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 2014  giugno 03 Martedì calendario

LE PROSTITUTE VANNO A LEZIONE D’INGLESE


Belo Horizonte con i suoi cinque milioni di abitanti è la terza città più popolosa del Brasile e ospiterà le partite del girone dell’Italia, dell’Inghilterra, della Costa Rica e dell’Uruguay. Le lavoratrici del sesso in attesa dell’invasione dei tifosi – in particolare di quelli italiani e inglesi – si stanno già organizzando per fornire servizi all’altezza della loro reputazione. A Belo Horizonte operano 23 bordelli che in portoghese vengono chiamati zonas. Si trovano quasi tutti in centro e nascosti nelle viuzze più sordide e malfamate. Sempre in centro all’ultimo piano di un centro commerciale alcune centinaia di prostitute seguono un corso di inglese tenuto da alcuni volontari e in un vicino parcheggio si trova la sede di Aprosmig, l’associazione delle prostitute dello Stato di Minas Gerais. “Certo, grazie ai Mondiali le prostitute guadagneranno molto più del solito”, dice una signora cinquantenne che presidia gli uffici dell’associazione. “La maggior parte dei soldi li faranno nei night club e nei locali di spogliarello”.
La signora non si fa pregare a raccontare la sua storia di ex prostituta costretta a battere i marciapiedi per la chiusura della fabbrica in cui lavorava. Mentre parliamo, di tanto in tanto, fa una pausa per distribuire i preservativi alle prostitute che si avviano al lavoro. Pagando una quota associativa di meno di 4 euro al mese, le ragazze hanno diritto a un numero illimitato di profilattici. Tra loro due sorelle sulla trentina che, superata l’iniziale diffidenza, accettano di parlare con noi. “Abbiamo cominciato volontariamente. Da quando ci prostituiamo possiamo finalmente mangiare quello che vogliamo e vestirci bene. Perché dovremmo sentirci in colpa? Non facciamo le puttane perché ci piace, ma è un lavoro come un altro e ci dà da vivere”.
Per raggiungere i bordelli bisogna oltrepassare una specie di posto di blocco con tanto di metal detector. Lungo i corridoi delle case di appuntamento si affacciano decine e decine di stanze simili a celle nelle quali si trovano le donne. Gli atti di violenza non sono frequenti. Qualche stupro, qualche raro fatto di sangue. “L’anno scorso una ragazza è stata accoltellata dal suo ragazzo ed è morta. Il fatto è che spesso le ragazze si mettono con dei poco di buono, spesso spacciatori”, spiega la signora che lavora nell’associazione.
La prostituzione è stata legalizzata nel 2000. All’epoca – secondo stime approssimative – le lavoratrici del sesso erano oltre un milione. I quasi quattro milioni di turisti attesi in Brasile per i Mondiali di calcio hanno creato grandi aspettative nel mondo delle prostitute e di chi le sfrutta. “Ai clienti stranieri spesso piacciono le minorenni che vengono procurate direttamente dagli alberghi”, dice il procuratore della Repubblica di Fortaleza. A Belo Horizonte una socia fondatrice di Aprosmig, Laura Maria Do Espirito Santo, ormai prossima ai 60, ci racconta una storia che non sarebbe facile leggere sui giornali locali: “Quando ho dato alla luce mia figlia mi hanno licenziato . Ne parlai con il padre della bambina che mi rispose ‘puoi bruciarla, gettarla nella pattumiera, ucciderla, farne quello che vuoi. Basta che non mi rompi le scatole’. Era un ragazzo di estrazione alto borghese. Sua madre faceva l’avvocato e suo padre l’ingegnere. Non mi rimase altro che prostituirmi per poter pensare a mia figlia. Ma la prima volta provai una umiliazione incredibile, la peggiore sensazione che una donna possa mai provare”.
Da allora Laura Maria non solo ha contribuito alla fondazione dell’associazione, ma ha contribuito ad avviare molte iniziative d’intesa con il Consiglio comunale per migliorare le condizioni di vita e sanitarie delle prostitute. “Grazie a queste iniziative ci sono pochissimi casi di AIDS tra le prostitute di qui che vengono sottoposte a regolari controlli. Questo lavoro è la loro vita ed è loro interesse rimanere in buona salute. Sotto questo punto di vista i turisti in arrivo possono stare tranquilli”. Anche le lezioni di inglese sono state un’idea di Laura Maria. “Conoscere le lingue è sempre un aiuto. Dicono che a Belo Horizonte arriveranno 200.000 turisti. Mi pare una buona idea poter comunicare con loro”. Laura Maria è una che, grazie alla prostituzione, ha garantito alla figlia possibilità che altrimenti non avrebbe avuto. Oggi, completati gli studi in Brasile, sua figlia studia Medicina in Portogallo. “Se guardo mia figlia dico che ne è valsa la pena. Perché dovrei vergognarmi?”

Ewan MacKenna*, Il Fatto Quotidiano 3/6/2014
*© The Independent – Traduzione di Carlo Antonio Biscotto