la Repubblica 2/6/2014, 2 giugno 2014
I PUNTI
[Cinque articoli] –
LA STRUTTURA. ORA LA NEWCO POTRÀ PARTIRE SENZA IL RISCHIO DI CONTENZIOSI –
Una Newco libera da debiti e contenziosi, sfornata per l’occasione. È la soluzione escogitata dagli advisor nelle ultime settimane per non far precipitare l’accordo con Etihad.
Gli arabi non gradiscono iniettare del denaro (nel caso di Alitalia per oltre mezzo miliardo di euro) in carrozzoni ancora piegati da vecchi debiti o impantanati in grane legali con cui i nuovi padroni non hanno nulla a che fare. Ecco la soluzione di una società pulita, diciamo Alitalia 2, autonoma rispetto alla mamma Alitalia-Cai in capo alla quale resteranno confinati i debiti e i contenziosi legali. Questa soluzione permetterà ad Etihad di entrare nella nuova società con, al massimo, il 49% del totale rispettando i vincoli europei che vietano il superamento dei questa soglia per poter mantenere intatti i diritti di volo acquisiti. Ora però il faro di Bruxelles, acceso grazie al “tempestivo” intervento di Iag (British-Iberia) e Lufthansa, verificherà la congruità delle tre regine del Golfo (Qatar, Emirates e Etihad) in Europa. L’accordo tra Alitalia e gli emiri potrebbe rischiare di cadere vittima di questi approfondimenti sulle strutture societarie e sui controlli effettivi esercitati nelle compagnie aeree acquistate negli ultimi anni dalla stessa Etihad nella Ue.
IL PIANO INDUSTRIALE. BOOM DI VOLI INTERCONTINENTALI A FIUMICINO OLTRE 100 A SETTIMANA –
Il piano industriale di Etihad per Alitalia dovrebbe portare una vera e propria svolta. Una svolta che sembra incontrare il favore dei comandanti della compagnia italiana. Secondo quanto è stato messo nero su bianco nella documentazione inviata a Roma dalla compagnia del Golfo, gli arabi puntano a far crescere Alitalia al livello di compagnia “cinque stelle” con nuovi aerei in flotta e un occhio di riguardo al lungo raggio, da sempre la strada indicata dai piloti come l’unica per rilanciare il vettore e salvare i bilanci. Il brand Alitalia sarà promosso a marchio di lusso, con qualità, servizio di bordo ed esperienza di volo al livello delle rotte intercontinentali della casa madre Etihad. Il piano di James Hogan passa proprio per il rilancio del lungo raggio con l’ingresso in flotta di 9 nuovi aerei nell’arco del piano e cioè almeno al 2018. I due scali principali di Roma e Milano ci guadagneranno: Fiumicino si conferma come hub principale europeo del nuovo network con i voli intercontinentali che passeranno da 85 a oltre 100 la settimana.
Malpensa, invece, raddoppia: qui i voli intercontinentali aumenteranno sia per i passeggeri che per il cargo dagli attuali 11 la settimana a 25.
L’ALTA VELOCITÀ. RFI AVRÀ IL MANDATO E I SOLDI PER COLLEGARSI AGLI AEROPORTI –
Il compito che si trova in queste ore davanti il nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane non è certo ignoto. A Michele Elia, già ad di Rete ferroviaria italiana, la richiesta del governo di portare l’alta velocità nel cuore di Roma Fiumicino e Milano Malpensa non suona come una missione impossibile. Anche perché i soldi necessari, stanno per essere stanziati e previsti nelle legge di Stabilità. L’esecutivo Renzi, attraverso il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi a Rfi (Rete ferroviaria italiana), vuole portare i binari fin dentro gli scali in modo da collegare in tempi rapidi il Centro Sud con Fiumicino e il Nord con Malpensa, sia con i treni Fs che con quelli di Italo. I tempi non sarebbero lunghissimi, si parla di una fase finale per l’attuazione intorno al 2016, mentre le risorse necessarie sarebbero già state rastrellate e messe da parte in attesa di essere inserite nella legge di Stabilità.
L’idea è quindi quella di legare Fiumicino a Firenze e Napoli. E di unire Malpensa con Torino, Venezia e Bologna con un servizio di alta velocità servito dai Frecciarossa o da Italo. Questo permetterà di ridurre o eliminare nei due scali gli quei voli, costosi, che servono solo per trasportare passeggeri da città vicine poche ore di treno.
IL DEBITO. PER UN TERZO VERRÀ CANCELLATO IL RESTO CONVERTITO IN AZIONI –
Su 565 milioni di debiti in capo alle banche, circa un terzo sarà cancellato e due terzi trasformati in azioni della Newco. Etihad ha da sempre posto l’accento sui debiti (complessivamente 900 milioni) e sui contenziosi legali (pari a 400 milioni di euro) che pesano sui bilanci della società romana. Soldi che nessun compratore vorrebbe mai accollarsi ma che in Italia in molti hanno provato a lasciare come un cerino acceso tra le dita di Etihad. Gli arabi hanno alzato la voce, ad aprile, minacciando di lasciare il tavolo e di far fallire il negoziato. A quel punto le parti si sono lentamente riavvicinate fino alla quadratura del cerchio: l’accordo (che potrebbe essere ovviamente limato nelle prossime ore) prevede una soluzione che non farà molto piacere agli istituti di credito ma che resta l’unica percorribile: di 565 milioni di debiti, 180 potrebbero essere del tutto cancellati mentre i rimanenti 385 saranno trasformati in capitale della Newco. «La trattativa tra Alitalia e Etihad poteva anche correre più spedita» confessa una fonte molto vicina al dossier aperto da gennaio tra le due compagnie. Il riferimento è ai tempi che si sono allungati come un elastico per la presa di posizione legittima ma anche pericolosa delle banche creditrici.
GLI ESUBERI. A 800 PILOTI E ASSISTENTI DI VOLO OFFRESI POSTO IN ALTRE COMPAGNIE –
I sindacati, anche stavolta, avranno l’ultima parola in Alitalia. Il futuro della trattativa e della stessa esistenza della compagnia dipende ancora una volta da loro. Come nel 2008 quando si arrivò al fallimento per le resistenze di alcune sigle professionali e sindacali, che fecero tramontare l’accordo con Air France.
La storia si ripete oggi: occorre il via libera di tutti i rappresentanti dei dipendenti a degli esuberi che ufficialmente sono a quota 2.600 unità. Rischiano seriamente di perdere il posto circa 1.800 dipendenti di terra, 800 dei quali già in cassa a zero ore. Altri 800 tra assistenti di volo e piloti prenderanno il volo, senza perdere il posto quindi, verso Etihad o Air Serbia, che hanno bisogno di queste figure professionali. Quindi ci sono mille lavoratori di terra che potrebbero uscire per sempre dal vettore per far posto a figure professionali più giovani e orientate su altri profili. Secondo Etihad, ai nostri giorni si ha bisogno di lavoratori che sappiano creare o trattare le app per smartphone e tablet, usare computer, muoversi in una rete fatta di social network. La nuova compagnia Alihad, in sostanza, manda a casa impiegati per riassumere tra qualche mese, a costi più bassi, dei giovani.
la Repubblica 2/6/2014