Maria Corbi, La Stampa 3/6/2014, 3 giugno 2014
UN PRINCIPE SCHIVO E UNA REPORTER RAMPANTE PER IL DIFFICILE RILANCIO
Felipe VI e Letizia. Re e regina della Spagna prossima ventura. Un cambio di generazione per cercare di tamponare l’emorragia che toglie da tempo consenso alla famiglia reale (un membro del Partito Nazionalista Basco li definì una «pandilla de vagos», «combriccola di sfaccendati»). Tocca a loro, Felipe e Letizia, quarantenni, e alle loro figlie Leonor, erede al trono, e Sofia, dare un nuovo senso al loro privilegio, risollevare l’immagine della corona di Spagna offuscata negli ultimi anni da inchieste e scandali.
Di lui si sa che ha studiato in una scuola pubblica, poi all’Università autonoma di Madrid (Economia), in Canada e in accademia militare. Che ha pronunciato il suo primo discorso davanti al Parlamento a soli 9 anni quando è stato nominato Principe delle Asturie. I detrattori dubitano del suo carisma e sostengono che il momento di maggiore indipendenza e carattere lo abbia avuto decidendo di sposare Letizia Ortiz. «O sarà mia moglie oppure rinuncio al trono», avrebbe detto a due sconcertati genitori. Ma Felipe era deciso dopo aver subito l’ostracismo per il suo passato amore, con la modella norvegese Eva Sannum. Ed era motivato da un vento cenerentolesco che scuoteva le corti d’Europa assediate da tante ambiziose signorine in cerca di una corona. L’unione fa la forza. E così anche Felipe ha ottenuto il permesso di portare all’altare, nella cattedrale dell’Almudena Letizia Ortiz, una borghese sul trono più conservatore d’Europa. La prima regina divorziata in casa dei Borbone. Il matrimonio, civile, nel 1998 tra lei e Alonso Guerrero, dieci anni più di lei, professore di letteratura è durato solo un anno, dopo 9 di fidanzamento. E non era l’unica pecca. Un pittore cubano Waldo Saavedra la immortalò a seno nudo, ritratto che finì sulla copertina del cd di un gruppo rock. Simpatizzante di estrema sinistra. Eccetera, eccetera, perché le leggende, le rivelazioni, i retroscena su di lei sono molti.
«Letizia è riuscita finora a spegnere tutti i fuochi del suo passato, ma le braci restano», commentava l’esperto della monarchia spagnola, Jaime Peñafiel, nemico giurato della futura regina la cui biografia ha fatto alzare più di un sopracciglio a Palazzo (e molti non si sono ancora abbassati). Nata il 15 settembre del 1972 da una famiglia della piccola borghesia - il padre tecnico del suono e poi giornalista in una radio locale, la madre, Paloma, infermiera impegnata nel sindacato - Letizia ha un caratterino bello tosto e un’ambizione che la porta velocemente sul piccolo schermo. È uno dei volti di Tve quando incontra Felipe, il 17 ottobre del 2002, a una cena organizzata dal direttore di Tve Pedro Erquicia. Due anni dopo le nozze nella cattedrale dell’Almudena davanti alle teste coronate di tutto il mondo. Il momento di maggior popolarità di questa principessa che in dieci anni si è trasformata, dimagrendo in maniera esagerata e correggendo i connotati con operazioni estetiche. Il risultato è una somiglianza bizzarra con la regina Rania di Giordania. Ma solo estetica. Perché Letizia non ha acquistato l’empatia della sovrana mediorientale. E non è riuscita a conquistare i cuori degli spagnoli - in pochi hanno apprezzato la trasformazione per assomigliare a «un modello imposto dai cataloghi di moda», come ha scritto su «El Mundo» l’esperta di affari reali Carmen Rigalt - nonostante dallo scoppio della crisi economica si stia impegnando sfoggiando camicette low cost e ricicli gli abiti. E qualche sorriso in più. Adesso l’attende un compito a cui si prepara diligentemente da dieci anni che comprendono una crisi matrimoniale, l’estate scorsa, di cui si è molto parlato (causa sbandata di lei). Una nuvola che aleggia su questo momento di passaggio, rendendo meno patinato il finale della favola. E vissero felici e contenti?
Maria Corbi, La Stampa 3/6/2014