Cristiana Salvagni, la Repubblica 3/6/2014, 3 giugno 2014
MILLE EURO L’ANNO PER NUOTO E VOLLEY CHE SALASSO LO SPORT DEI NOSTRI FIGLI
ROMA.
Toglieteci tutto, ma non lo sport per i ragazzi. C’è una voce nella spesa delle famiglie che non conosce crisi: il corso di nuoto o la scuola di pattinaggio per i figli. Nonostante il taglio di tutti gli sfizi e i sacrifici che hanno accompagnato questi anni di difficoltà economica, se c’è un budget che gli italiani non hanno voluto neanche limare è quello per l’educazione fisica. Lo dice l’ultimo rapporto Istat sui consumi: scende di 140 euro la spesa media mensile, da 2.968 a 2.828 euro, sale quella per lo sport, da 99 a 102 euro.
Pochi spiccioli, ma che raccontano come le famiglie sull’attività fisica abbiano preferito resistere e investire, non comprando piuttosto scarpe e vestiti nuovi. Anche quando il rialzo dei prezzi ha trasformato le piroette in palestra o gli scambi sul campo da tennis in un salasso che sfiora i mille euro a bambino.
Quanto si spende in media ogni anno? Tra i 300 e gli 800 euro a testa, a seconda della disciplina, più il certificato medico (30-45 euro) e l’attrezzatura. Snocciola costi e aumenti uno studio della Federconsumatori aggiornato al 2014: per i bambini fino ai 14 anni lo sport più costoso è il nuoto, seguito da calcio, tennis, danza classica, arti marziali e basket. Nel dettaglio, per nove mesi di piscina, due volte a settimana, si sborsano 866 euro: 85 euro al mese più 101 per costumi, cuffie, accappatoio, occhalini e ciabatte. Circa 40 euro più dell’anno scorso.
Con il calcio vanno via 713 euro (549 di lezione e 164 di scarpini e divisa), con il tennis 604, ma pesano molto completini e racchetta: 208 euro contro i 396 del corso. Più economici il basket, 418 euro l’anno (38 al mese più 76 euro di scarpe e divisa) e le arti marziali: 459 euro, compresi kimono e ciabatte. Per tutti il rincaro sta sul 5 per cento.
Proprio a causa di questa stangata, forse, negli ultimi anni vanno alla grande le attività più economiche: gli iscritti dell’atletica leggera, 300 euro l’anno, sono cresciuti del 7 per cento (da 76 a 82mila), così è successo al minibasket e alla ginnastica artistica, ritmica o aerobica.
Oggi sono 155mila, 25mila in più di sette anni fa, i cestisti in erba tra i 6 e i 12 anni: «Il trend delle iscrizioni al minibasket è sempre cresciuto» spiega il tecnico federale Maurizio Cremonini.
«Piace perché è uno sport dove conta più il gioco della gara: siamo attenti all’approccio agonistico, non spingiamo sulla competizione e spieghiamo ai genitori che bisogna essere pazienti. La condivisione con i compagni di squadra viene prima dei risultati».
Anche la ginnastica è passata in poco tempo da 90 a 140mila tesserati. «Ormai sta alle bambine come il calcio ai bambini. Tantissime arrivano in palestra portate da genitori disperati per le acrobazie sperimentate nel salotto di casa» spiega il presidente della federazione Riccardo Agabio. Ma se venticinque anni fa la spinta a nastri, cerchi e clavette era arrivata di colpo dal cartone animato giapponese Hilary, con la sigla cantata da Cristina D’Avena, stavolta il traino allo sport di Vanessa Ferrari e Yuri Chechi l’ha fatto il docu-reality di Mtv Vite parallele: «Ha svelato il lato umano degli atleti, la fatica e la disciplina che stanno dietro ai volteggi».
Una faticaccia, tra prezzi da valutare e passioni da assecondare, anche quella dei genitori. Vivacissimo online il forum “Quanto spendete per lo sport dei vostri figli?”, dove mamme e papà di tutta Italia confrontano al centesimo quote, strutture, iscrizioni, spesa per docce e asciugature di capelli, passaggio di divise tra fratelli, attitudini dei pargoli. Più che un quesito, un rompicapo.
Cristiana Salvagni, la Repubblica 3/6/2014