, uno scoglio claustrofobico dove non frequentano nessuno, si azzannano quotidianamente in una calma apparente».
Ma un giorno arriva il vecchio amico Kurt (Giovanni Crippa) che sconvolge il precario equilibrio. I due coniugi, eccitati dalla presenza dell’inatteso ospite, si animano e, come due consumati attori, si esibiscono calandosi nei rispettivi personaggi: la satanica Alice e il vampiresco Capitano. «Non si tratta del solito triangolo borghese, lui, lei, l’altro — precisa Ronconi — ma di un grottesco gioco teatrale che, prendendo le mosse da una crisi coniugale realistica, sconfina in una dimensione fantastica. È Strindberg stesso — aggiunge — a raccontare in forma di commedia il suo difficile rapporto con le donne, da cui si sentiva “vampirizzato”: la sua vita fu segnata da tormentate, ricorrenti convivenze e divorzi».
Uniti nella vita, nemici in palcoscenico: non è la prima volta che la Asti e suo marito Ferrara recitano insieme. Ride Adriana: «In questo spettacolo ci divertiamo a vivere una situazione che non abbiamo mai vissuto nella realtà». Interviene Ferrara: «Recitare non è il mio mestiere principale, ma tutte le volte che ho accettato di farlo mi è sempre capitato di interpretare o il marito o l’amante di Adriana».
La scelta della pièce in cui litigano in continuazione è della Asti: «Forse — riflette — è stato un modo per esorcizzare le ipotetiche tensioni della nostra coppia reale. Stiamo insieme da quasi cinquant’anni!». Un’unione perfetta? «Bè, oddio, qualche screzio c’è anche fra di noi — ammette l’attrice —. Io, per esempio, lo detesto quando mi costringe a partecipare alle cerimonie ufficiali. Gli dico sempre che morirò ad una cena con gente noiosa». «Io la odio quando non mi parla e si rinchiude nel suo ozio privatissimo, che le piace tanto praticare», insorge Ferrara. Sulla scena si vampirizzano a vicenda, in quella che Ronconi vede come una farsa stile vaudeville: «Danza macabra somiglia a Les Boulingri di Courteline, che vide la luce pochi anni prima dell’opera di Strindberg — spiega —. Anche lì due coniugi, che si annoiano mortalmente nell’apparente quiete casalinga, si scatenano poi all’arrivo di un ospite, su cui scaricano le proprie inquietudini». Precisa Ferrara: «Il mio personaggio finge di odiare la moglie che ha strappato al palcoscenico, come se l’avesse strappata alla strada, al meretricio. In verità, il Capitano è preda di questa donna diabolica, è lei a tenere le fila di un subdolo gioco al massacro». Obietta la Asti: «Il Capitano è un bugiardo, megalomane, inaffidabile e accusa la mia Alice di essere satanica, un’approfittatrice che si è servita di lui».
Tra i due litiganti, il terzo non gode: «Il povero Kurt, psicologicamente fragile e remissivo, è la vera vittima dei due vampiri che vogliono contagiarlo — conclude Ronconi —. Quando, terrorizzato dalle paranoie dei coniugi, riuscirà a fuggire dall’isola, nel faro tornerà l’apparente calma iniziale: si ristabilisce l’ordine, come se non fosse successo niente».
Emilia Costantini