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 2014  giugno 03 Martedì calendario

Pallone per Sette - Il pallone che sarà usato ai Mondiali l’ha fatto la Adidas (fornitore ufficiale dal 1970) e si chiama Brazuca

Pallone per Sette - Il pallone che sarà usato ai Mondiali l’ha fatto la Adidas (fornitore ufficiale dal 1970) e si chiama Brazuca. Per la finale sarà usata una variante coi colori verde-oro. Testato per due anni e mezzo, è il primo pallone composto da soli sei pannelli di cuoio: fino al 2002 si usavano i tradizionali 32, tutti cuciti assieme a mano; la prima modifica fu a Germania 2006, dove i pannelli scesero a 14 e alle cuciture s’affiancò l’incollatura termica. Il pallone dei Mondiali in Sudafrica, Jabulani, aveva 8 pannelli e fu criticato da tutti per il suo zigzagare una volta lanciato. Takeshi Asai, direttore dell’Istituto di salute e scienza sportiva dell’Università di Tsukuba, in Giappone, rassicura sul Brazuca: «Il minor numero di pannelli non è un problema perché le cuciture, molto più profonde della Jabulani, sono il segreto della grande stabilità di questa sfera». Palloni dei Mondiali realizzati dalla Adidas a partire dal 1970: Telstar (“tel” stava a indicare che si trattava del primo Mondiale trasmesso in mondovisione, bianco e nero affinché si vedesse bene in tv); Chile; Tango; Azteca (il primo sintetico); Etrusco; Questra (contrazione di “The quest for the stars”, omaggio alle conquiste spaziali statunitensi); Tricolore; Fevernova; Teamgeist; Jabulani (che significa “festeggiare” in lingua zulu). Quest’anno Brazuca. Il nome Brazuca è stato scelto con una votazione pubblica vincendo con il 70% delle preferenze. I palloni del passato avevano la camera d’aria fatta con vesciche di maiale poi rivestite da strisce di cuoio. Nel 1872 la regola definitiva dell’International Football Association Board stabilì: la forma della palla deve essere sferica; la circonferenza compresa tra 68 e 70 centimetri; il peso tra 410 e 450 grammi; la pressione tra 0,6 e 1,1 atmosfere. La camera d’aria in gomma compare nel 1900, rivestita con 18 strisce di cuoio tenute insieme da un laccio, che provocava vistosi tagli quando si colpiva di testa. Il modello inventato dalla Select negli anni Cinquanta, con il rivestimento formato da 32 pannelli di cuoio, divisi in 12 pentagoni e 20 esagoni, a creare una forma geometrica nota come icosaedro troncato. Quando la camera d’aria all’interno viene gonfiata, si ottiene un oggetto quanto più vicino possibile a una sfera. I palloni standard vengono definiti “taglia 5”, i più piccoli, utilizzati per le partite di esordienti e pulcini, sono chiamati “taglia 4”. Nelle partite ufficiali devono portare le scritte «Fifa approved», «Fifa inspected» e «International matchball standard», con logo Fifa, logo della Nazione ospitante e logo dell’azienda produttrice. L’invenzione di giochi con la palla si attribuisce ora ai Lidi, ora ai Corciresi, ora ai Sicioni o agli Spartani. La palla era particolarmente amata in Grecia, come si desume dal libro VI dell’Odissea (Nausicaa dei Feaci gioca con le compagne), che rappresenta la più antica testimonianza che se ne abbia. Erano appassionati giocatori con la palla Sofocle, Dionico il Vecchio e Alessandro Magno. Galeno raccomandava di giocare a palla per tenersi in forma. I Romani giocavano a palla prima di fare il bagno. Esistevano nei ginnasi, nelle terme e nelle ville dei locali, chiamati sphaeristeria, adibiti al gioco con il pallone. Palloni usati dai Romani: harpastum (di piccole dimensioni, forse corrispondente alla pila arenaria dei Latini); la paganica (di grandezza media e riempita di piume); la pila trigonalis; il follis (diminutivo folliculus), riempito d’aria. Qualche