Thomas Leoncini, Il Giornale 2/6/2014, 2 giugno 2014
LORENA SI CONFESSA «CHIAMATEMI ESCORT, NON PROSTITUTA» «È il mio corpo a pagarmi gli studi
LORENA SI CONFESSA «CHIAMATEMI ESCORT, NON PROSTITUTA» «È il mio corpo a pagarmi gli studi. Eppure nessuno mi mette in copertina, nessuno mi chiede autografi e nessuno mi rende famosa». Lorena, 19enne di origini liguri è un’universitaria apparentemente come tante. Studia lettere, finora col massimo dei voti e si immagina già in cattedra ad insegnare. Ma Lorena non si limita ai libri. Ha già una professione, anzi due: escort e attrice. Hard per la cronaca. «Per favore scrivi escort e non prostituta»,si raccomanda: «Escort è sinonimo di professionista molto richiesta, puttana o prostituta è roba da extracomunitaria che si vende per 10 euro!». Escort è rock. Prostituta è da sfigata. Per rendere meglio il concetto che vuole esprimere. A suo dire i compagni di università non sospettano nulla, nessuno immagina che lei abbia una seconda vita fuori dall’ateneo: «Giro film porno amatoriali, mi piace rivedermi e sapere che c’è gente che si eccita guardandomi. Ogni ragazza vorrebbe farlo, io ho il coraggio di fare quello che per le altre è tabù. Chi non lo ammette è solo falsa». Le chiediamo perché allora non fa outing: «I miei familiari non capirebbero. E purtroppo in Italia non potrei più prendere 30 e lode agli esami, soprattutto le donne avrebbero pregiudizi su di me. E ci sarebbe anche qualche altro problemino in più...». Ma almeno sarebbe favorevole alla regolamentazione della prostituzione? «Certo che no. Con tutte le tasse che dovrei pagare... Ora guadagno il 100% del mio lavoro, perché dovrei guadagnarne solo il 55/60per cento? Pochi controlli, qualcuno sa, vede gli annunci sui siti, ma nessuno parla. Che male c’è nel fare sesso e chiedere una ricompensa? Anche molti matrimoni sono richieste di ricompensa a partner ricchi, eppure sono legali». Lorena si dice schifata dalla pubblicità che i media di tutto il mondo stanno facendo a Belle Knox, 18enne americana ammessa alla Duke University, tra le più importanti università americane. La retta è molto costosa, circa 60 mila dollari all’anno, così la Knox per pagarla gira film porno. Il risalto che i media hanno dato alla «star» americana per Lorena è razzismo. «Dichiarando che la ragazza è la prima che studia in un’università molto costosa», spiega l’emula nostrana, «si mettono gli studenti su due piani differenti, in base alle spese universitarie. È come affermare che chi studia in un’università costosa è più intelligente, di conseguenza fa notizia che abbia comportamenti definiti anti morali». Lorena sembra addirittura più giovane, più volte fa capire di essere fiera di sé: «Lo so, potrebbero confondermi con una minorenne e questo mi aiuta, ci sono molti pervertiti». A proposito di minorenni l’aspirante prof, sul recente scandalo delle baby squillo dei Parioli, ha la propria idea. Decisamente discutibile: «C’è stata troppa generalizzazione. Un conto è una baby squillo di 14 anni, ma altra storia è una ragazza di 16. Reputare minorenni indifese alcune 16enni è al limite del ridicolo». Chiedo alla escort se prostituirsi giovi in modo rilevante ai suoi conti: «Non ho problemi economici, vengo da una famiglia benestante, ma questo lavoro mi compra la libertà». Un esempio? «Sono appena stata in vacanza in un’isoletta greca e ho invitato tre amiche, in settimana arriva la mia nuova auto: 21mila euro e i miei non lo sanno ancora. Questo è l’unico mio pensiero negativo della giornata: giustificare alla mia famiglia acquisti ingombranti come questi». Lorena parla come una donna in carriera. Le chiedo se un cliente l’abbia mai imbarazzata. «Un professore della mia università, non del mio corso, venne a casa mia dopo aver letto l’annuncio. Non mi era un volto sconosciuto, ma ci riconoscemmo solo durante il rapporto. Lui era imbarazzatissimo, volle pagarmi il doppio e non lo vidi mai più, nemmeno fra i corridoi dell’ateneo». Quanto costa qualche ora di compagnia con Lorena? «I guadagni più alti arrivano da uomini ricchi che per avere un rapporto senza preservativo pagano cifre a cui dire no diventa impossibile: uno di loro mi ha offerto l’auto di cui ti parlavo prima». Il suo tono cambia. Ora è diventata un fiume in piena, cerca di giustificare la scelta dei rapporti non protetti, teme che la si possa giudicare per questo. Cerca di rimediare con un «non lo concedo a tutti, faccio una selezione ». Peccato che le malattie non la facciano...