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 2014  giugno 03 Martedì calendario

LA DONNA CINESE DIMENTICATA IN OSPEDALE DA SEI ANNI


Negli ultimi sei anni, a prendersi cura di lei sono stati solo medici e infermieri dell’ospedale di Pieve di Coriano, nel Mantovano. Non un parente, non un amico che sia andata a trovarla, da quando venne ricoverata in condizioni gravissime nell’inverno del 2008 in seguito a un ictus. Zheng, questo sembra sia il suo nome, è una donna cinese sui 45 anni: non è autosufficiente e ha bisogno di assistenza, ma fino ad oggi nessuno ha risposto alle richieste della struttura sanitaria, quindi l’ospedale ha lanciato un appello affidato alla Gazzetta di Mantova. Soltanto ieri la comunità cinese si è fatta viva attraverso l’associazione Mantova Cina, facendo sapere che prenderà in esame la situazione di Zheng. Finora però tutti i tentativi di coinvolgere consolato cinese, mondo del volontariato, istituti religiosi e amministrazioni locali sono caduti nel vuoto, e il personale medico di Pieve di Coriano si è rivelato l’unica vera famiglia della donna. Tutto è cominciato sei anni fa, con una telefonata anonima al 118 che segnalava che una donna si era sentita male in una casa di San Giacomo delle Segnate.
I soccorritori la trovarono in stato di incoscienza, da sola e senza documenti, colpita da un ictus e da una vasta emorragia cerebrale. I primi soccorsi e poi gli interventi neurochirurgici a Verona e Mantova, finché la situazione clinica non si è stabilizzata e la donna è stata in grado di pronunciare qualche parola. Con l’aiuto di un interprete, i sanitari sono riusciti a capire fra mille difficoltà che si chiama Zheng, senza ottenere altre informazioni su come mettersi in contatto coi suoi familiari. Qualche mese fa, il colpo di scena che sembrava metter fine all’odissea della donna: un connazionale si è presentato misteriosamente in ospedale, lasciando un numero di telefono intestato a un italiano di Bagnolo Piemonte. Grazie a quest’ultimo, i responsabili dell’ospedale sono risaliti al figlio di Zheng, che vive in un villaggio del Longao, zona poverissima della Cina.
Una volta contattato, il giovane ha scritto una lettera: ringraziava di cuore i medici e avrebbe voluto riportarla in patria, ma non aveva i soldi né per il viaggio né per darle l’assistenza necessaria, che nel suo paese è a pagamento. E così Zheng è rimasta a Pieve di Coriano. E’ su una sedia a rotelle e si alimenta da sola.

Franco Giubilei, La Stampa 3/6/2014