Ettore Livini, la Repubblica 2/6/2014, 2 giugno 2014
FLOTTA ALIHAD PIÙ FORTE PER VOLARE OLTRE OCEANO MA È INCOGNITA-PREZZI
MILANO.
Il decollo di Alihad cambierà per sempre la mappa dei cieli italiani anche per i consumatori tricolori. Garantendo più rotte intercontinentali, un servizio di alto livello (gli emiri, su questo, non badano a spese) e collegamenti più rapidi con gli aeroporti assieme — a voler guardare il bicchiere mezzo vuoto — a un calo della concorrenza, a un po’ di pressione sui prezzi dei biglietti e all’ennesimo aiutino di stato — leggi dei contribuenti — per salvare un’azienda ormai privata.
LE NUOVE ROTTE
Il cambio in corsa di Air France con Etihad significa, per Alitalia, una rivoluzione copernicana del network. I francesi avevano tutto l’interesse a trasformare la nostra ex-compagnia di bandiera in una sorta di “navetta” incaricata di servire il mercato italiano e di portare a Parigi e ad Amsterdam il maggior numero di clienti possbili da imbarcare sui voli intercontinentali transalpini e di Klm. Ora cambia tutto. Gli emiri rafforzeranno la flotta di Alitalia con un po’ dei 140 jet a lungo raggio che hanno ordinato a Boeing e Airbus (spesa prevista quasi 100 miliardi). E l’Italia dovrebbe essere così meglio collegata col resto del mondo. Fiumicino sarà lo snodo per i voli verso le Americhe con un incremento delle destinazioni long range da 85 a oltre 100 alla settimana. A Roma transiteranno i viaggiatori provenienti dall’hub di Abu Dhabi e quelli trasportati in Italia dalle altre aerolinee partecipate da Etihad (Air Berlin, Darwin, Air Serbia, Aer Lingus). La vera incognita è il ruolo degli scali milanesi. Etihad ha chiesto di valorizzare Linate per viaggi verso i suoi altri mini-hub continentali, specie Zurigo e verso il Nord Africa.
Tenendo aperta una porta per collegare il Forlanini con Abu Dhabi con aerei di medie dimensioni. Il governo sarebbe pronto a varare un decreto per liberalizzare il traffico sul city airport meneghino. La clientela d’affari lombarda avrebbe così a portata di mano più destinazioni (ma poche a lungo raggio) da un aeroporto a due passi dal centro. Il nodo però è cosa ne sarà di Malpensa, rinnovata 15 anni fa con 1 miliardo di soldi pubblici. Con Linate potenziato, il rischio di mettere in ginocchio il cugino bustocco (dove i voli intercontinentali passerebbero da 11 a 25 a settimana cargo compreso) è altissimo.
IL SERVIZIO A BORDO
Nessuno, a questa voce, ha dubbi. Etihad garantirà ad Alitalia un salto di qualità. Non fosse altro perché negli ultimi quindici anni l’aerolinea tricolore, a corto di quattrini, ha dovuto risparmiare un po’ su tutto, comprese le amenità di bordo. Gli emiri non hanno questi problemi. La società del Golfo ha vinto nel 2013 il titolo di “Miglior compagnia mondiale” e da anni la sua business e la sua prima fanno incetta di allori nel settore. Il maxi-aumento di capitale previsto dall’intesa, assieme all’intesa sui debiti con le banche, garantiranno ossigeno per rimettere in sesto la flotta. In attesa, non ci vorrà molto, che Etihad giri al neo-partner un po’ degli A-350 e B777 o 787 nuovi di zecca che ha in ordinazione. Il fondo infrastrutturale di Abu Dhabi sarebbe pronto pure a entrare nel capitale di Fiumicino, dando un colpo d’acceleratore al rinnovo dello scalo romano.
PREZZI E AIUTI PUBBLICI
I biglietti aerei costeranno di più o di meno nell’era Alihad? La riposta, per ora, non c’è. Ma molti pensano che l’arrivo degli emiri (e soprattutto gli interventi del Governo per regolamentare il mercato a loro uso e consumo)
possano tradursi in un aumento dei prezzi. Etihad ha chiesto al governo un intervento per limitare la concorrenza delle low cost. Se andrà in porto, per Easyjet e Ryanair — le due aerolinee che hanno calmierato le tariffe negli ultimi anni — sarà più difficile varare nuove rotte. Il contenimento delle compagnie a basso costo arriverebbe oltretutto in un momento “nero” per le altre realtà tricolori. Meridiana è in pesante crisi. Windjet è fallita da tempo. Air Dolomiti è diventata una costola di Lufthansa e viene utilizzata per lo più per collegamenti con la Germania. Il rischio è che la ragnatela delle compagnie della galassia Etihad riesca a monopolizzare le tratte a medio raggio per l’Europa e che Alitalia faccia il bello e il cattivo tempo su quelle domestiche. Imponendo (è già successo) livelli elevati di prezzi. L’antitrust, sempre che il governo non garantisca all’ex compagnia di bandiera un’altra moratoria come nel 2008, dovrà tenere gli occhi aperti. Ultima questione, gli aiuti pubblici. Certo non siamo ai 4 miliardi pagati dai contribuenti per regalare la vecchia Alitalia ai patrioti. Pure Etihad però decolla con l’aiutino di stato, sotto forma del rifinanziamento del fondo volo per garantire ammortizzatori sociali ai nuovi esuberi previsti dal decollo di Alihad.
Ettore Livini, la Repubblica 2/6/2014