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 2014  giugno 03 Martedì calendario

IL GURU IBERNATO FA LITIGARE L’INDIA “NON È MORTO STA MEDITANDO”


BANGKOK
Quando i suoi discepoli hanno deciso di metterlo nel congelatore, il corpo del guru indiano settantenne Shri Ashutosh Maharaj, al secolo Mahesh Kumar Jha, stava già prendendo un vistoso colorito grigio. Anche se il cuore e il polso avevano smesso di battere e l’encefalogramma risultava piatto, solo i familiari e i medici insistevano però nel dire che il santone era indiscutibilmente morto. Per tutti gli altri si trovava nello stato di profonda meditazione noto in India come samadhi, e bisognava lasciarlo in pace fino al suo “risveglio”.
Con l’approvazione di un tribunale dello Stato, dal 29 gennaio il corpo è ancora lì, nel freezer dell’ ashram dell’ordine religioso Divya Jyoti Jagrati Sansthan, fondato dal guru nel 1983 in Punjab e ramificato con 110 centri e centinaia di migliaia di discepoli in tutto il mondo, compresi Usa, Sud America, Europa, Australia e Medio Oriente. Ma ora il figlio e la moglie di Sri Ashutosh, desiderosi di cremare il corpo, hanno deciso di portare il caso davanti a una Corte nazionale, per interrompere quella che il suo primogenito Dilip Jha ha definito «solo una farsa» organizzata da alcune fazioni dei discepoli con l’intento di scegliere chi manterrà il controllo dei beni della Fondazione del guru, proprietaria nel solo ashram di Jalandhar di 40 ettari di terre con immobili annessi del valore di 167 milioni di dollari, oltre a quelli donati dai discepoli in numerosi altri Paesi.
A gennaio, mentre la polizia dislocava degli uomini a turno vicino al centro nell’eventualità del miracolo. i referti medici sembravano in effetti non lasciare dubbi sui chiari sintomi di un attacco cardiaco, accompagnati da forti dolori al petto. Ma i giudici dell’Alta Corte del Punjab hanno dato ragione ai discepoli, secondo i quali «non c’era nulla di inusuale» nell’apparente stato di morte di uno yogi del livello di Sri Ashutosh.
Moglie e figlio insistono più razionalmente nel dire che il loro congiunto aveva ormai una età avanzata per certe pratiche estreme, e che ormai dopo 4 mesi in ghiacciaia sarebbe stato il caso di sbrinarlo e restituirglielo per i loro ultimi rituali. Eppure la logica non ha convinto nemmeno gli amministratori del distretto tra i quali molti discepoli o simpatizzanti dell’influente guru. Così da 4 mesi e tre giorni la stanza della samadhi col frigo alla periferia di Jalandhar, viene sorvegliata notte e giorno da pochi discepoli anziani e medici dell’ashram, che si alternano a turno per intervenire quando il guru farà ritorno dal lungo viaggio nella sua “coscienza profonda”. «Solo allora — ha detto il portavoce della Fondazione Jaya Bharti ai giornalisti — il Maharaji annuncerà il suo successore».
Non soddisfatti i reporter hanno chiesto se i discepoli non rischiassero di far fare una figuraccia all’India davanti al mondo. «Eppure anche Gesù Cristo è risorto dalla tomba e nessuno osa metterlo in dubbio» è stata la risposta.

Raimondo Bultrini, la Repubblica 3/6/2014