Paolo Mastrolilli, La Stampa 3/6/2014, 3 giugno 2014
LA NUOVA ALLEANZA ANTI-PUTIN OBAMA COMINCIA DA VARSAVIA
Quando stamattina atterrerà in Polonia, la prima cosa che farà il presidente Obama sarà incontrare insieme al collega Komorowski alcuni piloti dei 12 caccia F-16 trasferiti da Aviano nella Lask Air Force Base, in risposta all’invasione della Crimea da parte della Russia. Un segnale esplicito dell’obiettivo di questa visita, in cui discuterà le difese da offrire agli alleati minacciati nell’Europa orientale, e le strategie da attuare con i paesi del G7 per arginare Putin, sullo sfondo delle pressioni che sta subendo in casa dai repubblicani per accelerare lo schieramento del nuovo scudo missilistico in Polonia.
I PIANI DI DIFESA
Varsavia, insieme ai paesi Baltici e alla Romania, ripeteva ad anni alla Casa Bianca che non poteva fidarsi del Cremlino. La risposta, nel gennaio del 2010, era stata «Eagle Guardian», un piano segreto della Nato per proteggerli da un attacco russo. Lo schema identificava i porti polacchi e tedeschi che avrebbero ricevuto le truppe d’assalto, le navi da guerra britanniche e americane mobilitate, e le 9 divisioni di Usa, Gran Bretagna, Germania e Polonia coinvolte nella difesa. La realtà ha superato l’immaginazione, e questo piano non basta più. Perciò oggi Obama, oltre a incontrare i leader polacchi, si siederà al tavolo con i colleghi di Estonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia. Quasi una riunione rovesciata del Patto di Varsavia, per dare rassicurazioni e studiare le nuove strategie per frenare Mosca.
LA MOBILITAZIONE DOPO LA CRIMEA
Usa e Nato hanno già preso una serie di misure. Oltre ai 12 caccia F-16 trasferiti da Aviano a Lask, tre aerei da trasporto C-130J sono stati posizionati nella base di Powidz, e su richiesta del governo ucraino l’operazione Open Skies ha iniziato a pattugliare i suoi cieli. Nello stesso tempo 6 caccia F-15C si sono aggiunti ai 4 già presenti in Lituania, mentre la nave da guerra USS Truxtun è entrata nel Mar Nero. I paracadutisti della 173rd Airborne Brigade hanno poi lasciato la loro base di Vicenza, per tenere esercitazioni con i colleghi polacchi a Borne Sulinowo. Tutto questo è stato utile per lanciare un segnale, ma non basterebbe a fermare una eventuale invasione con i 40mila soldati che Mosca aveva ammassato ai confini con l’Ucraina.
LO SCUDO NATO
Per essere più convincenti ed evitare altre sorprese, i repubblicani hanno lanciato iniziative in Congresso per anticipare al 2016 il nuovo scudo missilistico in Polonia. George Bush aveva pianificato una struttura per bloccare i missili a lunga gittata, che doveva basarsi sui radar nella Repubblica Ceca, e 10 intercettori nel territorio di Varsavia. Nel 2009 Obama ha annullato il programma, sostituendolo con lo European Phased Adaptive Approach (Epaa), un piano in tre fasi per difendere il continente dai vettori a corto e medio raggio dell’Iran, ma facilmente adattabile anche alla minaccia russa. La prima fase è avvenuta tutta in mare, attraverso navi equipaggiate con Aegis Ballistic Missile Defense e intercettori SM-3 Block IA. La seconda prevede la costruzione di una struttura a terra di Aegis Ashore in Romania, in via di completamento entro il 2015 a Deveselu; e la terza una base in Polonia, a Redzikowo, che dovrebbe diventare attiva nel 2018. I repubblicani vogliono anticiparla al 2016, la Casa Bianca frena perché costerebbe, e rischierebbe di provocare una nuova escalation con la Russia.
LO SCUDO POLACCO
Il difetto della difesa missilistica promessa dalla Nato è che si concentra sui vettori a corto e medio raggio, e quindi sarebbe inefficace contro le armi più sofisticate a lungo raggio possedute da Mosca. Varsavia non si fida, e quindi ha deciso di creare comunque un suo scudo nazionale parallelo: l’economia polacca cresce in fretta, può permettersi questo investimento stimato fra i 5 e i 13 miliardi di dollari. La crisi ucraina ha accelerato il progetto. Il governo vuole che sia attivo entro il 2022, e quindi già tra giugno e luglio dovrebbe scegliere il costruttore. I quattro candidati sono i francesi di Thales col gruppo europeo Mbda, un’azienda israeliana, gli americani della Raytheon che producono già i Patriot, e il consorzio Meads guidato dalla Lockheed che collabora anche con l’Italia.
LA STRATEGIA CON GLI EUROPEI
Dopo il vertice con i paesi orientali, e l’incontro di domani col nuovo presidente ucraino Poroshenko, Obama arriverà al G7 di Bruxelles per discutere il resto della strategia di contenimento di Putin. La Casa Bianca chiede agli alleati di restare fermi sulle sanzioni, nonostante Mosca stia abbassando i toni, e individuare nuovi «grilletti» che farebbero scattare quelle di settore. Poi si troveranno a Bruxelles i ministri della Difesa Nato, per decidere se e come rinforzare la presenza delle loro truppe in Polonia.
Paolo Mastrolilli, La Stampa 3/6/2014