Paolo Lepri, Corriere della Sera 3/6/2014, 3 giugno 2014
Martedì 3 Giugno, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Hoeness va in carcere tra i condannati per omicidio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Guadagnerà circa dodici euro al giorno lavorando in carcere, ma ha già imparato in questi mesi di autocritica che i soldi non sono tutto
Martedì 3 Giugno, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Hoeness va in carcere tra i condannati per omicidio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Guadagnerà circa dodici euro al giorno lavorando in carcere, ma ha già imparato in questi mesi di autocritica che i soldi non sono tutto. Sarà inutile, infatti, sperare che quanto ha accumulato nella sua carriera di calciatore, manager, industriale e «folle giocatore di borsa», come lui stesso si è definito, possa migliorargli la vita nel prossimo futuro. Nella prigione di Landsberg, dove Adolf Hitler dettò a Rudolf Hess il Mein Kampf, non ci saranno privilegi, ripetono da tempo dirigenti e funzionari. Uli Hoeness (foto) sarà un detenuto come gli altri, nonostante che sia stato, e continui ad essere, uno dei personaggi più popolari di tutta la Germania. E non potrà vedere in tv il Bayern, la sua creatura, perché non c’è un abbonamento a Sky. Ieri è arrivata l’ora x, che aspettava da tempo, dopo aver scelto di non appellarsi contro la sentenza che in marzo lo ha condannato a tre anni e mezzo di reclusione per aver nascosto al fisco 28,5 milioni di euro. «Devo pagare il mio conto e lo farò», ha affermato alla conclusione del processo. L’ex stella della nazionale tedesca, 62 anni, ha fatto così il suo ingresso nella prigione bavarese. Lo attendono almeno due anni e quattro mesi di carcere, al termine dei quali potrebbe beneficiare della buona condotta. Ma saranno giorni duri in una struttura dove sono ospitati 565 detenuti, alcuni dei quali anche per reati come l’omicidio. Li incontrerà nel cortile, o in quelli che la direzione chiama «gli eventi collettivi». Inutile è stato chiedere di evitare l’umiliazione di essere spedito in quella che i giornali hanno ribattezzato «L’Alcatraz bavarese», assediata da turbe curiose di giornalisti. La legge è uguale per tutti. Si chiude provvisoriamente il sipario, quindi, sulla storia di un uomo che ha tradito i suoi ammiratori senza però perdere consensi e amicizie del mondo del calcio. Non è un caso che il presidente del consiglio di amministrazione del club Bavarese, Karl-Heinz Rummenigge, abbia detto di non vedere niente di strano sul suo ritorno al comando una volta scontata la pena. Per essere uno che aveva incautamente dichiarato di «pagare sempre tutte le tasse», Hoeness si è salvato in extremis, evitando di fare una battaglia contro la Giustizia. I tedeschi, e non solo loro, hanno apprezzato. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 33 Immagini della pagina 1 Visualizza : Data Contenuti Pubblicazioni Opzioni Zoom