iscrizione parla anche di palle vitreae. Giulio Andreotti da bambino giocava a «palletta», cioè al calcio con una palla fatta di stracci tenuti insieme alla meglio da uno spago. Giocavamo per strada pomeriggi interi». Disse: «Personalmente ero piuttosto una schiappa». L’ex calciatore Ronaldo cominciò con un pallone di fogli di giornale appallottolati dentro una calza. I bambini poveri brasiliani si fanno anche palle di bucce di zucca, chiuse in una busta di plastica legata con uno spago. Le istruzioni per farsi una palla da sé, così come le raccontano Ronaldo, Romario o Pelè, sono: «Piega due fogli di giornale e schiacciali formando una palla, con un diametro di non più di 16 centimetri. Quando sono ben ammassati, infilali in una calza di nylon, e annodala. Perché sia compatta, sbattila contro un muro più volte. Quando è abbastanza dura, avvolgila due o tre volte intorno a una calza di cotone, annodala, taglia la punta e per una migliore riuscita cuci sopra il nodo. E prima di cominciare, ricordati di darle un nome». «Il pallone è una bella cosa, ma non va dimenticato che è gonfio d’aria» (Giovanni Trapattoni). «La palla viene dal cuoio, il cuoio viene dalla mucca, la mucca mangia l’erba, la palla deve strisciare sull’erba» (Ciccio Graziani). Tipi di antichi giochi con palloni: apòrraxis, consisteva nel lanciare la palla a terra o contro la parete e prenderla al rimbalzo; nella uranìa si mandava la palla più in alto che si poteva. Talora si giocava in due, rimandando la sfera o riprendendola al volo (ludere expulsim o raptim). Più persone prendevano parte al gioco della trigona, in cui i giocatori si disponevano a triangolo, e a quello della phaeninda (o pheninda), che sembra si giocasse con una palla piccola e dura. Vere battaglie per un pallone, combattute da squadre, erano l’epìskyros, in cui i giocatori si dividevano in due campi delimitati da linee (alcuni lo paragonano al rugby), e l’harpastum, in cui si cercava di far passare la palla attraverso una folla di concorrenti. I Romani chiamarono quest’ultimo gioco pulverulentum, per il polverone che si sollevava durante la gara. Il gioco della “soule”, praticato già prima del XIV secolo nella Francia settentrinale (Picardie): due schiere di avversari, con una palla pesante riempita di paglia o di crine in un campo lungo circa 300 metri. Scopo del gioco era l’attraversare con la palla dei cerchi di carta retti da pali. L’antenato del calcio, sviluppato nel Rinascimento in Italia, soprattutto a Firenze. Nel Cinquecento, la squadra che giocava una sorta di calcio, era composta da 27 giocatori, distinti in quattro classi: “Innanzi” (15), “Sconciatori” (5), “Datori innanzi” (4), “Datori dietro” (3). Il pallone era lanciato con il piede o con il pugno, due passaggi laterali, o falli, valevano una “caccia” (un punto), a carico di chi li commetteva, dopo tre “cacce” le squadre si scambiavano il campo. La metà dei mancini, se deve colpire una palla, adopera il piede destro. Studio di alcuni ricercatori dell’École Polytechnique di Palaiseau e della Espci di Parigi. Sono stati presi in esame 13 diversi sport in cui si usano palloni o palline che possono coprire differenti distanze massime: dalla pallina da golf, che può viaggiare per centinaia di metri con un colpo solo, al volano, che non va oltre i 4-5 metri. Il risultato è che tra i due fattori, palla e campo, c’è una correlazione precisa: più la palla è in grado di volare lontano e più grande sarà il campo. Tutto ciò nonostante le dimensioni dei campi sportivi siano state decise giocando, e non sulla base di calcoli matematici. «I dipendenti giocano a calcio, i capi a tennis, i dirigenti a golf: più grande è il potere, più piccole sono le palle» (Jay Leno).